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Valeria Viparelli » 6.Le parti del discorso


Le parti del discorso

La necessità delle classi di parole

Ogni lingua, per motivi di economia linguistica, è composta di classi di parole che sono accomunate dalle medesime proprietà e funzionano all’interno della frase in modo simile e regolare (se ogni elemento fosse diverso dall’altro, avremmo bisogno di un’enorme quantità di informazioni per attivare il sistema comunicativo!).

Il pensiero linguistico occidentale

Le origini della classificazione delle parole

La possibilità di individuare delle classi di elementi lessicali simili tra loro era stata già notata da Platone ed Aristotele.

Ad essi si attribuiscono le prime classificazioni del lessico mentale in un numero ristretto di parti, organizzate in gerarchie più o meno complesse.

Nome e Verbo nella teoria platonica e aristotelica

Le parti del discorso nella grammatica antica

Il lessico mentale

Il pensiero linguistico occidentale

I grammatici antichi e le classi di parole

I grammatici antichi (greci e latini) parlarono di “parti del discorso” per classificare le parole di cui la lingua si serve per formare enunciati.

Nei manuali tardo antichi (Carisio, Ars grammatica, GLK I 193, 6: Donato, Ars grammatica, GLK I 300, 26) il loro numero è per lo più individuato in otto: Nomi, Pronomi, Verbi, Avverbi, Participi, Preposizioni, Congiunzioni e Interiezioni.

Oggi ancora non è stato raggiunto l’accordo né sul numero né sull’individuazione delle parti del discorso.

Le parti del discorso: cenni storici

Le parti del discorso dal latino all’italiano

La classificazione tradizionale

Pregi e difetti

Il pregio principale della classificazione tradizionale delle parole in “parti del discorso” è quello di affermare che le parole del lessico mentale non sono tutte uguali.

La divisione della lingua in parti del discorso è stata però criticata perché:

  • dà luogo a molte incertezze (per es. in inglese il termine round può funzionare come un nome, come un aggettivo e come un verbo);
  • non esiste inoltre un sistema di parti del discorso valido per tutte le lingue.

L’analisi delle parole

Universali e particolari

Le parti del discorso: una prospettiva interlinguistica

La classificazione tradizionale

Pregi e difetti

La divisione della lingua in parti del discorso non è mai stata abbandonata perché, tra l’altro, permette la costruzione di teorie grammaticali. Essa consente infatti di operare con categorie formali e di descrivere le proprietà strutturali delle lingue sul piano morfologico e sintattico.

Inoltre alcune parti del discorso hanno un valore universale.

In tutte le lingue probabilmente esiste la distinzione, che resta fondamentale, tra Nome e Verbo su cui insistevano già i filosofi antichi.

Le parti del discorso

Individuazione delle parti del discorso

Ma altre parti del discorso sono più problematiche da individuare. Per esempio:

  • l’articolo italiano, nato dal dimostrativo latino (ille homo > l’uomo), non esiste in latino. Dobbiamo individuare allora una parte del discorso (quella dei Determinanti) che raggruppa la categoria degli articoli e dei dimostrativi.
  • al participio si negò ben presto lo statuto di categoria autonoma nell’ambito delle parti del discorso.

Già nel Medioevo invece l’aggettivo fu distinto dal nome proprio e si pose come categoria autonoma.

Le parti del discorso

Definizione delle parti del discorso

Anche il modo di definire le parti del discorso, che si differenziano reciprocamente in base a criteri formali (morfologici e sintattici) e semantici, è problematico.

Ad esempio, il nome è stato definito come la parte del discorso che:

a. E’ sensibile alla distinzione tra genere e numero (definizione “formale”);

b. Indica una “sostanza” ed è perciò un sostantivo che indica una persona, un animale, una cosa (definizione “semantica”);

c. Svolge nell’enunciato la funzione di soggetto o di complemento (definizione “logica”).

I criteri alla base delle parti del discorso

Le parti del discorso

Italiano e latino

Le grammatiche italiane individuano nove parti del discorso.

Di queste, cinque sono variabili, cioè soggette alla flessione: Articolo, Nome, Aggettivo, Pronome, Verbo.

Quattro sono invariabili: Avverbio, Congiunzione, Preposizione, Interiezione.

Le parti del discorso

Le parti del discorso: l’articolo

Le parti del discorso

Italiano e latino

I linguisti latini alle “classi” tradizionali aggiungono:

il Dimostrativo, il Quantificatore (una classe separata per i numerali cardinali), il Complementatore (particelle subordinanti).

Il Nome, l’Aggettivo, il Verbo

I tratti sintattici

I temi, nella flessione, appaiono dotati di una categoria lessicale e acquisiscono informazioni per la sintassi.

Il Nome, lo abbiamo visto, esprime nella flessione il Caso e il Numero.

L’Aggettivo esprime nella flessione il Caso, il Genere e il Numero (nella forma nominale del participio anche il Tempo).

Il Verbo esprime nella flessione il Tempo, il Modo, la Diatesi, la Persona e il Numero.

Parole e tratti

Categorie (prevalentemente) verbali

Categorie (prevalentemente) verbali 2

Le parti del discorso

L’accordo tra le parti del discorso

L’accordo, o “concordanza”, è la condivisione, da parte di due elementi sintattici, delle stesse informazioni relative a Persona, Numero, Genere ed eventualmente Caso.

La modalità di impiego dell’accordo varia da lingua a lingua.

Come norma generale si può dire che quanto più una lingua è flessiva, tanto più usa l’accordo morfologico.

L’accordo tra le parti del discorso

L’accordo di Nome e Pronome

In un sintagma i pronomi possessivi e dimostrativi concordano con il Nome in Genere, Numero e Caso.

Questo (sing. masch.) ragazzo (sing. masch.)

Hic (Nom. sing. masch.) puer (Nom. sing. masch.)

Questa (sing. femm.) ragazza (sing. femm.)

Haec (Nom. sing. femm.) puella (Nom. sing. femm.)

L’accordo tra le parti del discorso

L’accordo di Nome e Aggettivo

In un sintagma gli aggettivi concordano con il Nome in Genere, Numero e Caso.

Buon (sing. masch.) ragazzo (sing. masch.)

Bonus (Nom. sing. masch.) puer (Nom. sing. masch.)

Buona (sing. femm.) ragazza (sing. femm.)

Bona (Nom. sing. femm.) puella (Nom. sing. femm.)

L’accordo tra le parti del discorso

L’accordo di Soggetto e Predicato

In un sintagma, come in italiano, sono in accordo il Soggetto e il Predicato.

Io (I pers. sing.) lodo (I pers. sing.)

Ego (I pers. sing.) laudo (I pers. sing.)

Tu (II pers. sing.) lodi (II pers. sing.)

Tu (II pers. sing.) laudas (II pers. sing.)

Il ragazzo (sing. masch.) è lodato (sing. masch.)

Puer (Nom. sing. masch.) laudatus (Nom. sing. masch.) est

La ragazza (sing. femm.) è lodata (sing. femm.)

Puella (Nom. sing. femm.) laudata (Nom. sing. femm.) est

Prossima lezione

La flessione nominale II

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