In questa lezione presenteremo alcuni siti, proponendo il processo conoscitivo che viene identificato con l’espressione “studio di casi”.
Un caso è la descrizione di un’esperienza che mette in luce una possibile soluzione a un determinato problema.
I problemi e i temi, attorno ai quali si sono sviluppati i siti presentati, si riferiscono a tre questioni che ci sembrano di grande rilevanza:
Formazione all’intercultura
Una sfida della nostra civiltà è la convivenza pacifica e proficua delle diverse realtà culturali presenti nel Paese: questa sfida si affronta specialmente nella scuola, luogo naturale d’incontro fra persone diverse, pari in principio, chiamate a crescere insieme nei processi di formazione, luogo – simbolico e concreto – in cui si costruisce il futuro di tutti.
D’altra parte, in relazione ai problemi dell’immigrazione e della società multiculturale, la scuola italiana è divenuta rapidamente “istituzione di frontiera”, con un brusco passaggio dalle istanze sociali e politiche ai processi culturali.
Occorre dunque elaborare anche una risposta “culturale” a questi problemi, attraverso una proposta didattica nuova, che collochi discipline e temi in una prospettiva “allargata” – europea e mediterranea – e che metta in evidenza un’idea di multiculturalismo come pratica costante della tradizione storica che ci appartiene.
La didattica multiculturale mette in rilievo che le culture non sono un dato assoluto, ma si modificano nel tempo, perdendo e acquisendo nuovi elementi: i classici, straordinaria “camera di compensazione” rispetto a conflitti e ideologie, sono i secolari testimoni di molteplici tradizioni, scambi e incroci di lingue e culture, identità in costante cambiamento.
Il sito “La donna nel Mediterraneo” presenta una proposta didattica, basata su materiale informatico multimediale, da distribuire nelle scuole di ogni tipo per favorire la conoscenza e l’apprezzamento reciproco delle somiglianze e delle differenze; il sito è inteso a coniugare il mondo e la civiltà degli antichi con le istanze socio-culturali dell’attualità, e, nel contempo, può offrire spunti di riflessione metodologica sull’uso delle tecnologie a fini didattici.
L’approccio interculturale è la chiave di lettura dell’intera offerta formativa nel documento Educazione interculturale nella scuola dell’autonomia (MPI 2000): in questo documento sono presentati 13 ‘nodi’ o ‘punti cardine’.
Oltre all’esame dei temi della “identità, differenza e nuova cittadinanza”, “dimensione europea dell’educazione”, “dimensione mondiale dell’educazione”, risulta significativo ai fini del nostro discorso il nodo 9: “Multimedialità e linguaggi“.
Pur palesando i rischi insiti in un uso approssimativo delle tecnologie multimediali – eccesso di informazione, informazione disorganizzata o male organizzata, estrema banalizzazione dei contenuti – il documento valorizza le tecnologie per la loro capacità di realizzare interazioni e percorsi cooperativi prima impensabili.
Nel documento si parla della comunicazione telematica come della futura lingua interculturale. Si riconosce, quindi, alle tecnologie multimediali la capacità di giungere al destinatario con efficacia, forse con un’efficacia anche maggiore di quella di un linguaggio tradizionale.
In questa prospettiva, il progetto La donna nel Mediterraneo – e il sito a esso correlato – si è posto l’obiettivo di promuovere la conoscenza delle diverse culture presenti nella società italiana e di contribuire ad una reciproca e pacifica accettazione.
Il progetto è focalizzato sulla figura e sul ruolo della donna, analizzati in un’ottica diacronica e sincronica, all’interno del bacino del Mediterraneo.
L’universo femminile, la posizione della donna nella sfera pubblica e in quella privata sono stati visti come un osservatorio privilegiato per rilevare e rivelare differenze e analogie culturali.
Se la lettura contestuale di pratiche e tradizioni evidenzia i tratti di continuità e le relazioni reciproche di una identità comune, attraverso la prospettiva diacronica il multiculturalismo riacquista la sua fisionomia di elemento costante della nostra storia, che, da secoli, nell’area del Mediterraneo, integra e non elimina le diversità.
Non sottoposte a criteri di ortodossia, le culture classiche ammettono la pluralità di concezioni pur antagoniste del mondo, della vita, dei valori.
In un interessante pamphlet (Futuro del ‘classico‘, Torino 2004) Salvatore Settis osserva che il ‘classico’ andrebbe riproposto “non come immobile e privilegiato gergo delle élite, ma come efficace chiave d’accesso alla molteplicità delle culture del mondo contemporaneo, come aiuto a intendere il loro processo di mutuo interpretarsi. Piuttosto che modello immutabile, il classico ridiventerebbe quello che altre volte è stato, lo stimolo a un serrato confronto tra Antichi e moderni, fra culture ‘nostre’ e le ‘altre’: un confronto sempre giocato in funzione del presente”.
Queste considerazioni metodologiche si sono concretizzate nell’allestimento di un sito basato sulla metafora del giornale: le tematiche, individuate come significative del rapporto io-altro nell’universo femminile, sono state articolate in rubriche.
La chiave di lettura è data dall’editoriale, il pezzo in cui si illustrano di volta in volta le tematiche: ogni editoriale ha inizio nella home page e rinvia alla pagina interna.
I temi – il corpo velato, il rito nuziale, l’istituto del matrimonio, lo scioglimento, valori in prospettiva – sono articolati secondo le tre ‘anime’ del sito: a un momento per così dire ’storico’ – rappresentato dalle civiltà classiche, greca e latina – si giustappone il mondo islamico, con le sue tradizioni storico-culturali.
