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Valeria Viparelli » 5.La flessione nominale I


La flessione nominale

Le desinenze delle cinque declinazioni

Ai temi in -a- (I decl.), in -o- (II decl.), in -i- e in consonante (III decl.), in -u- (IV decl.), in -e- (V decl.) si uniscono le desinenze per esprimere i Casi.

Il numero degli affissi flessivi che si riscontrano segmentando le forme flesse dei nominali in tema astratto e desinenze è molto ridotto rispetto a quello delle tradizionali ‘uscite’, come si vede nella tabella seguente.

La flessione nominale

Gli affissi flessivi

N.B. il segno + simboleggia il confine di morfema, tra tema e desinenza.

Gli affissi flessivi

Gli affissi flessivi


Le desinenze delle cinque declinazioni

Osservazioni

Le desinenze sono sostanzialmente le stesse per la prima e la seconda declinazione da un lato, per le altre tre dall’altro.

  • Il Nominativo singolare di tutte le declinazioni è sigmatico (cioè con desinenza -s) o asigmatico (cioè senza desinenza -s).
  • Il Vocativo di tutte le declinazioni è sempre uguale al Nominativo, tranne che nella seconda declinazione, ovvero nei nomi con tema in -o-, che hanno una desinenza -e.

Lo studio dei paradigmi

Lo studio dei paradigmi della I e della II declinazione

La conoscenza della struttura morfologica astratta che soggiace alle parole che compaiono alla superficie della lingua e la conoscenza delle regole di riaggiustamento hanno un ruolo utile per descrivere la flessione dei temi che finiscono in vocale a ed o (e, come vedremo di seguito, anche la flessione di altri temi).

Paradigma della prima declinazione

Questo è il paradigma dei temi in a breve, compilato indicando il tema morfologico astratto a cui si aggiungono le desinenze.

Ricordiamo che il tema in -a- possiede già un proprio Genere e che l’aggiunta delle desinenze fornisce informazioni relative al Numero e al Caso.

Paradigma della prima declinazione

N.B. La forma in corsivo fa riferimento alla forma che in superficie presentano le forme flesse del nome rosa.

Paradigma della prima declinazione

Paradigma della prima declinazione


Il paradigma dei temi in a

Osservazioni

A. Casi in cui in superficie non appare la desinenza.

  • Il Nominativo e il Vocativo singolare dei temi in a hanno una desinenza Ø; il Nominativo è cioè asigmatico e la forma di superficie corrisponde al puro tema.
  • L’Ablativo singolare ha una desinenza rappresentata da un tratto fonologico di lunghezza. La grammatica storica ci aiuta a spiegare la forma: il tratto fonologico di lunghezza della -a- del tema è il residuo di un’antica desinenza -d (*rosa-d > rosā).

Allungamento di compenso

Il paradigma dei temi in a

Osservazioni

B. Casi in cui al tema appare aggiunta una desinenza.

  • Nel Genitivo e nel Dativo singolare, nel Nominativo e nel Vocativo plurale la desinenza che appare in superficie è una i semivocalica ([j] in trascrizione fonetica).

La classificazione dei suoni

La trascrizione fonetica

Alfabeto fonetico internazionale

Italiano in IPA

Trascrizione fonetica dei suoni dell’italiano

I paradigmi dei temi in a

La forma rosae è il risultato della fusione della vocale tematica [a] con una desinenza -j che non è una vocale, ma una semivocale.

Dal punto di vista sincronico la semivocale [j] non offre il contesto opportuno per la regola di cancellazione della vocale tematica: perciò la RR per cui la vocale, in presenza di confine di morfema si cancella avanti ad un’altra vocale non si applica.

Il paradigma dei temi in a

La grammatica storica ci spiega che la desinenza originaria era per il Genitivo e per gli altri casi.

La j è risultata dall’erosione fonetica delle due vocali desinenziali e -ĭ.

Il Genitivo rosae è a sua volta il risultato della fusione della vocale tematica a- con la -i semivocalica [j]: ne è nato il dittongo [aj] che in latino è scritto ae, monottongato in e nella pronuncia scolastica.

La pronuncia del latino

Pronuncia latina

De fabulis criminalibus

Un esempio di lettura dal vivo

Il paradigma dei temi in a

  • Nel Dativo e nell’Ablativo plurale la forma di superficie rosis si spiega con il meccanismo della regola di riaggiustamento, che cancella la vocale tematica: la forma astratta [[rosa]+ īs], dove -īs è la desinenza vocalica, dà in superficie rosis e non *rosais.
  • Il Genitivo plurale, la cui desinenza è -rum, e l’Accusativo plurale, la cui desinenza è -s, mostrano l’allungamento della vocale tematica.

