Cronologia: 61/62d.C. – 114/115d.C.
Pur vivendo sotto Nerva e Traiano si collega all’ideologia letteraria e artistica del I sec. d.C.
Non fu grande pensatore né ebbe grande capacità critica.
La mediocrità di Plinio origina dal suo non prendere posizioni nette e determinate.
Fotografo della realtà coeva è caratterizzato da un totale buonismo.
Come soglia introduttiva alla comprensione della personalità di Plinio potrebbe valere l’epigramma I 9 di Marziale: “Vuoi sembrare un uomo affabile, Cotta, e grande:/ma gli uomini affabili, Cotta sono uomini da nulla”.
L’Epistolario è composto da 10 libri: i primi nove (97-108 d.C.) pubblicate dallo scrittore; il l.X: lettere private e ufficiali di Plinio a Traiano e le risposte di questi.
Scrittura formulare e cerimoniosa.
Elogio generalizzato e bonarietà di atteggiamento.
Dedicato a Setticio Claro.
Caratterizzato da grande accuratezza formale come attesta la sua dichiarazione incipitaria:
Tace dei classici perché proiettato solo sul presente.
Efficace il giudizio formulato su Marziale in occasione della sua morte (III 21).
Giudizi eccellenti di figure mediocri di letterati per una generalizzata bonarietà: epist. IV 3 (su Arrio Antonino); IV 20 (su Novio Massimo).
Di Silio Italico denunzia l’inconsistenza poetica e l’eccessivo formalismo (III 7).
Disegnò in modo eccellente le modalità di scrittura di Tacito, con riferimento alla brevitas (VII 33).
I suoi giudizi sono comunque spesso falsati dal principio critico da lui esposto che preferisce quantità a qualità (IX 29).
Ampio spazio concesso all’ingenium.
La creatività dell’artista non va limitata.
L’iperbole, l’eccesso, il mirabile, l’effetto devono essere i mezzi adoperati dall’oratore.
L’anodina e piatta esposizione non ha meriti: Nihil peccat nisi quod nihil peccat (IX 26).
A volte al di là delle griglie retoriche e dei formulari cortesi è attento narratore.
Un esempio; la lettera inviata all’amico Tacito che gli chiede notizia della morte dello zio Plinio il Vecchio durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Marziale IV 44: “Ecco il Vesuvio che poco fa era verde per l’ombra delle viti,/ecco il nobile vino che aveva riempito i tini ribollenti;/ecco i gioghi, le colline che Bacco amava più di Nisa;/ecco il monte sul quale, ieri, danzavano i satiri./ …
… Questa era la casa di Venere, a lei più gradita di Sparta;/questa era la città che aveva ricevuto il nome da Ercole./Tutto giace, distrutto dalle fiamme e dalla cenere crudele:/gli dei vorrebbero non aver potuto essere onnipotenti.”
Ripresa, con ampliamento, del discorso di ringraziamento a Traiano quando fu nominato console nel 100 d.C.
Esaltazione di Traiano e della libertà riconquistata dopo la turpe oppressione di Domiziano.
Augurio che non si debbano avere più periodi così bui.
Auspicio di rapporti sereni e di interazione concorde tra imperatore, aristocratici e ceto equestre.
1. Ideali letterari e artistici dell'età augustea
2. Simmetria e ordine nell'opera d'arte
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4. Evoluzione della satira: da Persio a Giovenale
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9. Il rifiuto della mitologia e il realismo dell'epigramma di Marz...
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11. L'uomo medio nell'età dei Flavi: Plinio il Giovane
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13. I Romani e l'altro: la Germania di Tacito
14. La curiositas demistificante del racconto svetoniano
15. Un maestro del fantastico: Apuleio
16. Amore e Psiche
17. Il movimento arcaizzante del sec. II d.C. e i modelli letterari
18. Antichità classica e cristianesimo
19. Il conflitto tra antichità e Cristianesimo: gli apologisti
20. L'arcaismo dei poetae novelli
21. La rielaborazione dell'antico: grammatici e commentatori
22. La storiografia del sec. IV
23. La poesia come gioco: Ausonio
24. Il modello di perfezione classica e il mito nella poesia di Cla...
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26. Due diversi modi di rapportarsi al paganesimo: Agostino e Girol...
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