In Parthenopeus II 1, 52 il Pontano ricorda che Napoli fu sempre oggetto caro ai suoi studi (“Parthenope, studiis semper amata meis”). Il verso potrebbe alludere proprio a quegli studi su Napoli e sulle sue antiquitates che l’umanista rievoca nelle prime battute della dissertazione antiquaria che chiude la sua unica opera storica, il De bello Neapolitano. L’elegia, indirizzata al dotto greco Teodoro Gaza, dovette essere composta non molto tempo dopo l’arrivo del dotto grecista a Napoli, avvenuto tra il 1455 ed il 1456. Se il verso allude proprio agli studi sulle antichità napoletane, allora essi possono essere datati intorno al 1455, in tempi prossimi all’epoca in cui l’umanista aprì in Napoli la sua scuola, che contribuì non poco a rendere famoso e accetto il nome del Pontano.
La laudatio Neapolis del Pontano è anche trasposizione di una immagine di Napoli tipica del periodo dei Trastamara, soprattutto dell’epoca di Alfonso il Magnanimo, che la letteratura encomiastica sviluppatasi a corte celebrò sempre come re sapiente, mecenate illustre e generoso promotore di cultura.
La laudatio urbis Neapolis è espressione di un sentimento di identificazione profonda con quella sapientia che egli interpreta e celebra come antichissima ed autentica vocazione della città di Napoli.
La celebrazione di Napoli affianca ai dati scaturiti dalla mera ricerca erudita e dallo scandaglio delle fonti storiche e letterarie quelli derivanti dall’esplorazione archeologica condotta in prima persona sul territorio della città e dei dintorni
La Laudatio Neapolis si configura come un testo complesso che ritesse i canoni dell’antica epidittica , ma si muove anche in sintonia col filone erudito ed innovativo della letteratura geografica.
Si possono così riassumere i suoi punti fondamentali:
Anche un’altra opera del Pontano può essere considerato un omaggio a Napoli e alla Campania: la Lepidina. In essa il Pontano celebra Napoli, i suoi quartieri e i suoi dintorni, non senza un sguardo curioso e attento alle caratteristiche, persino alle specialità gastronomiche, di un territorio particolarmente fortunato.
Il carme in lode di Napoli Lyra 6 presenta non pochi punti i contatto con la Laudatio urbis Neapolis contenuta nelle ultime pagine del De bello Neapolitano. Anche in questa saffica l’umanista presenta Napoli come città magnifica, ricca di monumenti e di bellezze naturali , dove il culto della poesia, delle belle arti e della sapientia hanno la sua naturale dimora.
Un ulteriore omaggio a Napoli risulta essere un mito sulla nascita di Virgilio, attraverso il quale il Pontano, da un lato, rielabora in termini fantastici la biografia del poeta antico; e, dall’altro, rappresenta il legame di amore tra Napoli e Virgilio, e celebra Napoli come il luogo dove avvenne il tirocinio poetico di Virgilio, ad opera delle muse e della sirena Partenope. Il mito è narrato, con alcune varianti, in Urania II 1286 ss., e in Eridanus I 14.
1. Giovanni Gioviano Pontano: Vita e Opere
2. La produzione in versi di Giovanni Gioviano Pontano
4. Il De bello Neapolitano: struttura, contenuti, modelli
6. Contenuto e caratteri della Laudatio urbis Neapolis
7. Lettura e commento della Laudatio urbis Neapolis I
8. La storia dei popoli italici nella Appendice antiquaria del De bello Neapolitano
9. Le Antiquitates Neapolitanae
10. La magnificenza urbanistica della città di Napoli
11. Napoli e la Campania nella produzione in versi del Pontano.
12. L'elegia Parthenopeus II 14 Ad Musam de conversione Sebethi in fluvium.
13. La trasfigurazione in senso partenopeo di Virgilio
14. Conclusioni
1. Giovanni Gioviano Pontano: Vita e Opere
2. La produzione in versi di Giovanni Gioviano Pontano
4. Il De bello Neapolitano: struttura, contenuti, modelli
6. Contenuto e caratteri della Laudatio urbis Neapolis
7. Lettura e commento della Laudatio urbis Neapolis I
8. La storia dei popoli italici nella Appendice antiquaria del De bello Neapolitano
9. Le Antiquitates Neapolitanae
10. La magnificenza urbanistica della città di Napoli
11. Napoli e la Campania nella produzione in versi del Pontano.
12. L'elegia Parthenopeus II 14 Ad Musam de conversione Sebethi in fluvium.
13. La trasfigurazione in senso partenopeo di Virgilio
14. Conclusioni
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