Le eccezioni

Casi diversi e forme uguali

Paradigma della seconda declinazione

Questo è il paradigma dei temi in o, compilato indicando il tema morfologico astratto a cui si aggiungono le desinenze.

Ricordiamo che i temi in -o- sono nella stragrande maggioranza dei casi maschili.

Paradigma della seconda declinazione

Paradigma della seconda declinazione

Paradigma della seconda declinazione


I paradigmi dei temi in o

Osservazioni

  • La vocale o breve del tema, quando per i meccanismi flessivi non ha assunto tratti fonologici di lunghezza, nelle forme di superficie appare chiusa (= si è ‘oscurata’) in u per motivi di fonetica storica.
  • Fenomeni analoghi a quelli osservati per la flessione dei temi in a si osservano per la flessione dei temi maschili in o: la regola di cancellazione della vocale si applica al Genitivo e al Vocativo singolari, al Nominativo, al Dativo, al Vocativo e all’Ablativo plurali.

I paradigmi dei temi in o

Il Vocativo singolare dei temi in o è l’unico esempio, in tutte le declinazioni, ad essere diverso dal Nominativo. La desinenza è infatti una -e che cancella la vocale tematica o.

I paradigmi dei temi in o

Insegnare la grammatica osservando la lingua

Si diano due coppie di sintagmi:

A. amici patria “la patria dell’amico” e pueri patria “la patria del ragazzo” e A1 puer bonus “il buon ragazzo” e amicus bonus “il buon amico”;
B. amicorum meorum “dei miei amici” e donorum meorum “dei miei doni” e B1 amici mei “i miei amici” e dona mea “i miei doni”.

Sintagma

Struttura sintagmatica

I paradigmi dei temi in o

Insegnare la grammatica osservando la lingua

I ragazzi noteranno che in alcuni Casi alcuni temi in o mostrano in superficie forme diverse da quelle imparate nel paradigma.

  • in A: da pueri patria e amici patria si risale con certezza a due temi in -o-: [puero] e [amico]. In puer bonus e amicus bonus l’accordo tra l’aggettivo bonus e il nome, che rende necessario attribuire a puer il caso Nominativo, porta a concludere che il tema [puero] in superficie mostra al Nominativo una forma asigmatica (puer) con cancellazione della vocale tematica, diversa da amicus.

I paradigmi dei temi in o

Insegnare la grammatica osservando la lingua

  • in B: analogamente si ragionerà per giungere all’esistenza di una desinenza -m e di una desinenza -a che caratterizzano il Nominativo, l’Accusativo e il Vocativo, rispettivamente singolari e plurali, dei temi neutri in o ([dono]).

I paradigmi dei temi in o

Possiamo così arrivare a osservare che:

  • Il Nominativo singolare dei temi in o è sempre sigmatico. E’ asigmatico solo nei nomi, come per es. puer [puero] e ager [agro], che hanno un tema in -o- preceduto da -r-. Questi stessi nomi hanno il Vocativo singolare uguale al Nominativo (Voc. sing.: puer e ager).
  • Il Nominativo singolare presenta in alcuni casi una desinenza -m. I nomi di seconda declinazione che, come donum, hanno al Nominativo singolare la desinenza -m sono tutti nomi neutri.

I paradigmi dei temi in o

  • Il Nominativo, il Vocativo e l’Accusativo plurale dei nomi neutri presentano una desinenza -ă. Questa desinenza plurale appare nel Nominativo, Accusativo e Vocativo plurale dei nomi neutri di tutte le declinazioni.
  • L’Accusativo e il Vocativo dei temi neutri sono uguali al Nominativo: questo avviene per i nomi neutri di tutte le declinazioni.

I paradigmi dei temi in -o- con -r- prima della vocale tematica

L’ origine dei nomi in –er

I paradigmi dei temi in -o- con -r-

I paradigmi dei temi in -o- con -r-


I paradigmi dei nomi neutri

I paradigmi dei nomi neutri

I paradigmi dei nomi neutri


Insegnare la grammatica osservando la lingua

Nel confronto del contesto sintattico specifico gli alunni acquistano familiarità con una grammatica che si configura come un sistema complesso articolato in vari componenti. Prima di inoltrarsi ancora nel discorso sulla flessione nominale, sarà bene, perciò, introdurli alla riflessione sul fatto che le parole del lessico non sono tutte uguali, che vanno raggruppate in classi e che due elementi sintattici appartenenti a classi diverse possono accordarsi condividendo le stesse informazioni relative a Persona, Numero, Genere ed eventualmente Caso (come avviene per il Nome e l’Aggettivo).

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