Dopo averne narrato le origini favolose, l’umanista si dilunga sulle origini storiche della città di Napoli, fondata da coloni provenienti da Cuma Euboica e da Rodi. La città greca più antica si fuse nel tempo con la cittadella di Palepoli, distante poche miglia.
Fonti Strab. V 4, 7
Liv. VIII 22, 5
Testo
Il Pontano celebra anche il ruolo della città rispetto al territorio, presentandola come punto di incontro e naturale confluenza delle genti campane.
Fonti: Strab. V 4, 7
Testo
L’umanista traccia un vasto panorama di antiquitates campane e napoletane testimoniate dal mito del passaggio di Ercole per Napoli e per i territori ad essa limitrofi.
Secondo l’umanista Ercole – ritornando dalla Spagna e dopo essersi fermato nel Lazio – approda in Campania presso il Lago d’Averno e attraversa la regione, lasciando dietro di sé numerose tracce del suo passaggio.
Ad Ercole l’umanista fa risalire la fondazione di Ercolano e di Pompei.
Fonti:
Strab. V 4, 6 ; Prop. I 11, 2 ; Liv. I 7 ; Plin. N. H. XXXVI 15
Dion. Halic. I 35. 2
Testo
Nell’impianto della città coeva il Pontano rintraccia luoghi che recano nel toponimo in maniera chiara il loro legame con Ercole:
Monte Echia (citato dal Pontano nella forma Hercli in Lepidina, pompa II, v. 173) il sacello del Salvatore ad Herculis viam, collocabile presso la Chiesa di San Giorgio Maggiore in via Duomo la cappelletta di Maria ad Herculem, situata in prossimità della chiesa di Sant’Eligio dei Chiavettieri nei pressi di Piazza Mercato.
Testo
Il Pontano celebra Napoli come sede di una sapientia antica rappresentata da grandi filosofi e da grandi poeti. Tale celebrazione trae spunto dalla rilettura del mito delle sirene di Cic. De finibus V 18, 49 (Hom. Od. 12, 165-200).
Testo
Questa celebrazione di Napoli si ritrova in altre opere dell’umanista coeve al De bello Neapolitano, quali il De luna e il dialogo Aegidius, e in opere di altri umanisti vicini al Pontano, tra cui ricordiamo Egidio da Viterbo e Jacopo Sannazaro.
Il Pontano cita esplicitamente come esempi di filosofi precedenti Pitagora, Zenone e Parmenide, e richiama come esempio di sapientia la figura di Numa.
Fonti: Cic. Tusc. IV 1, 4; De or. II 154
1. Giovanni Gioviano Pontano: Vita e Opere
2. La produzione in versi di Giovanni Gioviano Pontano
4. Il De bello Neapolitano: struttura, contenuti, modelli
6. Contenuto e caratteri della Laudatio urbis Neapolis
7. Lettura e commento della Laudatio urbis Neapolis I
8. La storia dei popoli italici nella Appendice antiquaria del De bello Neapolitano
9. Le Antiquitates Neapolitanae
10. La magnificenza urbanistica della città di Napoli
11. Napoli e la Campania nella produzione in versi del Pontano.
12. L'elegia Parthenopeus II 14 Ad Musam de conversione Sebethi in fluvium.
13. La trasfigurazione in senso partenopeo di Virgilio
14. Conclusioni
M. RINALDI, Il De luna di Giovanni Pontano, cit., pp. 79-86.
1. Giovanni Gioviano Pontano: Vita e Opere
2. La produzione in versi di Giovanni Gioviano Pontano
4. Il De bello Neapolitano: struttura, contenuti, modelli
6. Contenuto e caratteri della Laudatio urbis Neapolis
7. Lettura e commento della Laudatio urbis Neapolis I
8. La storia dei popoli italici nella Appendice antiquaria del De bello Neapolitano
9. Le Antiquitates Neapolitanae
10. La magnificenza urbanistica della città di Napoli
11. Napoli e la Campania nella produzione in versi del Pontano.
12. L'elegia Parthenopeus II 14 Ad Musam de conversione Sebethi in fluvium.
13. La trasfigurazione in senso partenopeo di Virgilio
14. Conclusioni
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