L’amido è un polisaccaride utilizzato come riserva energetica delle piante. E’ disponibile in natura sotto forma di granuli.
E’ costituito da due frazioni (Figura 1):
L’amido è utilizzato come nutrimento da piante, microorganismi e animali. Di conseguenza, gli enzimi in grado di idrolizzare l’amido sono abbondanti in natura (al contrario degli enzimi che idrolizzano la cellullosa).
L’idrolisi enzimatica, pur richiedendo tempi di trattamento più lunghi, è più diffusa dell’idrolisi acida, per diversi motivi:
Diversi enzimi contribuiscono sinergicamente all’idrolisi dell’amilosio e dell’amilopectina.
α-amilasi (batteriche):
Pullulanasi:
Glucoamilasi:
β-amilasi:
Nonostante la notevole varietà degli impianti impiegati industrialmente per l’idrolisi dell’amido, è possibile individuare 3 stadi del processo:
Negli impianti di nuova concezione i tre stadi si realizzano in reattori continui.
Ciascuno dei tre stadi consente un incremento della frazione di legami glucosidici idrolizzati.
Il grado di idrolisi della miscela può essere classificato attraverso il DE (destrosio equivalenti), che rappresenta la frazione di legami glicosidici già idrolizzati.
Per l’amido: DE=1
Per il maltosio: DE=ca.50
Per il glucosio puro: DE=100
Trattamenti preliminari
Consentono di separare l’amido dagli altri componenti delle cariossidi (chicchi) di mais, e dalle impurezze che possono inibire gli enzimi o dare luogo a trasformazioni indesiderate (p.es. reazione di Maillard).
Gelatinizzazione
Sistema di reazione: uno slurry contenente amido (30-40% in peso), con α-amilasi e ioni Ca2+ (20-80 ppm) che aumentano la termostibilità dell’enzima.
Condizioni operative: 3-7 min a 105°-115°C, pH 6.0-6.5
Effetti:
Liquefazione
Sistema di reazione: nuova aggiunta di α-amilasi (quella utilizzata nella gelatinizzazione si disattiva) e pullulanasi.
Condizioni operative : 2-3 ore a 90-95°C.
Effetti:
Saccarificazione
Sistema di reazione: si aggiungono glucoamilasi (se il prodotto desiderato è il glucosio) o b-amilasi (se il prodotto desiderato è il maltosio).
Condizioni operative : 24-72 ore a 55-65°C, pH 4-4,5.
Effetti: idrolisi completa delle maltodestrine , con produzione di sciroppi di glucosio (97% glucosio, DE 98-99) sciroppi di maltosio (DE 45-48).
Trattamenti finali
Filtrazione, scambio ionico e adsorbimento su carboni attivi consentono la separazione delle impurezze residue e dei prodotti della degradazione degli zuccheri (Figura 4).
Lo sciroppo di glucosio è usato per ottenere diversi prodotti:
Produzione di etanolo
Se l’obiettivo è la fermentazione alcoolica, lo sciroppo di glucosio non viene purificato.
Negli ultimi anni si tende a realizzare simultaneamente saccarificazione e fermentazione (T=30°C, pH 4,5). Man mano che il glucosio viene prodotto dagli enzimi idrolitici, viene fermentato dai lieviti.
Una frazione significativa del glucosio prodotto viene trasformata in fruttosio mediante isomerizzazione enzimatica (Figura 5), per due motivi principali:
Isomerizzazione
E’ catalizzata dall’enzima glucosio isomerasi (Figura 6), che richiede Mg2+ (25-100 mg/L) come cofattore, ed è inibito da Ca2+.
Di conseguenza gli ioni Ca2+, aggiunti per stabilizzare le a-amilasi, vengono preliminarmente eliminati mediante scambio ionico (Figura 4).
La temperatura (55-65°C) è elevata per velocizzare la reazione, spostare l’equilibrio verso il prodotto, ed evitare la contaminazione microbica.
L’aumento della concentrazione di glucosio (mediante evaporazione, Figura 4) velocizza la reazione e sposta l’equilibrio verso i prodotti, anche se aumenta il rischio di reazioni di colorazione; per evitarle, i tempi di permanenza sono limitati, e gli enzimi vengono immobilizzati, per poterli separare completamente dal mezzo di reazione.
Separazione cromatografica
La reazione di isomerizzazione è una reazione di equilibrio: anche ad alte temperature, la concentrazione di fruttosio all’equilibrio non supera il 55%; per questo motivo, a valle dell’isomerizzazione gli sciroppi di fruttosio vengono arricchiti (fino al 90%) separando glucosio ed altri oligosaccaridi mediante cromatografia con resine a scambio ionico.
Gli oligosaccaridi separati vengono rialimentati nel reattore di saccarificazione.
La produzione di sciroppi di fruttosio ad alta concentrazione ne ha ampliato l’impiego commerciale (p.es. dal 1980 sono usati come dolcificanti in Coca cola e Pepsi).
Nei processi di idrolisi dell’amido e di isomerizzazione del glucosio si fa largo uso di enzimi immobilizzati per diversi motivi:
Le applicazioni ad alta temperatura richiedono supporti di dimensioni ridotte con pori di diametro grande, per ridurre l’effetto delle resistenze al trasporto di materia.
1. Bioreattori discontinui - Parte prima
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