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Incontro con Ovidio Mario Bucci

Quando le vecchie tecnologie erano nuove: la nascita delle telecomunicazioni

La nascita e la diffusione del telegrafo e del telefono, contestualmente allo sviluppo della rete elettrica, e poi, sul volgere del secolo, del fonografo, del cinema, della radio, costituirono una vera rivoluzione tecnologica e sociale, paragonabile a quella oggi in corso. Sul finire dell’Ottocento tale rivoluzione sconvolse i modi e le forme della comunicazione, innescando il processo culminato nella globalizzazione economica e culturale che noi oggi viviamo.
Federica offre una sintesi dell’incontro con Ovidio Mario Bucci, svoltosi nell’ambito di Come alla Corte di Federico II, ovvero parlando e riparlando di scienza.

Ovidio Mario Bucci

Ovidio Mario Bucci


Telefono ed Internet: la storia si ripete

Le analogie tra le trasformazioni vissute dalle società industriali dell’epoca vittoriana e quelle avutesi nell’ultimo quarto del secolo appena trascorso sono notevoli, per quanto queste ultime siano avvenute dopo la conclusione del processo di industrializzazione della cultura di massa, che ha segnato tutto il XX secolo, e dopo la diffusione in tutto il corpo sociale delle tecnologie primarie della comunicazione.

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Ovidio Mario Bucci
Professore di Campi Elettromagnetici
Università degli Studi di Napoli Federico II

Il filmato completo, in streaming, è disponibile su Comeallacorte

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Verso il telegrafo: scienza e imprenditoria

Nel 1831 Micheal Faraday (1791-1867) scopre il fenomeno dell’induzione elettromagnetica.
Nel 1833 Carl Friedrich Gauss (1777-1855) e Wilhelm Weber (1804-1891) realizzano a Göttingen la prima linea telegrafica stabile utilizzando un telegrafo elettromagnetico ad un ago di loro invenzione.
Nel 1837 William Fothergill Cooke (1806-1879) e Charles Wheatstone (1802-1875) brevettano a Londra il telegrafo a cinque aghi. A luglio ne danno la prima dimostrazione pratica con un collegamento di 1,6 Km tra Euston e Camden Town.
Nel 1838 Cooke e Wheatstone realizzano per la compagnia Great Western il primo impianto telegrafico, tra le stazioni di Paddington e West Drayton (circa 21 km), esteso nel 1842 sino a Slough. Sarà poi un fatto di cronaca nera a dare un forte impulso alla propagazione del telegrafo.

Il filmato completo, in streaming, è disponibile su Comeallacorte

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Dal telegrafo al telefono

Colui che per primo sviluppò un sistema capace di generare segnali elettrici che seguissero le onde sonore fu Antonio Meucci (1808-1896), ma non avrà nessuna risonanza dal punto di vista dell’impatto sociale, il riconoscimento come inventore del telefono avverrà solo nel 2001. Figura centrale per la telefonia è Alexander Graham Bell. Il 14 febbraio 1876 deposita la domanda di brevetto per il suo telefono, poche ore prima del caveat di Elisha Gray (1835-1901).

Il filmato completo, in streaming, è disponibile su Comeallacorte

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La diffusione della telefonia

Nel 1885 il telefono si era molto diffuso, passando ad un livello intercontinentale, viene fondata la American Telephone and Telegraph Company (AT&T). New York era una vera e propria rete di fili telefonici. Il numero degli abbonati crebbe vertiginosamente. Dopo un periodo di monopolio il servizio fu liberalizzato. E in Europa, dove tutto aveva avuto inizio, cosa accaddeva? Come si sviluppa la rete?

Il filmato completo, in streaming, è disponibile su Comeallacorte

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Una lezione dal passato

“Le materie prime, che hanno costituito per il passato il nostro maggiore vantaggio sulle altre nazioni, stanno gradualmente livellandosi nei prezzi e saranno presto disponibili per tutti per il progresso dei trasporti: l’industria del futuro non dovrà basarsi su una concorrenza di vantaggi locali, ma su una concorrenza di intelletti …
I cultori di scienza astratta sono i “cavalli” che tirano l’industria”.