Ogni tema è sviluppato a partire dalle civiltà antiche greca e latina, per le quali la testimonianza diretta e la lettura delle fonti si pongono come il dato fondamentale di conoscenza per la ricostruzione dell’argomento: finestre di pop up linkabili riportano il testo in lingua originale corredato da traduzione.
Interviste e considerazioni di intellettuali arabi costituiscono, invece, gli strumenti privilegiati per presentare la situazione femminile nel contesto islamico; vi si affiancano schede monografiche focalizzate su aspetti storico-culturali e/o giuridici rilevanti.
Dal punto di vista della metodologia didattica le tematiche si configurano come percorsi sviluppati sull’interazione di testo e immagine.
Si persegue per questa via un approccio ‘globale’ che utilizza lo studio della lingua come uno degli aspetti della civiltà che con essa si esprimeva, specchio del modo in cui interpretava la realtà, lato ‘verbale’ di un popolo e di un mondo che ha lasciato tracce materiali ben visibili in gran parte dell’Europa e dell’area del Mediterraneo.
Oltre ai percorsi strutturati si offre la possibilità di recuperare i materiali del sito, decontestualizzati dai singoli percorsi, così da fornire al docente l’opportunità di una costruzione personale dell’argomento a seconda delle sue concrete esigenze didattiche.
Il sito si articola secondo le seguenti rubriche:
La ‘vocazione’ didattica è palese nella sezione apposita – Materiali didattici – in cui sono riunite, in riferimento alle singole tematiche, le proposte operative, talvolta realizzate, talvolta solo suggerite.
Sono di difficoltà differente e cercano di riproporre le tipologie di verifica utilizzate nella scuola: test a risposta chiusa, elaborazione di saggio breve, test a risposta aperta.
Un altro approccio didattico, destinato ai ragazzi più piccoli, è offerto dal gioco Incroci nel Mediterraneo: consiste nel compiere un itinerario di viaggio attraverso i Paesi del Mediterraneo, completando come souvenir-prova un album fotografico delle tappe del viaggio.
Si procede nel percorso di gioco rispondendo esattamente a domande relative ai Paesi e alle culture gravitanti nel bacino del Mediterraneo. Materiale informativo utile è sviluppato nelle schede Luoghi e popoli e in generale nel sito.
Un momento significativo per l’integrazione è rappresentato, all’interno del gioco, dalla facoltà, da parte dei partecipanti, di raccontare la ‘propria storia’, condividendo con gli altri il proprio vissuto.
La tradizione classica nella memoria occidentale
engramma è la rivista on line del Seminario di Tradizione classica: un laboratorio di ricerche costituito da studiosi e da giovani ricercatori, nato nel marzo 2000 e attualmente attivo presso il Dipartimento di Storia dell’Architettura dell’Università IUAV di Venezia, sotto la direzione di Monica Centanni.
Al centro delle ricerche di engramma è la tradizione classica nella cultura occidentale: persistenze, riprese, nuove interpretazioni di forme e temi dell’arte e della letteratura classica, nell’età medievale, rinascimentale, moderna e contemporanea. engramma ha cadenza mensile: dal settembre del 2000 al novembre 2007 sono stati pubblicati 59 numeri. La rivista presenta una versione inglese e una versione latina del sommario di ogni numero.
Una delle coordinate metodologiche degli studi di tradizione classica in engramma è la lezione di Aby Warburg (1866-1929). Proprio una suggestione scientifica raccolta da Warburg dà il nome a engramma. Secondo la definizione proposta nel 1908 dal neurologo Richard Semon nel suo studio Mneme, ciascun evento esperienziale agisce sulla materia cerebrale lasciando su di essa una traccia, che lo studioso definì “engramma”.
L’analisi che Semon applica alla materia nervosa dell’individuo viene estesa da Warburg alla memoria culturale.
L’engramma diventa, così, un simbolo o un’immagine in cui si riconosce una esperienza che rimane impressa nella memoria culturale come segno persistente.
In questo senso e con questa intenzione è da leggere, secondo Warburg, il significato di forme, temi e motivi dell’arte classica nelle età post-classiche: come segni forti, carichi di senso, capaci di incidere la tabula della memoria culturale. Nel loro insieme questi segni delineano una mappa delle costanti della memoria occidentale – miti, figure, parole, simboli – in un campo di indagine aperto alle risonanze culturali tra Antico, Rinascimento e Contemporaneo.
I contributi pubblicati in engramma sono raggruppati in otto rubriche: Saggi (studi e contributi inediti); Gallerie (repertori iconografici); Peithò&Mnemosyne (immagini e temi classici nella pubblicità); Esperidi (tavole iconografiche e saggi per immagini); Aranea (fonti e risorse on-line); News (recensioni e segnalazioni).
Discipline classiche e ICT
Il portale CIRCE – Classics and ICT Resource Course for Europe – raccoglie i contributi dei partecipanti al progetto omonimo, che è stato finanziato dal programma Socrates della Commissione Europea e che coinvolge come partners docenti di materie classiche del Belgio, Danimarca, Francia, Grecia, Italia e Regno Unito.
Il progetto è inteso a supportare l’insegnamento delle discipline classiche con l’utilizzo delle tecnologie informatiche.
Nel sito web si possono trovare materiali di lavoro che includono:
1. Il ruolo del docente nell'utilizzo delle TIC. Risorse e banche dati
3. La ricerca on-line per i docenti e per gli studenti
4. Allestimento e uso di materiale didattico al computer
6. Le immagini: la valenza didattica
7. Le immagini: trattamento e uso
8. Siti Web: spazi di condivisione didattica
10. Studio di casi