L’arricchimento lessicale
All’interno della morfologia si distinguono due settori di pertinenza: la flessione e la formazione di parole nuove.
La formazione delle parole è responsabile dell’ arricchimento lessicale endogeno di una lingua naturale.
In quest’ambito si distinguono la derivazione e la composizione.
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La derivazione
La derivazione, partendo da parole già esistenti, produce parole nuove attraverso il processo di affissazione, che è un processo morfologico che modifica sul piano formale e semantico una base lessicale.
Le unità di base sono i temi lessicali.
Gli affissi mediante cui opera sono elementi morfologici che, in base alla posizione in cui occorrono, si dividono in prefissi, suffissi e infissi.
L’affissazione
L’affissazione è operante per la formazione di nomi da aggettivi, da nomi o da verbi (sicuro → sicurezza; lavoro → lavoratore; spargere → spargimento), di verbi da nomi o aggettivi (nodo → annodare; facile → facilitare), di aggettivi da aggettivi, nomi o verbi (possibile → impossibile; servo → servile; notare → notevole) ecc.
Le lingue naturali usano tutte i diversi tipi di affissi a loro disposizione. Ad esempio in inglese: automate >automation (verbo > nome); certainly > uncertainly (avverbio > avverbio); in francese: opérer > opération (verbo > nome); commencer > recommencer (verbo > verbo) ecc., ma ognuna privilegia l’uno o l’altro tipo di processo.
Gli affissi
Il prefisso si aggiunge all’inizio della parola (italiano: “an-nodare”, “pre-vedo”; latino: pro-consul “proconsole”, per-ficio “porto a compimento”).
Il suffisso si aggiunge alla fine della parola (italiano: “lavora-tore”, “veloce-mente”; latino: rube-sco “arrossisco”, ama-bilis “amabile”).
L’infisso si aggiunge in mezzo alla parola.
Gli infissi
In latino gli infissi sono usati in origine nel sistema verbale, all’interno della radice stessa di singoli verbi (iungo, ma iug-um; con-iug-em; frango, ma fragor) soprattutto per esprimere il dinamismo dell’azione: in ru-m-po è presente nel tema del presente ma si perde nel tema del perfetto, rupi, che esprime un aspetto statico.
Gli infissi
L’uso degli infissi nel processo morfologico derivativo è raro in tutte le lingue naturali.
In latino, mentre l’uso dei prefissi e soprattutto dei suffissi è frequentissimo, l’unico esempio di infisso nasale è quello di accu-m-bo “mi metto sdraiato” da accǔbo “sto sdraiato”.
Lasciamo perciò da parte gli infissi.
Regole di derivazione
Il fenomeno della derivazione è governato da regole proprie.
La parola derivata con prefisso ha di regola la stessa categoria della base: (N → N: proconsul è un nome come consul, da cui deriva).
Esempi:
V → V
trahere → abstrahere
“tirare” → “strappar via”
A → A
sanus → insanus
“sano” → “insano”
N → N
custos → subcustos
“custode” → “sottocustode”
Regole di derivazione
La parola derivata con suffisso ha di regola una categoria diversa da quella della base, ad esempio l’aggettivo amabilis deriva da amare, che è un verbo. Esempi:
V → A
amare → amabilis
“amare” → “amabile”
N → A
fama → famosus
“fama” → “famoso”
N → V
donum → donare
“dono” → “donare”
A → N
audax → audacia
“audace” → “audacia”
Rappresentazione formale delle regole di derivazione
Le regole di prefissazione e suffissazione sono caratterizzate da due diverse strutture morfologiche:
1. [Pre + [a]X]X
Es.: [pro + [consul]N]N
2. [[a]X + Suff]Y
Es.: [[ama]V + bilis]A
La base è il tema [a] appartenente a una categoria lessicale X. Il nuovo tema che la derivazione crea è un tema complesso, con una propria struttura.
La prefissazione
Osserviamo alcuni fenomeni legati alla derivazione con prefisso.
La consonante finale del prefisso tende ad assimilarsi alla consonante iniziale del verbo.
