I temi del verbo latino
La flessione del verbo ( = coniugazione) del latino è, come quella dell’italiano, molto ricca.
Nei dizionari italiani basta, a indicare il tema verbale, la notazione della sola forma dell’infinito (per es. ‘lodare’): ogni verbo ha un solo tema.
Nei dizionari latini la forma con cui è indicato il paradigma di un verbo è, invece, una forma ‘ridondante’ (per es. laudo, laudas, laudavi, laudatum, laudare). Ogni verbo non difettivo latino possiede infatti tre temi: il tema del presente (o tema dell’infectum), il tema del perfetto (o tema del perfectum) e il tema del supino.
I temi del verbo latino e l’indicazione dell’aspetto verbale
Temi e informazione flessiva
Il tema del presente è la base della flessione del presente, dell’imperfetto e del futuro.
Il tema del perfetto è la base della flessione del perfetto, del piuccheperfetto e del futuro anteriore.
Il tema del supino è un tema nominale ed è la base della flessione di alcune forme nominali del verbo (supino, participio perfetto, participio futuro).
In ognuno dei temi è dunque già codificata una prima informazione flessiva.
La rappresentazione dei temi verbali
La rappresentazione completa della forma tematica di un verbo latino come laudo, laudas, laudavi, laudatum, laudare richiede l’indicazione di un insieme formato da tre temi:
[laudā] V [ - perf]
[laudā + v] V [+ perf]
[laudā + to] N
Il tema del perfetto
Vi sono in latino verbi regolari, come laudo, in cui il tema del perfetto e il tema del supino sono derivati dal tema del presente mediante i suffissi -v- (tema del presente: lauda; tema del perfetto: lauda + v, cioè laudav-) e -to- (tema del presente: lauda; tema del supino: lauda + to, cioè laudato-).
Il tema del perfetto
Vi sono anche numerosi verbi irregolari per i quali la formazione del tema del perfetto avviene con meccanismi particolari (fenomeni apofonici, raddoppiamento, scomparsa dei suffissi ecc.).
Il loro paradigma è perciò da memorizzare singolarmente (lego: lēgi; ago: ēgi; tendo: tetendi; cre-sc-o: cre-vi ecc.).
Le quattro coniugazioni
Sulla differenza dei temi del presente si basa la classificazione dei verbi latini in quattro coniugazioni.
Alla prima coniugazione (infinito: laudare) appartengono i verbi con il tema del presente che finisce in -ā [laudā].
Alla seconda coniugazione (infinito: monēre) appartengono i verbi con il tema del presente che finisce in -ē [monē].
Le quattro coniugazioni
Alla terza coniugazione (infinito: legĕre, capĕre) appartengono i verbi con il tema del presente che finisce in -ĕ [legĕ] o in -i [capi].
Alla quarta coniugazione (infinito: audīre) appartengono i verbi con il tema del presente che finisce in -ī [audī].
I morfemi flessivi
L’insieme dei morfemi flessivi è costituito da desinenze e suffissi.
Sono morfemi flessivi attivi nella declinazione nominale soprattutto le desinenze che per Nomi e Aggettivi esprimono Numero, Genere e Caso.
Sono suffissi flessivi solo -ior, -ius, -issimus che esprimono le informazioni di Comparativo e Superlativo per gli Aggettivi.
I suffissi flessivi nella coniugazione del verbo
Nella coniugazione del verbo, invece, spesso si collocano, fra il tema del verbo e la desinenza, alcuni suffissi flessivi, detti suffissi temporali.
L’insieme di tema (del presente o del perfetto) e suffisso temporale esprime in maniera cumulativa l’informazione relativa al tempo e anche al modo dell’indicativo e del congiuntivo.
I suffissi temporali
Suffisso / Informazione
-ba- è il suffisso dell’imperfetto indicativo
-bi- è il suffisso del futuro indicativo
-erā- è il suffisso del piuccheperfetto indicativo
-eri- è il suffisso del futuro anteriore indicativo
-ē- è il suffisso del presente congiuntivo
-rē- è il suffisso dell’imperfetto congiuntivo
-eri- è il suffisso del perfetto congiuntivo
-issē- è il suffisso del piuccheperfetto congiuntivo
I suffissi temporali
Ad esempio:
nella forma amabam “amavo” distinguiamo, dopo il tema del presente ama-, il suffisso -ba-, che indica il tempo (l’imperfetto) e il modo (l’indicativo);
nella forma amaveram “avevo amato” distinguiamo, dopo il tema del perfetto amav-, il suffisso -era- che indica il tempo (il piuccheperfetto) e il modo (indicativo).
Le desinenze verbali
L’aggiunta delle desinenze al tema e al suffisso temporale fornisce, nella flessione verbale, informazioni relative a Persona, Numero e Diàtesi.
In latino vi sono due insiemi di desinenze, uno per la forma o diàtesi attiva e uno per la forma o diàtesi passiva. Inoltre il perfetto indicativo attivo ha un insieme di desinenze proprie.
Osservazioni sulle desinenze del perfetto indicativo attivo
Tali desinenze esprimono, oltre alle medesime informazioni delle desinenze attive, anche l’informazione già espressa dal tema del perfetto ([pers] [ ±sing] [+ perf]).
