“Meno esercizi e più problemi!”: potrebbe essere questo lo slogan efficace per definire un nuovo approccio della didattica alle problematiche dell’apprendimento del latino.
Nella pratica questo approccio si identifica con lo sforzo, da parte del docente, di spostare l’attenzione dalle singole frasi e versioni a un’analisi del testo come ‘problema’, portatore di un messaggio di senso compiuto, che l’autore antico ‘lancia’ al mondo moderno in termini di un confronto esistenziale più che culturale.
La traduzione è un’opera di mediazione tra una cultura e un’altra, un’epoca e altre epoche, e tra diverse condizioni sociali ed esistenziali.
Questo ci fornisce la ragione per cui le traduzioni “invecchiano” e le opere antiche necessitano di nuove traduzioni: i “classici” restano sempre nel loro tempo, a un’estremità del confronto.
Ma noi, i destinatari delle loro opere, all’altra estremità, ci muoviamo nel tempo e abbiamo bisogno di riposizionare continuamente il nostro presente e il nostro mondo rispetto alle categorie dell’antico.
Peraltro, è solo questo continuo, problematico confronto tra ieri e oggi che ci permette di capire meglio il nostro presente, e di prefigurare il nostro futuro.
Le capacità di comprendere, interpretare e tradurre un testo presuppongono operazioni di alto profilo intellettuale, e devono essere acquisite attraverso un lavoro progressivo, seguito dal docente, che ne curerà lo svolgimento articolandolo in più fasi:
Nell’ambito di questo processo, gli esercizi hanno un ruolo rilevante, ma strumentale: serviranno da stimolo al lavoro di analisi linguistica, saranno mezzi di verifica, e marcheranno (con domande a scelta multipla, o a risposta ‘aperta’) le singole fasi attraverso le quali un testo viene compreso, interiorizzato, tradotto.
Viene presentato un corso di Esercitazioni in lingua latina allestito da Rossana Valenti su incarico del Consorzio Nettuno, nell’ambito dell’insegnamento di Lingua latina e latino medievale, tenuto dal Prof. Giovanni Polara per il diploma universitario a distanza in “Operatore dei beni culturali”.
L’utilizzo della rete per scopi didattici presenta molti vantaggi: il materiale può essere costantemente aggiornato, non ha potenzialmente limiti di spazio, e attraverso link è consentito un accesso diretto a banche dati, fonti e informazioni diffuse in tutto il mondo.
In linea con queste diverse possibilità di insegnamento/apprendimento, ogni esercitazione di latino prevede tre diversi ‘ambienti’ o modalità di studio: l’Esercitazione, l’Autoverifica e il Tutorato.
A ognuna di queste modalità si accede selezionando il percorso segnato dall’icona corrispondente.
Nei link in basso puoi trovare una sequenza illustrativa delle caratteristiche funzionali degli esercizi.
Attraverso la strutturazione di più livelli e tipi di analisi si realizza un’articolazione ragionata del tipo di lavoro che viene chiesto allo studente allorché si confronta con un brano latino.
Si ottiene anche un significativo ampliamento delle possibilità di esercizio: a partire da un corpus piuttosto ridotto di brani, si offrono infatti più tipologie di analisi, che possono essere condotte a vari livelli e che ne dilatano quindi le dimensioni, rendendo possibile almeno uno o due tipi di esercitazione anche su brani piuttosto difficili.
Inoltre, campo possibile di risposta è l’intero brano, e non una ridotta serie di opzioni, come nel caso dei più comuni esercizi al computer.
Il testo delle esercitazioni riportato al computer viene sottoposto a un’organizzazione multipla, mentre le reti di comunicazione elettronica ampliano ulteriormente questa molteplicità, permettendo a docenti e studenti di scambiare testi e domande da località distanti.
Programmi come questo esemplificano quanto il computer può fare come tecnologia di scrittura e di lettura, pur limitandosi a trasferire precedenti tecnologie della scrittura in un linguaggio informatico.
Il word processor consente una scrittura “dinamica” del testo, alla quale fa riscontro la lettura “dinamica” del database di testo e delle nozioni in esso contenute, con i rinvii ipertestuali ad altre nozioni ed altre domande, mentre le reti permettono lo scambio e la comunicazione di domande e risposte.
Ognuna di queste funzioni, come abbiamo visto, ha un campo di applicazione già consolidato: la loro unione permette la messa a punto di un medium nuovo nel campo della formazione, un medium di nuova generazione, che rappresenta molto probabilmente la quarta grande tecnologia di scrittura, dopo il rotolo di papiro, il codice medievale e il libro a stampa.
Altri esercizi:
Il progetto Saperi Minimi e Autovalutazione (SMA) è stato organizzato dall’IRRE Campania, con la partecipazione dell’Università Federico II di Napoli e dell’IRRE Puglia, e si è svolto negli anni 2000 e 2001.
