Cosmo e microcosmo: alla ricerca dei semi delle cose
In molti campi, tra i quali la fisica e l’astrofisica, la scienza di base moderna studia problemi apparentemente lontani dalla realtà, dove le implicazioni per la società sembrano meno evidenti: quark, bosone di Higgs, galassie, Big-Bang.
Luciano Maiani fa capire come il desiderio di spiegare il cosmo partendo dal microcosmo ha portato alla frontiera la ricerca in questo settore.
Federica offre una sintesi dell’incontro tenutosi nell’ambito di Come alla Corte di Federico II, ovvero parlando e riparlando di scienza.
Esiste una relazione profonda che collega i fenomeni su grande scala ai costituenti fondamentali della materia, un legame già colto un secolo prima di Cristo da Tito Lucrezio Caro, quando parlava della relazione tra le cose e ‘i semi delle cose’.
Spiegare in quei tempi cosa fossero gli atomi, ritenuti gli indivisibili (a-tomos) componenti della materia non era semplice, ma Lucrezio ci provò e ancora oggi Il De Rerum Natura rappresenta una grande lezione di divulgazione scientifica, oltre che di poesia, quando afferma: “Eppure, se dentro guardiamo all’essenza del mondo, vedremo che esistono solidi corpi d’eterna sostanza: e tali ora mostro che i semi son delle cose, gli atomi, di cui l’universo risulta formato“. È stata proprio questa ricerca che ha guidato fin dall’antichità l’esplorazione del mondo fisico.
Luciano Maiani
Presidente Consiglio Nazionale delle Ricerche
Il filmato completo, in streaming, è disponibile su Comeallacorte
Gli acceleratori come le macchine del tempo
…..et semina rerum
…..quod ex illis sunt omnia primis.
… e semi delle cose,
che’ gli elementi primi son essi, onde il tutto si forma.
(Tito Lucrezio Caro)
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Una panoramica sulla materia: dallo studio degli atomi alla loro struttura complessa, dalle forze elettromagnetiche alla scoperta di nuove particelle e alle macchine acceleratrici per studiarle in laboratorio. Un crescendo di ricerca e innovazione.
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Perchè dovremmo investire nella scienza?
One day sir, you may tax it.
(fu la risposta di Faraday a Gladstone, allora Ministro delle Finanze, che aveva chiesto quale fosse il valore pratico dell’elettricità).
It has nothing to do directly with defending our country except to make it worth defending. (disse Robert Wilson sull’utilità della costruzione dell’acceleratore Tevatron per la sicurezza del Paese).
Superando la schematicità delle due risposte proposte, certamente possono essere individuate almeno tre vie attraverso cui la ricerca influenza la società:
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Luciano Maiani nasce a Roma il 16 luglio 1941. Nel 1964 si laurea in Fisica presso l’Università di Roma. Nel 1976 diviene professore ordinario di Istituzioni di Fisica Teorica presso lo stesso Ateneo. Prima di divenire presidente del CNR ha ricoperto molti incarichi presso Istituzioni nazionali e straniere. Ha ricevuto varie lauree Honoris causa, è socio di molte società scientifiche e di Accademie della scienza. Ha ricevuto numerosi premi tra cui il Premio J. J. Sakurai, insieme a J. Iliopoulos, dall’American Physical Society, la Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica Italiana ai Benemeriti della Scienza e della Cultura ed il Premio E. Fermi conferito dalla Società Italiana di Fisica. È autore o coautore di più di 150 pubblicazioni scientifiche sulla teoria delle particelle elementari. Dal 2004 svolge ricerche sulla spettroscopia dei mesoni e sulle indicazioni fenomenologiche per la formazione di un nuovo stato della materia (plasma quark-gluoni) nelle collisioni tra ioni di altissima energia studiate alle macchine SPS (CERN), RHIC (Brookhaven, USA) e che verranno generate alla macchina LHC del CERN. Come Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha promosso la costruzione dell’osservatorio VIRGO (Cascina, Pisa) per la ricerca di onde gravitazionali dal cosmo, in collaborazione con il CNRS francese. È attualmente Presidente del CNR e Professore di Fisica Teorica presso l’Università di Roma ‘La Sapienza’.
Fabrizio Lomonaco
Alle origini dell'atomismo
Lelio Mazzarella
Evoluzione ed affermazione del concetto di atomo
Renato Musto
Perchè pesiamo?
Giuseppe Longo
I buchi neri
Paolo Strolin
Il Gran Sasso e i misteri del neutrino
Quando si tratta di atomo e di atomismo l’etimologia (atomon, ciò che non è divisibile) riporta alle radici del pensiero greco, a quella complessa koiné culturale, animata, intorno alla metà del V secolo a.C., dall’osservazione e dall’analisi dei fenomeni naturali, geografici e astronomici, dei quali si ricercava l’arché, il principio primo. La filosofia atomistica si propone come una spiegazione integrale della realtà già nelle riflessioni del suo fondatore, Leucippo del quale si ignora il luogo di nascita, ma certo vissuto in Abdera, città natale del più noto Democrito, contemporaneo di Socrate e di Platone, aperto agli interessi enciclopedici del suo tempo e autore di numerosi scritti.
