Impossibilità del civis Romanus a intervenire sulla politica e conseguente ripiegamento su se stesso.
Esaltazione, ossequio cortigiano, posizione celebrativa (Calpurnio Siculo, Valerio Flacco, Silio Italico, Stazio, Marziale).
Contrapposizione, insofferenza, denuncia del malcostume della propria epoca (Fedro, Giovenale).
Posizione complessa e articolata (Persio, Seneca, Lucano, Petronio).
Morte definitiva degli ideali repubblicani.
Annullamento del potere di popolo e senato.
Azzeramento valori religiosi e morali e tradizionali vs. sorgere valori cristiani.
Fine della poesia aristocratica di circolo.
Diffusione delle recitationes pubbliche e peso del gusto popolare sul giudizio critico.
Concessione da parte dell’artista all’individualismo.
Fine I sec. a. C. espansione della scuola di Teodoro di Gadara.
Maestro di Tiberio si ispira al platonismo e a Posidonio.
Concessione sempre più ampia all’elemento patetico e emozionale.
Sen. Medea vv. 926-944:
cor pepulit horror, membra torpescunt gelu pectusque tremuit. ira discessit loco materque tota coniuge expulsa redit. egone ut meorum liberum ac prolis meae fundam cruorem? melius, a, demens furor!
incognitum istud facinus ac dirum nefas a me quoque absit; quod scelus miseri luent?
scelus est Iason genitor et maius scelus Medea mater – occidant, non sunt mei;
pereant, mei sunt. crimine et culpa carent, sunt innocentes: fateor, et frater fuit. quid, anime, titubas? ora quid lacrimae rigant variamque nunc huc ira, nunc illuc amor diducit? anceps aestus incertam rapit;
ut saeva rapidi bella cum venti gerunt, utrimque fluctus maria discordes agunt dubiumque fervet pelagus, haut aliter meum cor fluctuatur: ira pietatem fugat iramque pietas – cede pietati, dolor.
Introduzione nella dimensione poetica del realismo quotidiano.
Ricorso in alcuni generi letterari ad un linguaggio mimetico delle classi popolari (epigramma, satira, romanzo).
Poesia delle piccole cose.
Conseguimento del patetico attraverso il ricorso a tecniche retoriche quali l’amplificatio, le iperboli, le metafore, lo straniamento.
Grande risalto alle passioni.
Uso delle sententiae, del periodare frantumato, antitetico, astratto; presenza del monologo, specchio della sofferenza dell’io; predilezione per l’orrido e lo spaventoso.
Ampio spazio concesso alla fantasia a partire dal racconto meraviglioso delle Metamorfosi di Ovidio.
Abbandono del criterio della verisimiglianza preposto alle scelte della poesia classica (v. Virgilio) e preferenza per il nuovo, il favoloso, il mirabile.
1. Ideali letterari e artistici dell'età augustea
2. Simmetria e ordine nell'opera d'arte
3. Ars, ingenium e novitas nel I sec. d.C
4. Evoluzione della satira: da Persio a Giovenale
5. Meraviglioso, mirabile, fantastico e verisimile: l'epos di Luca...
6. Il 'nuovo stile' della tragedia di Seneca
7. Il realismo e il romanzo petroniano
9. Il rifiuto della mitologia e il realismo dell'epigramma di Marz...
10. La reazione classicista e la denunzia della corruzione dell'ora...
11. L'uomo medio nell'età dei Flavi: Plinio il Giovane
12. La storiografia tragica di Tacito
13. I Romani e l'altro: la Germania di Tacito
14. La curiositas demistificante del racconto svetoniano
15. Un maestro del fantastico: Apuleio
16. Amore e Psiche
17. Il movimento arcaizzante del sec. II d.C. e i modelli letterari
18. Antichità classica e cristianesimo
19. Il conflitto tra antichità e Cristianesimo: gli apologisti
20. L'arcaismo dei poetae novelli
21. La rielaborazione dell'antico: grammatici e commentatori
22. La storiografia del sec. IV
23. La poesia come gioco: Ausonio
24. Il modello di perfezione classica e il mito nella poesia di Cla...
25. Due diversi modi di rapportarsi al paganesimo: Agostino e Girol...
26. Due diversi modi di rapportarsi al paganesimo: Agostino e Girol...
27. La classicità come rifiuto del presente: Rutilio Namaziano
28. Il recupero del passato per modificare il presente: Sidonio Apo...