Il Pontano rese omaggio a Napoli e alla Campania in molti luoghi della sua opera, a partire dalla raccolta di liriche giovanili intitolata proprio Parthenopeus liber, cioè libro per Partenope.
In Parthenopeus II 14, Ad Musam de conversione Sebethi in fluvium (lunga elegia in cui viene utilizzato il modulo ovidiano della metamorfosi) il poeta rende omaggio al Sebeto, il fiume sotterraneo ed invisibile di Napoli, inventando una metamorfosi che spiega la conversione del pastore Sebeto in fiume e divinità. Nelle battute conclusive del carme il poeta promette un’opera in cui canterà le nozze di Sebeto con Partenope, un’opera che è identificabile nella Lepidina.
Napoli è variamente celebrata dall’umanista in Parthenopeus I 6 e 19, e soprattutto in Parthenopeus II 1, una lunga elegia (indirizzata a Teodoro Gaza) che intreccia la topica elegiaca della renuntiatio amoris con una pharmaceutria di matrice virgiliana e gli echi della poesia lirica autobiografica ed intimista dei Tristia di Ovidio. In questa elegia il poeta in un lungo brano autobiografico ricorda come Napoli/Parthenope lo accolse dandogli una nuova patria, allorché giovanissimo fu costretto ad abbandonare la terra natia, l’Umbria, per guerre fratricide che avevano causato già la morte del Padre.
Il testo che per impianto e contenuto risulta essere più vicino ad alcuni passaggi della Laudatio Urbis Neapolis contenuta nel De bello Neapolitano è un breve componimento della Lyra, Antinianam nympham invocat ad cantandas laudes urbis Neapolis = Il poeta invoca la ninfa Antiniana a celebrare le lodi della città di Napoli.
Qui l’umanista affida il compito di celebrare la città alla ninfa Antiniana, la ninfa trasfigurazione di un luogo ameno della città di Napoli, sulla collina del Vomero, luogo dove il Pontano aveva una villa con giardino.
La cronologia della Lyra è di difficile inquadramento. Si tratta, infatti, di un canzoniere che raccoglie una serie di carmi collocabili in un lunghissimo arco di tempo, che va dalla giovinezza del poeta (cc. V, VIII dedicati a Fannia, la donna cantata nel canzoniere giovanile Parthenopeus), agli anni della maturità (al 1481 risalgono i cc. VII, X, XV che cantano la vittoria conseguita da Alfonso d’Aragona sui Turchi ad Otranto; al 1490 il c. IX, in cui il poeta si rivolge alla moglie morta; ad epoca posteriore al 1494 si colloca il carme XIV in cui accusa di tradimento Alessandro VI).
L’invocazione ad Antiniana a celebrare le lodi della città di Napoli risulta essere vicina almeno per ispirazione ad altri due carmi contenuti nella raccolta: Lyra III e IV.
Nel carme lo sguardo del poeta indugia sul panorama di Napoli, ancora una volta prediligendo la prospettiva dal mare, e citando monumenti e bellezze naturali della città (mura, torri, palazzi, fiume, mare, clima) che costituiscono una sorta di catalogo topico delle bellezze napoletane.
Il v. 17 contiene un riferimento ad una sorta di elezione della città quale capitale di regni fa sospettare che il carme sia precedente la morte di Ferrante e alla fine della dinastia dei trastamara. Tale riferimento insieme all’allusione al dio Marte, che esalta il valore guerriero della città e dei suoi abitanti, ha il tono di un’orgogliosa celebrazione, che pare plausibile in un’epoca immediatamente successiva alla riconquista di Otranto ad opera di Alfonso (1481).
Lyra 6 propone l’immagine di una città magnifica, ricca di monumenti e di bellezze naturali, dove il culto della poesia, delle belle arti e della sapientia in genere trova la sua naturale dimora: un’immagine che trova piena convergenza con quanto si legge nelle pagine finali del De bello Neapolitano, e che ebbe subito fortuna e ricezione tra gli altri umanisti meridionali.
1. Giovanni Gioviano Pontano: Vita e Opere
2. La produzione in versi di Giovanni Gioviano Pontano
4. Il De bello Neapolitano: struttura, contenuti, modelli
6. Contenuto e caratteri della Laudatio urbis Neapolis
7. Lettura e commento della Laudatio urbis Neapolis I
8. La storia dei popoli italici nella Appendice antiquaria del De bello Neapolitano
9. Le Antiquitates Neapolitanae
10. La magnificenza urbanistica della città di Napoli
11. Napoli e la Campania nella produzione in versi del Pontano.
12. L'elegia Parthenopeus II 14 Ad Musam de conversione Sebethi in fluvium.
13. La trasfigurazione in senso partenopeo di Virgilio
14. Conclusioni
A. IACONO, Le fonti del Parthenopeus sive Amorum libri II di G. Pontano, Quaderni del Dipartimento di Filologia Classica F. Arnaldi, Napoli 1995.
L. MONTI SABIA, La Lyra di Giovanni Pontano edita secondo l'autografo codice Reginense Latino 1527, “Rendiconti dell'Accademia di Archeologia, Lettere e Belle Arti”, XLVII, Napoli 1972, pp. 1-70.
1. Giovanni Gioviano Pontano: Vita e Opere
2. La produzione in versi di Giovanni Gioviano Pontano
4. Il De bello Neapolitano: struttura, contenuti, modelli
6. Contenuto e caratteri della Laudatio urbis Neapolis
7. Lettura e commento della Laudatio urbis Neapolis I
8. La storia dei popoli italici nella Appendice antiquaria del De bello Neapolitano
9. Le Antiquitates Neapolitanae
10. La magnificenza urbanistica della città di Napoli
11. Napoli e la Campania nella produzione in versi del Pontano.
12. L'elegia Parthenopeus II 14 Ad Musam de conversione Sebethi in fluvium.
13. La trasfigurazione in senso partenopeo di Virgilio
14. Conclusioni
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