Lyon Playfair, Lectures on the Results of the Great Exhibition of 1851, London

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Biografia

Ovidio Mario Bucci è nato nel 1943, si è laureato con lode in Ingegneria Elettronica presso l’Università di Napoli nel 1966. Assistente ordinario dal 1967 del prof. Gaetano Latmiral, uno dei fondatori dell’Elettromagnetismo italiano, dal 1976 è professore ordinario di Campi Elettromagnetici presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Napoli. È stato, tra l’altro, direttore del Dipartimento di Ingegneria Elettronica e pro Rettore dell’Università di Napoli Federico II, presidente del Gruppo Nazionale di Elettromagnetismo del CNR, direttore del Centro Interuniversitario di Ricerca sulle Microonde e le Antenne. Dal 2001 è direttore dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del CNR. La sua attività scientifica riguarda l’Elettromagnetismo teorico ed applicato, e trova riscontro in oltre 300 pubblicazioni, per gran parte su riviste internazionali o atti di convegni internazionali. È Fellow dell’IEEE (Institute of Electrical and Electronic Engineers) e membro dell’Accademia Pontaniana. È stato insignito di diversi premi, tra cui la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica quale benemerito della Scienza e della Cultura.

Un mondo più piccolo. Un mercato più grande

Ricordate il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne? La scommessa apparentemente folle di effettuare il giro del mondo in un tempo, per l’epoca (1872), assai breve? Ricordate come si giunge ad essa in un salone del Reform club di Londra? Quattro gentiluomini giocano a whist discutendo tra un rubber e l’altro, del furto avvenuto pochi giorni prima al Bank of England. Ad Andrew Stuart che sostiene che la terra è abbastanza grande perché un ladro possa far perdere le proprie tracce, uno degli altri giocatori, l’indimenticabile Phileas Fogg, risponde: lo era un tempo…
E in effetti è proprio a partire dalla seconda metà del XIX secolo che la terra diventa più piccola e il mercato più grande, grazie ai progressi tecnologici che conducono alla rivoluzione dei trasporti e ai nuovi mezzi di comunicazione, dapprima il telegrafo e più tardi la radio.

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Vincenzo Giura
Professore di Storia Economica
Università degli Studi di Napoli Federico II


Ritorno al futuro. La nascita delle telecomunicazioni

In un romanzo del 1907, Emilio Salgari abbandonò i mari della Malesia per azzardare qualche passo nel futuro, inoltrandosi in quel secolo XX che lui, tuttavia, non avrebbe mai visto dispiegarsi (lo scrittore veronese morì suicida nel 1911 a Torino, nei luoghi che avrebbero visto la Grande Esposizione Universale). Ne Le meraviglie del Duemila, il creatore di Sandokan e del Corsaro Nero ipotizza un viaggio nel tempo a venire, approdando in un mondo in cui la cultura industriale ha realizzato mirabolanti progressi, ma al prezzo di un’isteria collettiva causata dal diffondersi dell’elettricità nell’aria. Il romanzo si chiude così: “Io ora mi domando se aumentando la tensione elettrica, l’umanità intera, in un tempo più o meno lontano, non finirà per impazzire”. Una frase interessante, ed eco curiosa di ciò che Georg Simmell, uno dei padri della sociologia, affermava nel suo saggio del 1903 sulla metropoli: “La base psicologica su cui si erge il tipo delle individualità metropolitane è l’intensificazione della vita nervosa, che è prodotta dal rapido e ininterrotto avvicendarsi di impressioni esteriori e interiori”.

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Sergio Brancato
Professore di Sociologia delle Comunicazioni
Università degli Studi di Salerno

Emilio Salgari. Fonte: Wikipedia

Emilio Salgari. Fonte: Wikipedia


Lo “straordinario incantesimo”

Il telefono è “uno straordinario incantesimo”, aveva scritto Marcel Proust nei Guermantes, ricordando una conversazione con la nonna. L’individuo all’altro capo del filo “si trova d’un colpo trasferito a centinaia di leghe di distanza”, così vicino che ne distinguono chiaramente le parole. Ma si tratta di una presenza astratta, senza espressioni del viso, senza profumi, impossibile da toccare. Una presenza invisibile, aveva osservato Proust, intuendo il prezzo da pagare ai nuovi mezzi di comunicazione. Fra tardo Ottocento e primo Novecento, telefono e radio avrebbero polverizzato le distanze, rompendo gli antichi vincoli del territorio materiale, e tuttavia il salto dalle corripondenze epistolari alla comunicazione via cavo e dalla stampa quotidiana al notiziario on air sarebbe stato accompagnato da dubbi e resistenze. Presto avrebbe preso piede un neologismo, phoney, che stava per fasullo, e nel 1902 il caustico H.G. Well avrebbe fatto notare come, grazie alla voce che corre sul filo, “l’uomo d’affari può star seduto a casa sua e dire fandonie che mai oserebbe scrivere”.

