Il nome indica la raccolta degli annales realizzata dal pontefice Publio Muzio Scevola.
Gli annales contenevano la registrazione ufficiale degli eventi più importanti verificatisi in un anno; i pontefici li esponevano su una tabula dealbata, una tavola bianca.
Rappresentarono la memoria collettiva dello stato romano.
Questa modalità cronologica di registrazione dei fatti influenzò l’attività di scrittura dei primi storici e rimase un carattere costante della storiografia latina.
A partire dal II secolo a. C. un nuovo indirizzo metodologico fu rappresentato dalle historiae che trattavano non di tutta la storia di Roma ma di un segmento di essa considerato di particolare importanza.
Nel discutere la differenza di significato dei due termini historiae e annales Aulo Gellio ci riferisce la polemica di Sempronio Asellione contro la modalità di scrittura annalistica.
Egli riteneva insufficiente registrare i fatti anno per anno senza indagare i motivi che li avevano determinati e gli uomini che ne erano stati responsabili.
Scopo dello storico diventava così non la redazione di un diario di eventi ma una vera e propria indagine sui fatti: il verbo perscribere, usato da Sempronio Asellione e da Sallustio in sede proemiale, indica appunto un’approfondita attività di analisi e di scrittura.
Nelle sue due monografie Sallustio si propose appunto di indagare su un solo evento per volta, la congiura di Catilina e la guerra contro Giugurta, in quanto esemplificativi della grave crisi politico-sociale in cui versò Roma dalla fine del II secolo a. C.
Con la scelta dei due eventi, di gravità diversa, lo storico intendeva mettere in luce la corruzione della classe dirigente e la cecità di quei pauci potentes che, concentrando nelle proprie mani il potere politico e la maggior parte delle ricchezze, avevano prodotto sperequazioni e malcontento sociale.
La sua attività storiografica diventava così impegno politico e sociale: nel proemio del bellum Iugurthinum Sallustio dichiara polemicamente che il suo otium riuscirà più utile allo stato del negotium dei politici corrotti e attenti solo al proprio interesse.
L’evento oggetto delle monografie è preceduto in entrambi i casi da un inquadramento storico.
Nel de coniuratione Catilinae esso si estende dal capitolo sesto al tredicesimo assumendo il carattere di una vera e propria ‘archeologia’ della storia politico-istituzionale di Roma.
Le monografie si aprono con due proemi, entrambi di quattro capitoli, di argomento filosofico: il discorso sull’anima e il corpo e sui loro rispettivi caratteri e funzioni è finalizzato alla difesa delle attività dell’otium, in particolare della storiografia.
L’indagine dei fatti si coniuga con modalità del racconto capaci di catturare l’interesse del lettore: Sallustio fa uso di ritratti, discorsi ed excursus non solo di argomento storico e politico ma anche etnogeografico, come quello sui luoghi e le popolazioni dell’Africa nei capitoli 17-19 del bellum Iugurthinum.
La formula è di Antonio La Penna che così classifica i ritratti di quei personaggi, come il Petronio di Tacito, caratterizzati da aspetti contraddittori, positivi e negativi, del carattere.
Può essere definito così anche il ritratto di Catilina nel quinto capitolo del de Catilinae coniuratione anche se la corruzione del personaggio, per altri versi risoluto e tenace nelle fatiche, non tende alla mollezza e al vizio ma alla violenza e al delitto.
Con le historiae Sallustio tornava a un racconto storico di ampio respiro: in cinque libri l’opera trattava della storia di Roma dalla morte di Silla (78 a. C.) alla conclusione della guerra di Pompeo contro i pirati (67).
Ne restano dei frammenti, alcuni anche di ampie dimensioni.
Tra le altre forme storiografiche si annoverano i commentari, raccolte di appunti, lettere e rapporti destinati a essere rielaborati artisticamente in un’opera storica.
Tra gli altri, avevano composto commentarii Silla, Varrone e Cicerone che raccolse materiale in latino e in greco sul suo consolato.
I più famosi sono quelli di Cesare.
A mezza strada tra storiografia ed elogio la biografia ricostruisce la vita e spesso la morte eroica di personaggi politici di rilievo.
Considerata una forma storiografica minore, era coltivata per lo più da figure di condizione sociale non elevata o comunque lontane dalla politica attiva.
Era una raccolta di biografie che, in almeno 16 libri, esponeva per ‘categorie’ la vita di re, poeti, oratori, etc.
L’accostamento dei personaggi romani a quelli greci intendeva sviluppare un confronto sistematico tra le due culture.
1. Nascita e sviluppo della letteratura latina. I generi letterari; il rapporto otium-negotium
2. L’accento latino: cenni di prosodia
3. Caratteri della poesia drammatica latina. Il teatro comico di Plauto e di Terenzio
4. L’Aulularia di Plauto. Struttura, temi, problemi
5. Nascita e sviluppo dell’epica latina. Da Livio Andronico a Virgilio
6. Nozioni di metrica latina. Lo schema dell’esametro e del pentametro
7. Oratoria e retorica a Roma. La pro Archia di Cicerone
8. La crisi della società romana tra II e I sec. a. C. La satira
9. La crisi della società romana tra II e I sec. a. C. La poesia del disimpegno
10. La crisi della società romana tra II e I sec. a. C. La diffusione della filosofia
11. Il de rerum natura di Lucrezio. Il terzo libro: tra etica e psicologia
13. Forme della scrittura storica. Le monografie di Sallustio
14. Caratteri della letteratura augustea. I circoli, i generi letterari; la prosa tecnica
15. Caratteri della letteratura augustea: poesia e poetica
16. Periodizzazione, temi e problemi della poesia oraziana
17. La letteratura epistolare. Struttura e temi
18. L’elegia latina: un genere problematico
19. Il ‘canone’ dei poeti elegiaci
20. Le elegie 1 e 10 del primo libro di Tibullo. La presentazione e il congedo del poeta
Per uno sguardo di insieme su Sallustio cf. R. Syme, Sallustio, trad. it., Brescia 1968.
Di grande interesse è A. La Penna, Sallustio e la rivoluzione romana, Milano 1968.
Cf. anche A. La Penna, il ritratto «paradossale» da Silla a Petronio, in Aspetti del pensiero storico latino, Torino 1978, pp. 193-221.
1. Nascita e sviluppo della letteratura latina. I generi letterari; il rapporto otium-negotium
2. L’accento latino: cenni di prosodia
3. Caratteri della poesia drammatica latina. Il teatro comico di Plauto e di Terenzio
4. L’Aulularia di Plauto. Struttura, temi, problemi
5. Nascita e sviluppo dell’epica latina. Da Livio Andronico a Virgilio
6. Nozioni di metrica latina. Lo schema dell’esametro e del pentametro
7. Oratoria e retorica a Roma. La pro Archia di Cicerone
8. La crisi della società romana tra II e I sec. a. C. La satira
9. La crisi della società romana tra II e I sec. a. C. La poesia del disimpegno
10. La crisi della società romana tra II e I sec. a. C. La diffusione della filosofia
11. Il de rerum natura di Lucrezio. Il terzo libro: tra etica e psicologia
13. Forme della scrittura storica. Le monografie di Sallustio
14. Caratteri della letteratura augustea. I circoli, i generi letterari; la prosa tecnica
17. La letteratura epistolare. Struttura e temi
18. L’elegia latina: un genere problematico
19. Il ‘canone’ dei poeti elegiaci
20. Le elegie 1 e 10 del primo libro di Tibullo. La presentazione e il congedo del poeta
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