Es.: [con+mitto] → committo; [ad+cedo] → accedo; [dis+fido] → diffido.
La vocale radicale breve -a- o -e- del verbo di base tende a diventare, nel verbo derivato, -ĭ- in sillaba aperta, -ĕ- in sillaba chiusa.
Es.: [con+cano] → concino; [con+damno] → condemno.
E’ questo il fenomeno della cosiddetta apofonia latina.
La suffissazione
Osserviamo un fenomeno legato alla derivazione con suffisso.
Se il suffisso inizia per vocale, alla base si applica la Regola di cancellazione di vocale, come in italiano.
Es.: dal nome fama con tema in -a si deriva famosus (italiano: fam-oso).
Derivati con suffisso
Poichè la suffissazione cambia di regola la categoria lessicale della base, i derivati con suffisso vanno classificati secondo questo schema:
a. Nomi deverbali (V → N)
b. Aggettivi deverbali (V → A)
c. Aggettivi denominali (N → A)
d. Nomi deaggettivali (A → N)
e. Verbi denominali e deagettivali (N → V; A → V).
Derivati formati con più prefissi
Il processo di prefissazione può anche essere iterabile e più prefissi possono cumularsi su una stessa base lessicale.
In questo caso, se uno di essi ha la funzione negativizzante (che nelle lingue occidentali antiche e moderne è generalmente assegnata ai prefissi: in italiano im-parziale, a-cefalo, dis-simile; in inglese un-happy, un-happiness) è posto comunque in prima sede.
Ad es. in italiano: prevedibile, im-prevedibile; in latino: in-conscius, in-costans, in-concinnus.
Derivati formati con più prefissi e suffissi
Non è raro trovare parole latine in cui la derivazione è stata applicata fino a quattro volte, con l’accumulo di prefissi e suffissi insieme. Dato in-fructu-osus, al nome fructus si è aggiunto prima il suffisso -osus e dall’aggettivo fructuosus si è poi derivato col prefisso in- l’aggettivo infructuosus.
Dato in-quisi-tor, al verbo quaerere “cercare” si è aggiunto il prefisso in- e dal verbo in-quirere si è poi derivato col suffisso -tor il nome inquisitor.
Un ordine inverso dell’organizzazione degli elementi non è possibile: non si può pensare a una parola *in-fructus come base per infructuosus né a una parola *quisitor (che non esiste) come base per inquisitor.
La struttura morfologica dei derivati formati con prefisso e suffisso
Le parole formate da prefisso + tema + suffisso hanno una struttura interna che una segmentazione lineare non riesce a cogliere. Le singole unità si uniscono infatti alla base secondo un preciso ordine gerarchico.
La struttura morfologica di infructuosus e di incitator ha una organizzazione degli elementi, così rappresentabile:
a. [in + [[fructu]N + ōso] A ] A
b. [[in + [cita]V]V +tor]N
La rappresentazione della struttura morfologica dei derivati formati con prefisso e suffisso
Il sistema delle parentesi incassate è utile anche per derivati formati in sequenza con due prefissi o due suffissi (pref. + pref. + tema oppure tema + suff. + suff.).
[de + [per + [eo]V] ] ]V
[ [ [fest]A + iv]A +itas]N
a. eo “andare” → per-eo “andare in rovina” → de-per-eo “andare completamente in rovina”
b. festus “di festa” → fest-ivus “festoso” → fest-iv-itas “allegria”
Derivazione e flessione
Riassumendo:
1. La flessione aggiunge al tema un insieme di informazioni sintattiche.
La derivazione cambia le caratteristiche del tema formando una parola nuova.
2. La derivazione è facoltativa, la flessione è obbligatoria.
1. L'insegnamento grammaticale del latino e la riflessione linguistica
2. Le unità di base della morfologia latina
3. Le classi flessive del latino
10. La formazione delle parole: la derivazione
13. I derivati con suffisso II
14. La composizione
Esempi di derivati con suffisso
L'applicazione di prefissi e suffissi