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Paolo Macry
Professore di Storia Contemporanea
Università degli Studi di Napoli Federico II


Dalle comunicazioni ottiche a quelle quantistiche

La storia delle telecomunicazioni è stata segnata da una crescita esponenziale delle informazioni trasmesse, e dal conseguente aumento delle frequenze utilizzate. Dopo un lungo periodo caratterizzato dallo sviluppo di tecnologie a radiofrequenza, negli anni ‘60 si assisté ad una rivoluzione tecnologica segnata dall’irrompere delle sorgenti laser. Nacquero così le comunicazioni ottiche. Sostituendo le portanti a RF con fasci ottici si passò dai gigahertz alle centinaia di terahertz, con un incremento di quasi un milione nelle frequenze trasmesse. Negli anni che immediatamente seguirono furono proposti e realizzati collegamenti basati su trasmettitori laser e schiere di foto-rivelatori, opportunamente disposti in modo da minimizzare gli effetti della turbolenza atmosferica. I primi tentativi di ottimizzazione di questi canali riproposero i precedenti schemi sviluppati per i canali affetti da fading.

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Salvatore Solimeno
Professore di Struttura della Materia
Università degli Studi di Napoli Federico II

Richard Feynman

Richard Feynman

Peter Shor

Peter Shor


Il futuro delle telecomunicazioni è iniziato sessanta anni fa…

….e precisamente nel 1948, data di pubblicazione dell’articolo A Mathematical Theory of Communications, in cui Claude Shannon, formalizzato con un modello astratto il processo di comunicazione, formulava una teoria matematica che non solo forniva un quadro teorico unificante per tutti i sistemi di Telecomunicazione all’epoca conosciuti, ma ne stabiliva anche le prestazioni limite ottenibili e delineava la strada della loro evoluzione: la digitalizzazione e la conseguente possibilità di trasmettere su di un’unica rete voce, video, testo, immagini, dati ecc.

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Ernesto Conte
Professore di Telecomunicazioni
Università degli Studi di Napoli Federico II

Sintesi delle comunicazioni radiofoniche, Benedetta Cappa

Sintesi delle comunicazioni radiofoniche, Benedetta Cappa

Sintesi delle comunicazioni telefoniche e telegrafiche, Benedetta Cappa

Sintesi delle comunicazioni telefoniche e telegrafiche, Benedetta Cappa


Come rendere visibile l’invisibile ovvero l’uso medico delle onde elettromagnetiche

Invisibile è ciò che non si può percepire con la vista. È invisibile ciò che è immateriale ed incorporeo. Ma è invisibile anche una moltitudine di oggetti che, pur dotati di corporeità, sono irraggiungibili dal nostro sguardo per distanza, dimensioni o collocazione. Parliamo di galassie lontane o di batteri? No, parliamo di corpo umano e di tutte quelle sue componenti che risultano nascoste al nostro sguardo. Quando W.C. Röntgen nel 1895 scoprì fortuitamente i raggi X, ci procurò lo strumento per guardare all’interno del corpo umano opaco alle radiazioni luminose.

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Silvana Del Vecchio
Professoressa di Diagnostica per Immagini e Radioterapia
Università degli Studi di Napoli Federico II

Salvador Dalì, L’uomo invisibile (1929)

Salvador Dalì, L'uomo invisibile (1929)


La telemedicina

La Telemedicina è stata storicamente considerata come il mezzo più idoneo per risolvere delle situazioni complesse in luoghi difficilmente raggiungibili. In questo ruolo storico si è avuta una crescita rapidissima soprattutto grazie all’enorme progresso tecnologico. Neanche Giulio Verne avrebbe infatti immaginato che dal “classico” teleconsulto si potesse, nel volgere di non molti anni, arrivare a realizzare per questa via anche complessi interventi chirurgici. Ma ciò che ha consentito alla telemedicina di fare un salto sostanziale nel numero di vite salvate è stato certamente la grande diffusione di queste tecniche, ad esempio, per le emergenze.

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Bruno Trimarco
Professore di Medicina Interna
Università degli Studi di Napoli Federico II

Scarica il dossier a cura della redazione di Come alla Corte – Edizione 2005-2006


Le lezioni del Corso

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Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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