Fabrizio Lomonaco
Professore di Storia della filosofia
Università degli Studi di Napoli Federico II
Il concetto di atomo è sufficientemente diffuso da essere considerato una conoscenza ormai acquisita dalla maggioranza delle persone scolarizzate. Tuttavia, non più di un centinaio di anni fa, l’ipotesi atomica, avanzata soprattutto da alcuni chimici, non era universalmente accettata. Ad una conferenza di Boltzmann (Vienna 1897), l’importante fisico e filosofo della scienza E. Mach affermò di non credere negli atomi: per lui le originali teorie di Boltzmann erano al limite della scienza, perché basate su particelle troppo piccole per essere osservate. Nello stesso anno Thomson scoprì l’elettrone, intuì che fosse un costituente dell’atomo ed elaborò il primo modello atomico, sostituito nel 1911 da quello nucleare di Rutherford. Nel 1919 Aston potette misurare con grande accuratezza la massa degli atomi e rivelare la presenza degli isotopi, cioè di atomi di uno stesso elemento con massa diversa.
Lelio Mazzarella
Professore di Chimica fisica
Università degli Studi di Napoli Federico II
Secondo la legge di gravitazione universale di Newton siamo tanto più attratti dalla Terra quanto più grande è la nostra massa. La domanda ‘Perché pesiamo’ diventa quindi ‘perché abbiamo massa?’. Per rispondere dobbiamo sapere come siamo fatti. Per circa il 70% di molecole d’acqua e poi proteine, lipidi etc. La massa di una qualsiasi molecola è grosso modo la somma delle masse degli atomi che la compongono. La massa di un atomo è grosso modo quella del suo nucleo, quella del nucleo grosso modo quella dei protoni e neutroni che lo compongono. Il lettore, intelligente e colto, sta per esclamare, spazientito: ‘Ho capito, pesiamo perché protoni e neutroni hanno massa, ma entrambi sono composti a loro volta da quarks. È la solita storia di scatole cinesi dei fisici con le loro particelle sempre più piccole. Non sapremo mai perché pesiamo’. Ma non è così.
Renato Musto
Professore di Fisica teorica
Università degli Studi di Napoli Federico II
Se esistesse un ente per la difesa della reputazione dei concetti astratti, tra i suoi primi clienti ci sarebbero certamente i ‘buchi neri’, che da ormai troppi anni sono soggetti a una vera e propria campagna di diffamazione. ‘Distruttori di mondi’, ‘mostri annidati al centro delle galassie’, ‘fine dello spazio e del tempo’, per citare solo alcuni degli appellativi più comuni. In un ipotetico processo, l’avvocato di parte potrebbe iniziare con il far notare che, dato che la capacità che ha un corpo di attrarre altri oggetti dipende solo dalla sua massa, questa non cambia se si ha a che fare con un buco nero o con un oggetto normale.
Giuseppe Longo
Professore di Astrofisica
Università degli Studi di Napoli Federico II
Buco Nero. Fonte: Wikipedia
Fare scienza (archeologia, fisica o altro) è impegno per la conoscenza e fascino nell’indagine su misteri. Due strade per scoprirli: forza per portarli allo scoperto o deduzione da sottili ‘indizi’. Nella fisica delle particelle elementari, il Large Hadron Collider (LHC) recentemente entrato in funzione al CERN segue la prima: protoni di altissima energia vengono fatti collidere per forzare l’accadere di nuovi fenomeni. Al laboratorio del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) si segue la seconda: la ricerca di fenomeni rarissimi il cui accadere implica e quindi dimostra quanto ne è alla base. Il laboratorio è sotterraneo per ripararsi dalla pioggia da noi inavvertita ma continua di particelle che dal cosmo investono la terra. Come quando per pensare ci rifugiamo ove non penetrano i rumori del mondo esterno.
Paolo Strolin
Professore di Fisica delle particelle
Università degli Studi di Napoli Federico II
Scarica il dossier a cura della redazione di Come alla Corte – Edizione 2008-2009
Come alla Corte di Federico II, dossier: "Cosmo e microcosmo: alla ricerca dei semi delle cose"
Fabrizio Lomonaco: "Alle origini dell'atomismo"
Giuseppe Longo: "I buchi neri"
Lelio Mazzarella: "Evoluzione ed affermazione del concetto di atomo"
Luciano Maiani: "Cosmo e microcosmo: alla ricerca dei semi delle cose"