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La Corte in Rete » Salvatore Auricchio, Alimenti, salute ed evoluzione dell'uomo


Incontro con Salvatore Auricchio

Alimenti, salute ed evoluzione dell’uomo

Vi sono alcuni alimenti di grande importanza nella nutrizione umana, quali latte e grano, che hanno influenzato sia la salute che l’evoluzione dell’uomo. Quali sono le implicazioni per la salute? Se ne discute con Salvatore Auricchio.
Federica offre una sintesi dell’incontro, svoltosi nell’ambito di Come alla Corte di Federico II, ovvero parlando e riparlando di scienza.

Salvatore Auricchio

Salvatore Auricchio


Alimenti, salute ed evoluzione dell’uomo

Il latte contiene uno zucchero, il lattosio, che, per essere assorbito dall’intestino deve essere digerito da un enzima della mucosa intestinale, la lattasi.
Nel 1963 fu fatta da noi a Zurigo la osservazione che esistono due tipi di uomini adulti, quelli con attività lattasica elevata, che tollerano il latte e quelli con attività lattasica pressocchè assente, che non tollerano il latte. Studi successivi hanno dimostrato che tutti i mammiferi, alla nascita hanno attività lattasica nell’intestino, ed infatti vivono di latte materno, ma perdono questa attività enzimatica nella vita adulta; l’unica eccezione è rappresentata dall’uomo, in quanto solo alcuni individui perdono l’attività lattasica con la vita adulta (parliamo di ipolattasia dell’adulto), mentre altri, grazie ad una mutazione genetica, hanno persistenza di attività lattasica nella vita adulta e possono perciò digerire il latte.

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Salvatore Auricchio
Professore di Pediatria
Università degli Studi di Napoli Federico II

Il filmato completo, in streaming, è disponibile su Comeallacorte

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Attività lattasica

Tutti i mammiferi, compreso l’uomo, posseggono attività lattasica alla nascita, ma la perdono nella vita adulta.

L’uomo anomalo, quello “mutato”, è pertanto l’uomo con persistente attività lattasica nella vita adulta.

Il filmato completo, in streaming, è disponibile su Comeallacorte

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Mutazione della lattasi

La mutazione della lattasi è stata unica nella storia dell’umanità,  si è verificata una sola mutazione nella storia dell’evoluzione dell’uomo e  poi si è diffusa.
Qual è il luogo di origine della mutazione? Che ruolo ha giocato la persistenza della lattasi per il genoma?

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Celiachia

Cosa sono le gliadine? E quali sono i meccanismi lesivi delle gliadine nel celiaco?

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Terapie delle intolleranze ad alimenti

Quali sono le possibili soluzioni terapeutiche, oltre all’eliminazione dalla dieta delle sostanze che provocano le intolleranze?

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Biografia

Salvatore Auricchio, è nato a Napoli nel 1934, si è laureato a Napoli nel 1956 in Medicina e Chirurgia. Ha studiato a Napoli ed a Zurigo. È Ordinario di Pediatria della Facoltà di Medicina della Università Federico II di Napoli, dove è Direttore del Dipartimento di Pediatria e del Laboratorio Europeo per lo Studio delle Malattie indotte da Alimenti. È Accademico della Deutsche Akademie der Naturforscher Leopoldina (Halle, Germania). È Dottore in Medicina Honoris Causa dell’Università di Tampere (Finlandia). È stato Presidente della European Society for Pediatric Gastroenterology and Nutrition, che ha contribuito a fondare. È Medaglia d’oro ai Benemeriti della Scienza e della Cultura. È membro di numerosi Comitati editoriali di riviste Internazionali e di numerose Società Scientifiche Internazionali. È autore di più di 200 lavori in extenso e di più di 100 capitoli di libri e reviews. I campi di studio di maggiore interesse sono: la digestione e l’assorbimento dei carboidrati e la malattia celiaca. Coordina a Napoli un gruppo di ricercatori al quale si debbono molte delle recenti acquisizioni in tema di genetica, patogenesi clinica, e terapia della malattia celiaca.

 

Ogni uomo assume il 50% del cibo per se ed il 50% per i medici

I raffinati medici dell’antico Egitto attraverso questo aforisma, tramandato con i geroglifici, ci hanno insegnato, circa 5000 anni orsono, che gli alimenti possono essere causa di malattie. Basti pensare al diabete mellito, all’aterosclerosi ed alle allergie alimentari.
Le reazioni avverse ad alimenti interessano circa il 6% della popolazione infantile ed il 4% degli adulti. Possono essere suddivise in intolleranze alimentari ed allergie alimentari. Le intolleranze alimentari costituiscono una reazione avversa verso uno specifico alimento e non coinvolgono il sistema immunitario. Un esempio è l’intolleranza al lattosio: in questo caso la mancanza di uno specifico enzima come la lattasi (necessario per digerire il latte) produce sintomi gastrointestinali quali meteorismo e dolore addominale.

