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Stefano Russo » 21.Il linguaggio OMG IDL


Il linguaggio OMG IDL

Il linguaggio OMG IDL consente di:

  • definire le interfaccedegli oggetti, ed in particolare:
    • le loro operazioni, nella forma di pseudo-prototipi di funzione;
    • le loro proprietà o attributi, dotati di tipo (predefinito o d’utente);
  • raggruppare interfacce di oggetti in moduli;
  • definire tipi d’utente e costanti;
  • definire le eccezioni che le operazioni possono generare;
  • definire gerarchie di interfacce, mediante meccanismi di ereditarietà.

OMG IDL: Parole chiave


OMG IDL: Tipi primitivi


OMG IDL: Tipi primitivi


Struttura di un file IDL

// Struttura di una generica specifica IDL
module nomeModulo {
//Dichiarazioni di costanti, tipi ed eccezioni a livello di modulo
<dichiarazioni di costanti>
< dichiarazioni di tipi>
<dichiarazioni di eccezioni>
//Dichiarazioni di interfacce

Struttura di un file IDL

interface nomeInterfaccia1 [:<clausole_di_derivazione> ] {
//Dichiarazioni per l’interfaccia 1

<dichiarazioni di costanti>

<dichiarazioni di tipi>

<dichiarazioni di attributi>

<dichiarazioni di eccezioni>

//Dichiarazioni delle operazioni per l’interfaccia 1
[<tipo_di_ritorno] nomeOperazione1 (<parametri>)
[raises <eccezione>] [<contesto>]
[<tipo_di_ritorno>] nomeOperazioneN (<parametri>)
[raises <eccezione>] [<contesto>]
}; };

OMG IDL: Moduli

Un modulo IDL, introdotto dalla parola chiave module, permette di raggruppare in un’unica unità logica definizioni di:

  • costanti;
  • tipi;
  • eccezioni;
  • interfacce.

In questo modo gli identificatori definiti all’interno di un modulo non possono entrare in conflitto con altri definiti in altri moduli. In altri termini, un modulo consente di definire uno spazio di nomi

Typedef, enum, struct

// IDL – esempio di typedef
typedef string Data;
Introduce il nome di tipo Data, sinonimo di string

// IDL – esempio di tipo enumerativo
enum Colore {ROSSO, VERDE, BLU, GIALLO};
Introduce il nome di tipo Colore, e i suoi possibili valori

// IDL – esempio di struttura (tipo record)
struct DettagliPersonali { string nome; short eta; }
Introduce il tipo record d’utente DettagliPersonali
typedef struct DettagliPersonali_struct { // forma da evitare,
string nome; short eta; // introduce due nomi
} DettagliPersonali; // di tipo

OMG IDL: Interfacce

Un’interfaccia IDL descrive le caratteristiche di un oggetto servente

  • proprietà (o attributi);
  • operazioni (servizi).

L’interfaccia deve contenere le informazioni che un oggetto cliente deve conoscere.

Gli attributi non vanno pensati come dati dell’oggetto (né pubblici né privati)!

Le operazioni non vanno pensate come metodi pubblici!

OMG IDL: Interfacce – esempio 1

// IDL – specifica dell’interfaccia del servizio S1
interface S1 {
// Proprieta’ di un oggetto S1

attribute float p1;
readonly attribute string p2;

// Operazioni definite su un oggetto S1

void op1(in float par1, out float par2, inout float par3);
void oneway op2(in any par1);

};

Modello UML

Modello UML


OMG IDL: Interfacce – esempio 2

interface Conto {

attribute float saldo ;
readonly attribute string proprietario;
void Deposito(in float importo, out float nuovoBilancio);
void Prelievo(in float importo, out float nuovoBilancio);

} ;

Modello UML

Modello UML


OMG IDL: Ereditarietà tra interfacce

E’ possibile definire gerarchie di interfacce, mediante un meccanismo di ereditarietà, singola o multipla.
L’ereditarietà tra interfacce fornisce vantaggi significativi:

  • servizi simili possono essere sviluppati a partire da un’interfaccia unica (spesso esistente), riducendo complessità e possibilità d’errore;
  • componenti diversi, che implementano interfacce di servizi differenti, possono essere combinati per costruire servizi più complessi;
  • funzionalità obsolete possono essere sostituite da nuove funzionalità, con un approccio evolutivo.