Vi hanno partecipato un centinaio di docenti, provenienti da ogni tipo di scuola superiore della Campania e della Puglia.
Il progetto ha affrontato il problema dell’orientamento degli studenti nel passaggio dalla Scuola all’Università, concentrandosi sulla loro esigenza di conoscere quali prerequisiti, i cosiddetti “saperi minimi”, sono richiesti per affrontare con successo gli studi universitari.
La definizione dei saperi minimi per varie discipline è oggetto di molte ricerche, alcune di ottimo livello.
L’unica caratteristica richiesta per i saperi minimi, oggetto della proposta progettuale, è stato il riferimento, per ogni disciplina, alle conoscenze necessarie al momento del passaggio dalla Scuola all’Università.
Fra i molti punti che caratterizzano l’intero progetto in senso interdisciplinare, segnaliamo quello di intendere i saperi minimi in senso non nozionistico, ma soprattutto come abilità.
Si è cercato di indirizzare gli studenti a non dare importanza al possesso di conoscenze estese, che potranno comunque imparare all’Università, ma al possesso degli strumenti per impararle.
Il progetto SMA ha inoltre proposto un modello innovativo di collaborazione fra docenti di Scuola e di Università, basato sul riconoscimento delle competenze reciproche e sul lavoro congiunto per la realizzazione di materiali didattici.
In questo senso il progetto rompe nettamente con uno schema tradizionale di corsi di formazione, in cui un formatore eroga contenuti e gli ascoltatori li accolgono.
I test di autovalutazione sono stati l’oggetto principale del lavoro. Costruire le prove di valutazione porta a confrontarsi realisticamente anche con la definizione di saperi minimi, che rischiano altrimenti di restare vaghi.
La produzione di test comporta il passaggio dalle proposte teoriche alla produzione di strumenti didattici. Questa abilità è importante nella formazione dei docenti, che devono gestirla in prima persona.
Tutto il lavoro si è basato sulle tecniche informatiche e di telecomunicazione, in particolare sull’uso di Internet. Queste tecniche sono state utilizzate per:
In linea con l’impostazione generale del progetto SMA, il gruppo di Latino ha pensato di allestire test di verifica che fanno riferimento a una disciplina scolastica, ma sono articolati in più livelli o ambiti, relativi alle competenze richieste nei diversi indirizzi di studio:
L’ambito 1) “Verifica sulla conoscenza della lingua” è articolato in due aspetti:
Questa impostazione trova immediato riscontro nelle competenze richieste a uno studente che si iscriva a un corso di laurea in Lingue.
L’ambito 2) “Verifica sulla nozione di testo” riguarda il testo come “documento” e mette a fuoco la capacità di capire e interpretare i contenuti.
Questa capacità si inquadra tra le competenze richieste a uno studente interessato a iscriversi a un corso di laurea in Storia, in Filosofia, in Giurisprudenza.
L’ambito 3) “Verifica sulla nozione di testo letterario” identifica il testo come “monumento” e mette a fuoco la capacità di cogliere la dimensione letteraria.
Questa tipologia di esercizio si rivolge allo studente di un corso di laurea in Lettere, e si propone anche come una proposta che aiuti lo studente a intuire – in linea con la prospettiva dell’Orientamento – a cosa servono le nozioni apprese nella scuola, e il tipo di problemi con i quali egli si confronterà nel corso dei suoi studi universitari.
L’elaborazione di prove, o tipi di prove, da proporre allo studente ci è sembrato un contributo significativo a un problema serio, che sta emergendo oggi nella scuola italiana.
Il principio dell’autonomia scolastica comporta il superamento dei “programmi ministeriali” a favore dell’individuazione di “traguardi formativi”: dalla semplice verifica del rispetto delle procedure (vale a dire lo svolgimento del programma), si passa al tentativo di verificare i risultati dell’attività di insegnamento/apprendimento.
Le prove devono quindi presupporre non una preparazione meccanica e ripetitiva, ma una risposta intelligente e flessibile, che abbia interiorizzato obiettivi cognitivi alti, anche trasversali, liberi da enciclopedismi e nozionismi, aperti alle conoscenze delle procedure, più che delle formule.
Nel link in basso troverai una sequenza illustrativa di un programma, QuizFaber, che permette di realizzare esercizi al computer.
QuizFaber: gli esercizi realizzati
Le immagini e la loro valenza didattica
1. Il ruolo del docente nell'utilizzo delle TIC. Risorse e banche dati
3. La ricerca on-line per i docenti e per gli studenti
4. Allestimento e uso di materiale didattico al computer
6. Le immagini: la valenza didattica
7. Le immagini: trattamento e uso
8. Siti Web: spazi di condivisione didattica
10. Studio di casi