Non vi è dubbio che lo sviluppo tecnico e tecnologico dalla seconda metà del ‘900 sia stato a dir poco vertiginoso e molte delle acquisizioni scientifiche che ne hanno segnato la processualità evolutiva hanno, nel profondo, modificato e riscritto i codici di lettura ed interpretazione della stessa relazione tra l’uomo e la realtà esterna. Modifica radicale che, in larga parte, ha contribuito e sta contribuendo ad eliminare, uno alla volta, tutti quei pregiudizi di marca antropocentrica che, è inutile tacerlo, hanno contraddistinto la narrazione, l’auto-narrazione, dell’avventura umana.
Ma il processo di eliminazione, a dispetto della velocità della processualità evolutiva delle scienze, è lento e, specie se l’oggetto delle scienze è l’uomo stesso, il rischio è quello di incorrere in incubi “fantascientifici”.
In realtà se si accetta – sulla scorta delle riflessioni condotte in precedenza segnatamente alle “condizioni” dell’umano e, dunque, relativamente al suo “posto” – che l’uomo, l’umano è storia, concrescenza fluida di accumulo storico, sommatoria aperta di esperienze in fieri, fossero anche quelle inscritte nel casuale sentiero evolutivo, è possibile allora dire che l’uomo, l’umano, è niente altro che deformazione.
È, cioè, oggetto e soggetto di deformazione in quanto modificatore e modificazione costante: ovvero, tanto rispetto alla propria possibilità e abilità di soggetto agente di fronte alla eventualità di interazione (e destrutturazione e ristrutturazione, quindi) con il mondo circostante – sia esso inteso come complesso di enti che gli si fanno incontro, sia come mondo proiettivo, ossia quale complesso di enti cui egli stesso ha messo mano ideandoli e realizzandoli.
Ma è altresì soggetto agente di deformazione anche al cospetto del suo stesso bios, dal che è anche oggetto di deformazione (teoricamente consapevole).
Ma di là dagli incubi fanta-scientifici, se le premesse che sin qui siamo andati prospettando possono essere assunte come valide, ovvero se è proprio questo “evento ibridativo”, assunto quale processualità che storicamente si determina, a farne e dirne dell’umano e della sua specificità – è nell’esplicitarsi della ibridazione che è la cultura, ragion per cui non vi è più dicotomia con la natura – una prima ricaduta che ne dice delle frontiere aperte determina che la cultura non è più da assumere quale mero completamento della natura in conseguenza della incompletezza originaria bensì, per certi versi, come “motore della natura” in ragione della sua capacità di retroazione sul sistema-uomo stesso.
La conoscenza stessa dell’umano, dunque, ma anche le scienze medesime, non possono più mirare o essere portabandiera di alcunché di assoluto o assolutamente “vero”. Mutano in funzione della potenzialità, già in dissolvimento al momento del suo primo affacciarsi, di questa idea qui di umano, di questa contestuale e storica idea di umano che si declina in situazione. Ma, appunto, questa situazione già chiama ed indica in direzione del suo mutamento che non sta a dire di “progresso” o “progressismo” ma, prospetticamente, solo del limite attuale raggiunto e che, nel farsi stesso, può tendere o far tendere in direzione dello slittamento successivo.
Se è in gioco, come è in gioco, la tenuta speculativa del nostro umanesimo tradizionale, ciò sta a significare che è in questione, che è oggetto di questione la struttura, l’intera impalcatura concettuale di questo umanesimo e, conseguentemente, tutto ciò che da essa è dipeso e dipende a tutt’oggi.
Questa è, in definitiva, la questione ultima che ci deve interessare e che è relativa, in sostanza, alla ipotesi di un neo-umanesimo sciolto da ogni pretesa metafisica e ontologica.
2. Bioetica e sue definizioni - Parte prima
3. Bioetica e sue definizioni - Parte seconda
4. Bioetica: sapere senza statuto epistemologico
6. Homo faber, homo creator, homo materia
8. Lo statuto (presunto) delle macchine
9. Dall'"utensile" alla falsificazione
10. Morte dell'uomo della metafisica - Parte prima
11. Morte dell'uomo della metafisica - Parte seconda
12. Nascita del giusnaturalismo
13. Il giusnaturalismo compiuto nell'ordine suo
14. La crisi e la fine del giusnaturalismo
15. La condizione dell'uomo e/o le condizioni dell'umano
16. Dal “sistema aperto” all'ibridazione
17. Dalla fantascienza alla scienza
18. Neo-umanesimo dell'a-essere (I parte)