OMG IDL: Ereditarietà tra interfacce

// IDL – esempio di interfaccia derivata
interface S2 : S1 {

exception Ex3 { string msg3; } ;
// Nuove operazioni definite per il servizio S2 derivato da S1
void oneway op3(in any par1) raises (Ex3);

};
// IDL – esempio di derivazione multipla tra interfacce
interface S3 : S1, S2 {

void oneway op4(in long par1); };


OMG IDL: Ereditarietà tra interfacce

Concetti come la ridefinizione delle operazioni dell’interfaccia base da parte dell’interfaccia derivata, caratteristici dei linguaggi orientati agli oggetti, non hanno significato in IDL, che non riguarda l’implementazione degli oggetti.

Il codice di un’operazione viene (ri)definito quando l’interfaccia viene implementata in un linguaggio di programmazione.

Ne segue anche che un cliente progettato per invocare le operazioni dell’interfaccia base sarà anche in grado di invocare tali operazioni su un oggetto che implementa l’interfaccia derivata, che comprende le operazioni che il cliente si aspetta di trovare.

Il contrario non è vero: un cliente scritto per accedere all’interfaccia derivata non funzionerà su un oggetto dell’interfaccia base, in quanto potrebbe invocare operazioni aggiunte nell’interfaccia derivata.

OMG IDL: Eccezioni

Un’operazione può generare un’eccezione, per indicare che si è verificata una condizione anomala a tempo d’esecuzione.

Nella definizione dell’interfaccia in IDL, è necessario dichiarare i tipi delle eccezioni che possono essere generate e, per ciascuna operazione, elencare le eccezioni che può generare.

interface S1 {  // IDL – esempio di interfaccia con eccezioni

attribute float p1;
readonly attribute string p2;
exception Ex1 {

string msg;
long val; };

exception Ex2 { string msg; } ;
void op1(in float par1, out float par2, inout float par3)

raises (Ex1, Ex2) };

OMG IDL: Eccezioni

Le eccezioni d’utente devono essere dichiarate nella lista raises:

  • Standard: definite in specifiche OMG;
  • Non standard: definite dall’utente con exception.
Classifica delle eccezioni

Classifica delle eccezioni


OMG IDL: Eccezioni

Classificazione delle eccezioni
Le eccezioni di sistema devono essere dichiarate nella clausola raises:

  • Standard: predefinite, non vanno dichiarate con raises;
  • Non standard: specifiche di ciascuna implementazione dell’ORB.

Esempi di eccezioni standard di sistema

\begin{tabular}{lp{0.9\columnwidth}}\toprule \textbf{TIPO ECCEZIONE} & \textbf{SIGNIFICATO}\\NO\_MEMORY & Errore nell'allocazione dinamica di memoria \\ FREE\_MEM & Errore nella deallocazione di memoria \\ \text{INTERNAL} &Errore interno all'ORB \\ MARSHAL & Errore nel marshalling dei parametri\\ TIMEOUT & Tempo massimo per l'operazione scaduto\\ \bottomrule \end{tabular}

OMG IDL: Eccezioni

Un malfunzionamento viene generato o rilevato dall’ORB, che solleva una corrispondente eccezione di sistema e la inoltra al cliente.

Un malfunzionamento si genera nell’esecuzione del servente, che genera una eccezione che a sua volta viene inoltrata dall’ORB all’oggetto cliente
Generazione e gestione delle eccezioni da parte dell’ORB.


Valuetype

Introdotto nel linguaggio IDL, a partire dalla versione 2.3 dello standard CORBA.

Consente di definire oggetti, dotati di stato e di operazioni, da trasmettere come parametri di scambio nell’invocazione di metodi remoti, in modo che il ricevente possa operare localmente sull’oggetto stesso.

A tale scopo è prevista la parola chiave IDL valuetype.

La semantica dello scambio è per valore (object by value).

Valuetype

Una definizione valuetype comprende in generale:

  • variabili, che costituiscono lo stato dell’oggetto;
  • attributi, del tutto analoghi agli attributi di una interfaccia (a ciascun attributo corrisponderanno, nella traduzione da IDL al linguaggio di implementazione, una operazione di lettura e una di modifica del valore);
  • operazioni per inizializzare e manipolare (leggere e modificare) lo stato;
  • metodi factory per creare istanze del valuetype.

Valuetype

Esempio

// IDL – esempio di valuetype
valuetype Persona {

private long stipendio; // stato

attribute string nome; // attributi

void init(in string s); // operazioni
void incrementaStipendio(in short percentuale);

factory create(in string s, in long n); // factory

};

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Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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