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Gianni Marone
Professore di Medicina Interna
Università degli Studi di Napoli Federico II


Accumulo di grassi nei posti sbagliati

Il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari stanno diventando i peggiori killers del XXI secolo. Queste malattie debilitanti sono presenti soprattutto nelle persone obese e in sovrappeso. La preoccupazione cresce perché nel mondo vi sono più di trecento milioni di obesi e oltre un miliardo di uomini, donne e bambini già in sovrappeso.
Perché l’eccesso di grasso predispone alla resistenza all’insulina e con essa all’intolleranza al glucosio, al diabete, alle vasculopatie, alle malattie cardiovascolari, cerebrovascolari ecc.?

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Antonio Barletta
Professore di Fisiologia Generale
Università degli Studi di Napoli Federico II


Caffè e razionalità

Quando si è invitati a “parlare di scienza” è sempre opportuno cercare di non trascurare il possibile intervento di qualche variabile non immediatamente evidente. Sarà anche per questo che, tra i sociologi della cultura, c’è stato chi ha acutamente fatto notare quanto sia stata sottostimata la relazione che si è venuta ad instaurare in Europa, nel corso del XVI secolo, tra l’emergere di un’inedita propensione ascetica al calcolo razionale e all’astrazione (insomma L’Etica Protestante così straordinariamente descritta da Max Weber), da una parte, e la penetrazione sempre più estesa di una serie di generi alimentari importati dalle nuove Colonie (i generi coloniali, appunto), tra cui spicca innanzitutto il caffè.

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Gianfranco Pecchinenda
Professore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi
Università degli Studi di Napoli Federico II


I tempi e gli alimenti

Oggi gran parte dei pasti vengono consumati fuori casa, il tempo che si dedica all’acquisto degli ingredienti ed alla preparazione delle pietanze è estremamente limitato, le disponibilità economiche sono aumentate e soprattutto non si mangia più per la necessità di nutrirsi ma per il piacere di farlo e con la piena consapevolezza del rapporto che esiste fra alimentazione e salute. È facile rendersi conto in un supermercato di come questi cambiamenti socio-economici-culturali hanno favorito la realizzazione di una miriade di nuovi prodotti: verdure già mondate, minestre e primi piatti pronti, preparati per dolci o per risotti, formaggi light, bevande che si autoriscaldano … e si potrebbe continuare all’infinito. Ma come si è arrivati a questi prodotti?

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Paolo Masi
Professore di Tecnologie Alimentari
Direttore del Centro di Ateneo per l’Innovazione e lo Sviluppo nell’Industria Alimentare (CAISIAL)
Università degli Studi di Napoli Federico II


La pellagra: una malattia sociale mai ereditaria!!!

Il “mal della rosa” fu descritto la prima volta dal medico spagnolo Gaspare Casal nel 1735. Lo stesso Casal ne indicò la probabile causa in uno squilibrio dietetico. In Italia, nel 1771, F. Frapolli ne descriveva tra i contadini milanesi un’epidemia. In questa occasione essa fu definita “pellagra”, adottando il termine popolare descrittivo del suo più visibile tratto semeiotico. Anche Goethe nel suo primo viaggio in Italia ne scriveva da Verona nel 1786. In quegli anni, e fino al 1900 inoltrato, la pellagra, la malattia delle tre D (dermatite, diarrea e demenza), costituì una vera piaga sociale in Europa, in Africa ed in America.

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Luciano Gaudio
Professore di Genetica
Università degli Studi di Napoli Federico II


Alimentazione in guerra

Per vincere le guerre occorre disporre di forze militari debitamente addestrate ed equipaggiate ed anche di sufficienti risorse per ridurre al minimo i sacrifici per la popolazione. Se è vero questo, la seconda Guerra mondiale fu persa in partenza dall’Italia perché il regime fascista non fu in grado neppure di assicurare scorte alimentari sufficienti per coprire una guerra di breve durata.
Mussolini trascinò l’Italia a scendere in campo al fianco della Germania, nel giugno 1940, nell’illusione che i tedeschi, dopo le sfolgoranti vittorie della Wehrmacht in Belgio, Olanda e in Francia, avessero già vinto la guerra, senza preoccuparsi perciò più di tanto del fatto che il nostro paese disponeva di armamenti e di risorse belliche sufficienti solo per poche settimane e che difettavano anche le scorte di generi alimentari.

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Paolo De Marco
Professore di Storia contemporanea
Seconda Università degli Studi di Napoli

 

Scarica il dossier a cura della redazione di Come alla Corte – Edizione 2005-2006


Le lezioni del Corso

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