Bioetica è parola composta: dal greco antico βioς, bìos (vita) e da εθoς, èthos (comportamento, costume, misura dell’agire). Nelle sue intenzioni fondative la bioetica si è proposta e si propone essere disciplina che si occupa delle questioni morali eventualmente derivanti dalla ricerca scientifica connessa alla vita.
È necessario considerare preliminarmente come, nel circolo della bioetica, risultino coinvolti (in un’ottica compartecipativa) diversi saperi regionali: filosofia, medicina, biologia, genetica, sociologia, psicologia, diritto e teologia.
È dunque essenziale operare una vera e propria scomposizione dei termini costitutivi la “parola” bioetica per seguirne, prima singolarmente e poi in maniera combinata, la genealogia.
Bisogna, cioè, cogliere lo strutturarsi dei reagenti concettuali, vita e comportamento, misura dell’agire, per poi comprendere il significato della loro reazione concettuale ultima: la bioetica, appunto.
Immagine da: Liceo Scientifico Segrè
Possiamo definire “vita” quella condizione che distingue gli organismi animati dagli oggetti inanimati.
Gli organismi animati, o esseri viventi, sono caratterizzati dal ciclo:
Per gli esseri umani, la vita assume importanza anche in quanto esistenza, ampliando così il suo significato dal campo puramente biologico e scientifico a quello filosofico e spirituale.
La definizione non è tuttavia così semplice e banale: spaziare dall’ambito biologico a quello filosofico ne è la cifra.
Si è giunti, comunque, alla stesura di una “mappa” di almeno sette pilastri fondamentali che definiscono il concetto di vita, cioè le caratteristiche che fanno di un agglomerato di composti chimici un vero e proprio organismo vivente.
Queste proprietà definiscono, o meglio, servono a definire il vivente, l’essere vivente, per come lo conosciamo e per come, costantemente, lo proviamo a conoscere.
Altrettanto problematico e complesso è dare una definizione di etica, del concetto di etica.
Anche in questo caso preliminarmente, e per vie generiche, potremmo provare a definire l’etica come quella branca della filosofia che studia i fondamenti oggettivi e razionali che permettono di assegnare ai comportamenti umani uno status tale da poterli distinguere in buoni, giusti, leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti cattivi, ingiusti, illeciti.
È basilare, comunque, richiamarsi alla radice greca del termine per poter enucleare sfumature costitutive fondamentali del concetto.
Come s’è detto in precedenza: εθoς, èthos, “carattere”, “comportamento”, “costume”, “consuetudine”;
ma anche ηθoς, ove il termine èthos acquisisce il significato di “plesso di principi che incidono sulla collettività”.
Come si intuisce, è l’essere umano ad essere al centro; l’essere umano che ricerca, sia a livello soggettivo sia intersoggettivo, codici comportamentali e relazionali.
Dacché, l’etica può anche venir definita come la ricerca di quei criteri (uno o più) tali da consentire all’individuo di gestire adeguatamente le proprie prerogative (come ad esempio l’esercizio della libertà) nel rispetto delle prerogative altre, dell’altro.
Essa pretende inoltre una base razionale, quindi non emotiva, dell’atteggiamento assunto. In questo senso essa pone dei canoni e dei confini entro cui l’agire si può estendere ed esprimere.
In questa accezione più circoscritta viene spesso considerata sinonimo di filosofia morale, poiché ha come oggetto i valori (morali) che sottendono i modi dell’agire medesimo.
Ma l’etica si occupa anche della determinazione di quello che può essere definito “il senso”, ovvero il significato esistenziale della vita del singolo e dell’ambito complessivo che la include.
Anche per questo motivo è consuetudine differenziare i termini “etica” e “morale”. Un altro motivo è che, sebbene essi spesso siano usati come sinonimi, si preferisce l’uso del termine “morale” per indicare l’assieme di valori, norme e costumi di un individuo o di un determinato gruppo umano, riservando “etica” per riferirsi all’intento razionale (cioè filosofico) di fondare la morale intesa come disciplina.
Una volta poste queste premesse “strutturali”, a partire dalla prossima lezione, sarà possibile iniziare ad enucleare delle ipotesi di definizione della “bioetica”, al fine di fissare ambiti e confini più definiti entro i quali poi andare a sviluppare le tematiche specifiche del Corso.
2. Bioetica e sue definizioni - Parte prima
3. Bioetica e sue definizioni - Parte seconda
4. Bioetica: sapere senza statuto epistemologico
6. Homo faber, homo creator, homo materia
8. Lo statuto (presunto) delle macchine
9. Dall'"utensile" alla falsificazione
10. Morte dell'uomo della metafisica - Parte prima
11. Morte dell'uomo della metafisica - Parte seconda
12. Nascita del giusnaturalismo
13. Il giusnaturalismo compiuto nell'ordine suo
14. La crisi e la fine del giusnaturalismo
15. La condizione dell'uomo e/o le condizioni dell'umano
16. Dal “sistema aperto” all'ibridazione
17. Dalla fantascienza alla scienza
18. Neo-umanesimo dell'a-essere (I parte)