Benché i grammatici e gli stessi poeti elegiaci sottolineino più volte la dipendenza dell’elegia latina da quella greca, essa se ne differenzia per il contenuto più intimo e soggettivo.
L’elegia a Roma può essere considerata perciò un prodotto originale, seppure caratterizzato dalla fusione di temi elegiaci ellenistici con
Gli elegiaci latini risentirono profondamente anche dell’esperienza neoterica alla quale attinsero
Il c. 68 di Catullo è stato spesso considerato il prototipo dell’elegia latina.
L’amore è il tema elegiaco per eccellenza, ma si tratta per lo più di un amore vissuto come sofferenza, come un morbus prodotto dalle continue infedeltà della donna e dalle frequenti rotture (discidia).
Si tratta inoltre di un amore furtivo perché consumato con donne spesso di condizione sociale inferiore e per lo più legate ad altri uomini.
L’amore diventa perciò convenzionalmente per l’amante elegiaco dolce-amaro, una fiamma che genera furor, fonte di inertia e di nequitia per il poeta che tende ad allontanarsi dalla società civile e a rifiutarne le norme.
Ne è causa soprattutto il comportamento della donna, che spesso viene insultata nei versi del poeta amante perché fedifraga, incostante e avida.
Altrettanto spesso ella viene però anche idealizzata e associata alle eroine del mito.
Il poeta, che non riesce a sottrarsi a questo rapporto spesso degradante, lo vive come una sorta di schiavitù: l’amore elegiaco è anche servitium amoris, completo assoggettamento dell’uomo alla donna.
Su un altro versante la puella, accostata alle eroine mitiche, viene cantata con nomi fittizi che valgano a proteggerne l’identità ma anche a indicarla a un pubblico colto come fonte di alta ispirazione.
La donna di Gallo è cantata come Licoride, quella di Tibullo come Delia, quella di Properzio Cinzia, quella di Ovidio Corinna: nomi legati anche al culto di Apollo, protettore dei poeti.
Naturalmente, il rapporto dei poeti elegiaci con il potere politico non era facile, soprattutto perché Augusto, con una serie di leggi varate a partire dal 18 a. C. (leges Iuliae e lex Papia Poppaea), si era proposto di restaurare l’istituto del matrimonio condannando libertà di costumi e calo della natalità.
Inoltre, l’esperienza di amore totalizzante vissuta dal poeta elegiaco non era conciliabile con impegni di diversa natura, soprattutto quelli ufficiali: è anche per questo che egli tendeva a scegliere il disimpegno e l’allontanamento –a volte concreto- dalla città e dai doveri che essa comportava.
L’elegia diventa perciò anche espressione di una crisi che investiva politica, religione, istituzioni sociali e familiari.
Il poeta elegiaco fa perciò suo il motivo della recusatio grazie al quale poteva esimersi dal dichiarare appoggio al regime e ai suoi massimi esponenti dichiarando la propria incapacità a celebrarne poeticamente le gesta.
Questo disimpegno fu vissuto con maggiore difficoltà dagli elegiaci della cosiddetta prima generazione (Tibullo e Properzio), ancora memori della repubblica e a volte costretti a ostentate forme di anticonformismo, rispetto a quelli della seconda (Ovidio), abituati ormai a una forzata lontananza dalla vita pubblica.
1. Nascita e sviluppo della letteratura latina. I generi letterari; il rapporto otium-negotium
2. L’accento latino: cenni di prosodia
3. Caratteri della poesia drammatica latina. Il teatro comico di Plauto e di Terenzio
4. L’Aulularia di Plauto. Struttura, temi, problemi
5. Nascita e sviluppo dell’epica latina. Da Livio Andronico a Virgilio
6. Nozioni di metrica latina. Lo schema dell’esametro e del pentametro
7. Oratoria e retorica a Roma. La pro Archia di Cicerone
8. La crisi della società romana tra II e I sec. a. C. La satira
9. La crisi della società romana tra II e I sec. a. C. La poesia del disimpegno
10. La crisi della società romana tra II e I sec. a. C. La diffusione della filosofia
11. Il de rerum natura di Lucrezio. Il terzo libro: tra etica e psicologia
13. Forme della scrittura storica. Le monografie di Sallustio
14. Caratteri della letteratura augustea. I circoli, i generi letterari; la prosa tecnica
15. Caratteri della letteratura augustea: poesia e poetica
16. Periodizzazione, temi e problemi della poesia oraziana
17. La letteratura epistolare. Struttura e temi
18. L’elegia latina: un genere problematico
19. Il ‘canone’ dei poeti elegiaci
20. Le elegie 1 e 10 del primo libro di Tibullo. La presentazione e il congedo del poeta
Ripercorre approfonditamente nascita e sviluppo dell’elegia latina P. Pinotti, L’elegia latina. Storia di una forma poetica, Roma 2002.
1. Nascita e sviluppo della letteratura latina. I generi letterari; il rapporto otium-negotium
2. L’accento latino: cenni di prosodia
3. Caratteri della poesia drammatica latina. Il teatro comico di Plauto e di Terenzio
4. L’Aulularia di Plauto. Struttura, temi, problemi
5. Nascita e sviluppo dell’epica latina. Da Livio Andronico a Virgilio
6. Nozioni di metrica latina. Lo schema dell’esametro e del pentametro
7. Oratoria e retorica a Roma. La pro Archia di Cicerone
8. La crisi della società romana tra II e I sec. a. C. La satira
9. La crisi della società romana tra II e I sec. a. C. La poesia del disimpegno
10. La crisi della società romana tra II e I sec. a. C. La diffusione della filosofia
11. Il de rerum natura di Lucrezio. Il terzo libro: tra etica e psicologia
13. Forme della scrittura storica. Le monografie di Sallustio
14. Caratteri della letteratura augustea. I circoli, i generi letterari; la prosa tecnica
17. La letteratura epistolare. Struttura e temi
18. L’elegia latina: un genere problematico
19. Il ‘canone’ dei poeti elegiaci
20. Le elegie 1 e 10 del primo libro di Tibullo. La presentazione e il congedo del poeta
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