Tale ridonanza è necessaria perché in alcuni verbi il tema del perfetto è identico a quello del presente (per es.: perfetto: accendī, presente: accendō); in questo caso dunque le desinenze suppliscono alla mancanza di informazione da parte del tema.
Rappresentazione delle informazioni flessive
Dati i due temi del presente e del perfetto, e prescindendo dal tema del supino, per ciascun verbo le informazioni fornite dal tema, dai suffissi temporali e dalle desinenze si possono rappresentare con questo insieme di tratti:
tema [±perf]
suffissi temporali ([±indic] [±impf] [+fut])
desinenza ([pers] [±sing] [±att]).
Alcune forme della coniugazione di un verbo come laudo sono esemplificate nella seguente tabella.
Le caratteristiche della flessione verbale
La regola di cancellazione di vocale si applica estesamente ai temi in -ā (per es. laudō da [laudā+ō]) e ai temi in -ĕ (per es. legō da [lege+ō]; legam da [[lege+ā]+m]; laudēmus da [[lauda+ē]+mus]).
Non si applica ai temi in -ē ed in -ī (per es. moneō ed audiō) dove si nota invece l’abbreviazione delle vocali lunghe -ē ed -ī davanti ad un’altra vocale.
Regola di cancellazione della vocale nella coniugazione
La cancellazione della vocale tematica -ā- si verifica:
- nell’indicativo presente (nella I pers. sing. attiva e passiva, davanti alla desinenza: [laudā]+ō diventa laudo; [laudā]+ or diventa laudor).
- nel congiuntivo presente, avanti al suffisso temporale ē ([[laudā]+ē]+m diventa laudem).
Regola di cancellazione della vocale nella coniugazione
La cancellazione della vocale tematica -e- si verifica:
- nell’indicativo presente, nella I pers. sing. e nella III plur. dell’attivo e del passivo, davanti alla desinenza: nella I sing. [lege]+ō diventa lego; nella III plur. [lege]+ unt diventa legunt. (In questo caso la desinenza è -unt e non -nt);
- nell’indicativo futuro, attivo e passivo, avanti al suffisso temporale ā nella I sing. ed ē nelle altre persone ([[lege]+ā]+m diventa legam; [[lege]+ē]+s diventa leges);
- nel congiuntivo presente, attivo e passivo, avanti al suffisso temporale ā ([[lege]+ā]+m diventa legam).
Regola di cancellazione della vocale nella coniugazione
La cancellazione della vocale tematica -ē- non si verifica mai.
La vocale tematica -ē- si abbrevia in -e-:
- nella I pers. dell’indicativo pres. attivo e passivo (moneo, moneor);
- nelle altre persone dell’indicativo presente attivo in sillaba finale davanti a consonante diversa da -s (monet ma monēs);
- nel presente congiuntivo attivo e passivo avanti al suffisso temporale -a- (moneam, monear).
Regola di cancellazione della vocale nella coniugazione
La cancellazione della vocale tematica -i- dei verbi di terza coniugazione e della vocale tematica -ī- dei verbi di quarta coniugazione non si verifica mai (capio da [capi]+ō; audio da [audī]+ō).
La vocale tematica -ī- avanti ad un’altra vocale si abbrevia: audiam da [[audī]+ā]+m.
Regola di cancellazione della vocale nella coniugazione
La cancellazione della vocale del suffisso temporale si verifica:
- nell’indicativo futuro attivo e passivo dei temi in -a- (nella I pers. sing. e nella III pers. plur. ([[laudā]+bi]+ō diventa laudabo; [[laudā]+bi]+unt diventa laudabunt; [[laudā]+bi]+untur diventa laudabuntur).
Le forme nominali del verbo
Nella rappresentazione formale il tema del supino ha l’etichetta N di un tema nominale ([laudā+to]N).
Le forme derivate dal tema del supino mediante il suffisso -to- sono nominali o aggettivali. Il suffisso derivativo che le genera, applicandosi al tema, cambia la categoria del tema da Verbo a Nome o Aggettivo
Il participio perfetto
Ciò è chiaro nel caso del participio perfetto, che è usato nella coniugazione perifrastica del passivo (laudatus sum, eram “sono stato lodato, ero stato lodato” ecc.), ma è un aggettivo derivato (laudā-tus) simile ad altri nomi o aggettivi derivati dallo stesso verbo (laudātor, laudābilis).
Le forme nominali del verbo e la derivazione participio perfetto
Queste forme, generate per mezzo di un suffisso derivativo e incluse nel paradigma flessivo del verbo, occupano una zona di ‘confine’ tra la “flessione” e la “derivazione”.
1. L'insegnamento grammaticale del latino e la riflessione linguistica
2. Le unità di base della morfologia latina
3. Le classi flessive del latino
10. La formazione delle parole: la derivazione
13. I derivati con suffisso II
14. La composizione
I temi del verbo latino e l'indicazione dell'aspetto verbale
I verbi in -io della terza coniugazione
La flessione dei verbi deponenti