«Gli esseri umani sono unici. Come e perché lo siano ha stimolato per secoli la curiosità di scienziati, filosofi e persino avvocati. Quando cerchiamo di stabilire una distinzione tra animale ed esseri umani nascono controversie e ci si azzuffa sulle idee e sul significato dei dati, e quando il polverone si placa, ciò che resta è una quantità maggiore di dati su cui costruire teorie più forti e stringenti. Stranamente, in questo ambito di ricerca, idee opposte sembrano essere almeno parzialmente corrette» (M.S. Gazzaniga, Human. Quel che ci rende unici, p. 9).
In riferimento a quali elementi, o risorse, presenti nell’uomo e assenti in altri esseri viventi, è possibile definire l’unicità dell’essere dell’uomo? Una prima risposta, la più generale, vede nella capacità di simbolizzazione dell’essere dell’uomo la risorsa che differenzia l’uomo dall’animale.
Secondo Susan Langer, a contrassegnare la distanza tra l’uomo e gli altri esseri animali non umani non è tanto una sensibilità più alta o una memoria maggiore, ma solo la capacità di trasformare l’esperienza vissuta in simboli e di usarli nella vita quotidiana, traducendoli in parole. «È il potere di usare simboli, il potere del linguaggio che lo fa signore della terra» (S. Langer, Filosofia in una nuova chiave, p. 48).
L’uomo è il “vertice” dell’evoluzione degli esseri viventi? Quali le ragioni, se ci sono, che possano giustificare una risposta positiva a questo interrogativo? Una risposta negativa è da scartare comunque, o esistono certi margini per rispondere negativamente?
La complessità delle questioni in gioco rende difficile una qualsiasi risposta, tale che possa essere considerata esauriente e definitiva, senza poter essere smentita da quanti tendono ad accorciare le distanze tra l’uomo e l’animale.
L’affermazione sulla “specialità” dell’essere dell’uomo, contrariamente a quanto potrebbe sembrare, non è così pacifica, da poter essere accettata da tutti: ne va dell’idea stessa di uomo, propria della tradizione giudaico-cristiana.
L’affermazione sulla “specialità” dell’uomo rispetto agli altri esseri viventi, una costante della cultura europea di derivazione ebraico-cristiana, non è oggi così pacifica da poter essere accettata da tutti. È diventata più controversa, quando i confini tra l’uomo e l’animale sono apparsi più esili e si è proceduto negli studi sull’intelligenza artificiale.
Lo stesso riferimento alla tradizione umanistica occidentale di origine giudaico-cristiana sembra non bastare più. Ragioni storiche e scientifiche portano a mettere in primo piano altri paradigmi di comprensione dell’essere dell’uomo.
L’affermazione iniziale si presta a critiche e a contestazioni e da parte dei teorici darwinisti o neodarwinisti e da parte dei teorici creazionisti, anche se orientati in senso evoluzionista.
La cultura novecentesca, segnata dalla tragedia delle guerre come dal rapido sviluppo della scienza e delle nuove tecnologie, sembra rinunciare ad ogni prospettiva umanista in favore del dubbio e dell’incertezza. Il risultato è un uomo che riscopre le origini animali, ma perde la sua identità di essere pensante e parlante.
Perché gli esseri umani, devono essere considerati più “singolari” degli altri animali?
La domanda è ineludibile: o l’uomo è l’essere posto sopra tutti gli esseri animali o è, più semplicemente, uno tra loro e, certamente, non il più “forte” e il più “dotato”.
Come rispondere a questo interrogativo, diventato oggi inevitabile, come fosse una sfida da raccogliere? Su quali basi documentali e con quali argomenti e dati di fatto?
L’uomo parla e pensa; gli esseri animali non umani non parlano e non pensano: è questo il punto decisivo della questione.
Mente e linguaggio segnano il perimetro dell’umanità. Entro questo perimetro l’uomo vive e costruisce la sua identità. Sta qui il suo essere “speciale”.
La differenziazione dell’uomo rispetto agli altri esseri viventi non umani si colloca, soprattutto, sul piano della produzione, della comprensione e della comunicazione del linguaggio verbale.
Il piano del linguaggio è strettamente collegato al piano mentale, di cui il linguaggio è la sua espressione più preminente.
Il linguaggio rappresenta il coronamento di un processo di sviluppo dell’essere dell’uomo, che ha trovato la sua manifestazione e realizzazione nella fase più recente dell’evoluzione umana, quando nel mondo abitato è apparso l’Homo sapiens, erede più recente dell’Homo afarensis, dell’Homo erectus e dell’Homo abilis.
Domandarsi se l’uomo è un essere “speciale” significa porsi un problema etico fondamentale. Perché l’uomo è un soggetto etico e come tale responsabile delle sue azioni? Quali gli argomenti, se ci sono, che possano giustificare una risposta positiva a questo interrogativo?
Tutti gli esseri, animati o inanimati, sono parte del mondo, ma soltanto l’uomo, dotato della mente e del linguaggio, fa parte del mondo e lo possiede.
Come e perché l’uomo fa parte del mondo e lo possiede?
È attraverso il linguaggio che l’uomo possiede il mondo, come la sua dimora più originaria, creandolo e ricreandolo, cambiandolo e trasformandolo, ponendo domande e chiedendo risposte a sé e agli altri suoi simili.
Nessun altro essere vivente può rivendicare di far parte del mondo, di possederlo, anche se simbolicamente, di ricrearlo e di trasformarlo, adattandolo di continuo ai suoi “bisogni”.
Lezione 3: Il processo di ominazione e l’homo sapiens
1. Filosofia della mente: contenuti, problemi, metodi
2. Perché l'uomo è un essere “speciale”
3. Il processo di ominazione: l'homo sapiens
4. Mondo animale e mondo umano. Una soluzione provvisoria
5. L'uomo tra natura e cultura: il ruolo del cervello
6. Cervello, Mente e Linguaggio
7. Le scienze cognitive, le neuroscienze e l'interrogativo sull'uomo
8. Il problema della coscienza
10. Teorie della mente a confronto: Dennett e Searle
11. Varela e la neurofenomenologia
12. La scoperta dei neuroni specchio e la conoscenza della mente
13. Gesticolazione delle mani, produzione del linguaggio e comprensione dell'altro
14. Il ruolo della mente nei processi cognitivi e l'identità personale
1. Filosofia della mente: contenuti, problemi, metodi
2. Perché l'uomo è un essere “speciale”
3. Il processo di ominazione: l'homo sapiens
4. Mondo animale e mondo umano. Una soluzione provvisoria
5. L'uomo tra natura e cultura: il ruolo del cervello
6. Cervello, Mente e Linguaggio
7. Le scienze cognitive, le neuroscienze e l'interrogativo sull'uomo
8. Il problema della coscienza
10. Teorie della mente a confronto: Dennett e Searle
11. Varela e la neurofenomenologia
12. La scoperta dei neuroni specchio e la conoscenza della mente
13. Gesticolazione delle mani, produzione del linguaggio e comprensione dell'altro
14. Il ruolo della mente nei processi cognitivi e l'identità personale
I podcast del corso sono disponibili anche su iTunesU e tramite Feed RSS.