Le operazioni di pulizia degli spechi sono rese possibili dalla presenza, lungo il tracciato delle canalizzazioni, di pozzetti di ispezione.
Tali pozzetti, oltre che in corrispondenza della curve, delle variazioni di speco, delle confluenze, ecc. devono essere disposti a non più di 25 m di distanza l’uno dall’altro ed in modo che il tratto di canale compreso tra due pozzetti successivi sia ad asse rettilineo. Tale prescrizione (Circolare 11633 Ministero LL.PP.) si adotta per le fognature il cui speco abbia altezza inferiore a 1.05 m (fognature non praticabili).
In questo caso, infatti, le operazioni di pulizia vengono svolte mediante apposite aste giuntabili che vengono sospinte all’interno della canalizzazione a partire da un pozzetto, a partire dal quale deve essere possibile traguardare il tratto di fognatura da pulire sino al pozzetto successivo.
Nel caso di fognature praticabili (altezza dello speco maggiore di 1.05 m) la pulizia può essere eseguita percorrendo la canalizzazione fognaria e, pertanto, la distanza tra pozzetti consecutivi può essere assunta congruamente maggiore (sino a 50 metri).
Pozzetti di confluenza e cambio speco
La confluenza tra più tratti di fognatura deve essere sempre realizzata in modo tale da garantire che la corrente che si stabilisce nel tratto posto a valle della confluenza non determini fenomeni di rigurgito sui tratti posti a monte.
A tal fine è obbligatorio che i tratti posti a valle abbiano sezione almeno pari a quella del più grande dei tratti confluenti da monte e che tra il fondo delle sezioni che confluiscono da monte e quello del tratto di valle sia realizzato un salto di fondo (o vengano allineati i cieli delle sezioni che convergono nella confluenza).
Pozzetto di confluenza e cambio speco. Fonte: Sistemi di Fognatura. Manuale di Progettazione, CSDU, Hoepli
Quando la pendenza media del terreno al di sotto del quale corre un collettore di una rete di drenaggio risulta troppo elevata per potere essere compatibile con i limiti di velocità massima della corrente (4|5 m/s), occorre dissipare la quantità di energia in eccesso realizzando dei salti di fondo lungo il tracciato del canale.
I salti di fondo devono essere realizzati all’interno di appositi pozzetti di salto ispezionabili, le cui pareti devono essere rivestite di materiale con buone caratteristiche di resilienza, al fine di garantire adeguata durevolezza al manufatto.
E’ sempre agevole stabilire quale sia la quantità totale di energia meccanica specifica da dissipare lungo un tratto di collettore: essa è pari alla differenza tra il dislivello che si supererebbe realizzando il collettore con pendenza del fondo pari a quella media del terreno sovrastante e quello superato conferendo al fondo del collettore la massima pendenza compatibile con i limiti di velocità in fognatura. E’ sempre possibile realizzare il dislivello totale mediante un numero variabile di salti di fondo (pochi salti di grande altezza o molti salti di piccola altezza).
In generale, non è possibile stabilire quale sia la scelta più efficace dal punto di vista energetico. Dal punto di vista economico, è evidente che la realizzazione di pochi salti comporterà la necessità di disporre tratti di fognatura a profondità maggiore. Di contro, però, si realizzerà in totale un numero minore di pozzetti.
La Circolare n. 11633 del 07.01.1974 del Ministero LL. PP. indica per la portata media nera un limite minimo di velocità pari a 0.5 m/s. Tale indicazione può essere derogata dal progettista in considerazione di condizioni particolari e delle caratteristiche dei materiali utilizzati per le canalizzazioni.
La rimozione del materiale sedimentato deve essere assicurata fin dall’inizio dell’esercizio della fognatura.
Qualora non sia possibile assicurare il rispetto dei valori delle velocità necessari a garantire l’autolavaggio della canalizzazione fognaria, si può ricorrere all’installazione di pozzetti di lavaggio (o di ‘cacciata‘), che ad intervalli regolari liberino in fognatura una portata che scorra con velocità sufficiente ad eliminare le sostanze sedimentate.
Esistono in commercio vari dispositivi che entrano in funzione automaticamente quando in essi si sia accumulato il volume d’acqua sufficiente ad assicurare il lavaggio del tratto di fognatura desiderato.
Tali dispositivi si basano quasi tutti sul brusco adescamento di un sifone, inizialmente isolato dalla presenza di una bolla d’aria in pressione, la quale viene rimossa quando l’acqua che si accumula all’interno del pozzetto raggiunge un opportuno livello.
Una formula sufficientemente approssimata per il calcolo del volume di cacciata Wc è la seguente:
in cui Q0 è la portata cui corrisponde, in moto uniforme, la velocità V0 di autopulitura che si desidera assicurare; L la lunghezza del tratto di fognatura considerato; h0,m l’altezza media della corrente in moto uniforme.
Attraverso le caditoie stradali, le acque meteoriche e, nella stagione estiva, le acque di lavaggio delle strade vengono raccolte e collettate nella rete di fognatura.
Le tipologie principali di caditoie stradali sono:
Per tutti i tipi è opportuno prevedere un pozzetto di sedimentazione delle materie solide. Inoltre è conveniente che il collegamento con i fognoli di raccordo alla rete fognaria sia del tipo a sifone.
Le caditoie si dispongono ad interasse di 20-25 m, con area servita pari a 250-300 m2.
Le stazioni di sollevamento devono essere sempre munite di un numero di gruppi tale da assicurare un’adeguata riserva. I tempi di attacco e stacco dei gruppi devono consentire la loro utilizzazione al meglio delle curve di rendimento ed al minimo di usura, tenendo conto che i tempi di permanenza dei reflui nelle vasche di adescamento devono essere tali da evitare l’innescarsi di fenomeni settici.
Le stazioni di sollevamento devono essere munite o collegate ad idonei scaricatori di emergenza, tali da entrare autonomamente in funzione in caso di interruzione della fornitura di energia.
Qualora per le caratteristiche plano-altimetriche dell’area non risulti possibile l’installazione di scaricatori di emergenza, le stazioni di sollevamento dovranno essere munite, in aggiunta alla normale alimentazione di energia, di gruppi energetici autonomi, il cui stato di manutenzione deve essere opportunamente registrato.
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Ippolito, G., Appunti di Costruzioni Idrauliche, Liguori Editore
AA. VV., Sistemi di fognatura. Manuale di Progettazione, Centro Studi Deflussi Urbani, Hoepli Editore