Il processo di comprensione può essere relativo a testi orali (ascolto) o scritti ( lettura) ma può anche interessare più livelli contemporaneamente.
Esso è considerato uno dei principali componenti della competenza comunicativa.
La comunicazione è “volontaria” e si realizza attraverso atti di discorso, intenzionali e finalizzati ad un determinato esito.
Anche linguaggi non verbali vi contribuiscono.
La comprensione non è un processo lineare e successivo nel tempo (per cui si comprenderebbe fonema dopo fonema, parola dopo parola, frase dopo frase, etc.) ma globale e simultaneo.
Infatti, come si ricorderà, la nostra Expectancy Grammar ci consente di creare un’ipotesi globale e simultanea di quanto può essere detto, ipotesi che poi viene inverata, completata o modificata dalla catena sonora o dalla riga scritta.
L’attivazione della Expectancy Grammar non avviene in maniera generica ma è un processo di anticipazione guidato da un fattore essenziale del processo di comprensione, vale a dire gli SCOPI della persona che si appresta ad ascoltare o a leggere.
A seconda dello “scopo” per cui ci si propone di comprendere un testo si ricorre a strategie differenti per facilitare il compito della Expectancy Grammar.
Essa, in tal modo, è chiamata a fare ipotesi in un campo più ristretto.
Si ricordi, ancora, che la competenza comunicativa si definisce come la capacità di usare tutti i codici, verbali e non, per raggiungere i propri fini nell’ambito di un evento comunicativo.
Nel processo di comprensione si possono cogliere diverse modalità di attuazione:
Consiste nel saper cogliere alcune specifiche informazioni in una data situazione comunicativa ovvero in un testo.
In questi casi si parla anche di ascolto estensivo o mirato.
Consiste nel saper cogliere il senso generale di un testo, la sua funzione, il suo contenuto globale.
In tale evenienza ci troviamo di fronte ad una lettura estensiva o cursoria.
Si attua quando si analizzano le caratteristiche formali o concettuali di un testo, ricorrendo a svariati strumenti interpretativi (stilistici, metrici, retorici, ecc.).
“Insegnare a comprendere” costituisce una meta fondamentale in ogni procedura formativa.
Da un punto di vista cognitivo, “insegnare a comprendere” significa insegnare ai nostri allievi ad attivare in maniera ottimale la loro Expectancy Grammar.
Ciò, fra l’altro, contribuisce a far sì che essi riescano a “comprendere” un testo nelle sue interconnessioni interne ma anche a correlarlo ad altri testi.
Si tenga anche conto del fatto che, in molti casi, un insufficiente profitto scolastico può derivare, come anche si è visto in lezioni precedenti, non tanto da difficoltà di tipo cognitivo o da insufficiente impegno o ‘applicazione’ nello studio da parte di un dato allievo, quanto da problemi di comprensione.
Sequenza ottimale nelle procedure dedicate a stimolare e stabilizzare l’abilità di comprensione.
1) Priorità delle abilità ricettive su quelle produttive e integrate:
2) Priorità delle abilità di ricezione orale su quella scritta:
Nell’apprendimento del greco l’impostazione tradizionale, ancor oggi dominante nei nostri licei classici, prevede che lo studio della lingua sia affrontato e condotto da una prospettiva principalmente grammaticale e morfologica.
«L’apprendimento, graduale, avviene attraverso l’acquisizione di categorie grammaticali in una sequenza vissuta tendenzialmente come passaggio dal “facile” al “difficile”, spesso intesa (o fraintesa) come successione dal “regolare” all’”irregolare”», come si esprime Andrea Barabino, Sperimentazione di nuove strategie nella didattica del greco.
Si tratta, in sostanza, di un insegnamento di tipo grammaticale-traduttivo, incentrato esclusivamente sulla lingua scritta e che utilizza come strumento di lavoro privilegiato la “traduzione”.
Tra le tecniche glottodidattiche che contribuiscono al rafforzamento del processo di comprensione vi è il cosiddetto cloze.
La procedura cloze consiste nell’inserimento da parte dell’allievo delle parole che mancano in un testo che gli viene proposto.
Nel testo viene eliminata una parola ogni x parole, di solito ogni settima parola.
Compito dell’allievo è inserire nel vuoto la parola mancante o, quanto meno, una parola accettabile nel contesto, appropriata, anche se non si tratta di quella effettivamente cancellata.
Per consentire la creazione di un cotesto sufficiente, cioè per offrire agli allievi una prima contestualizzazione, le prime righe vengono di solito date senza vuoti.
Varianti nella procedura
a) cloze “a crescere”
a mano a mano che il cotesto si definisce meglio si passa ad eliminare nel testo una parola ogni sei e, poi, una ogni cinque, soglia sotto la quale il testo non è più ricostruibile.
b) cloze facilitato
1. le parole da inserire sono elencate in calce al testo,
oppure
2. nei vuoti compare un disegno corrispondente alla parola eliminata.
c) cloze orale
in un audio o video sono inserite delle pause; gli allievi devono ipotizzare quello che sta per essere detto.
Il cloze è una tecnica fondamentale per sviluppare-misurare la capacità di considerare un testo in maniera ‘globale’ per giungere alla sua “comprensione”.
Nel cloze possono venire cancellate:
parole tematiche
(si riferiscono a informazioni già presenti nel testo);
oppure
parole rematiche
(portano informazioni nuove rispetto a quanto già comparso nel testo).
Nel cloze in lingua straniera l’allievo può inserire le parole mancanti anche nella lingua materna.
Egli deve, infatti, dimostrare di comprendere le parole che precedono e che seguono non indovinare la specifica parola eliminata.
Per il suo carattere di sfida in cui l’allievo è solo davanti al testo, e non c’è la contrapposizione tra un insegnante-inquisitore ed un allievo-inquisito, questa tecnica, di solito, viene accettata dagli allievi senza problemi di “filtri affettivi”.
La procedura “cloze” presenta caratteristiche che ne fanno uno strumento indispensabile nell’apprendimento linguistico:
Essa si rivela così uno strumento efficace per il recupero individualizzato di quegli allievi che presentano una expectancy grammar inadeguata, carenza che si riflette nell’intero rendimento scolastico, dal momento che la capacità di comprensione dell’allievo può risultare compromessa alla base da una siffatta carenza.
1. Didattica 'tradizionale' e 'nuova' didattica
2. I caratteri della didattica tradizionale
3. Svolgimento della didattica in un anno scolastico. Metodi a confronto
4. Fattori esterni ai processi di apprendimento
5. Ritmi e Stili di Apprendimento
6. Tecniche glottodidattiche - parte prima
7. La comprensione e le tecniche glottodidattiche pertinenti
8. Tecniche glottodidattiche - parte seconda
9. Tecniche glottodidattiche - parte terza
10. Tecniche glottodidattiche - parte quarta
1. Didattica 'tradizionale' e 'nuova' didattica
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7. La comprensione e le tecniche glottodidattiche pertinenti
8. Tecniche glottodidattiche - parte seconda
9. Tecniche glottodidattiche - parte terza
10. Tecniche glottodidattiche - parte quarta
11. Tecniche glottodidattiche - parte quinta
12. Tecniche glottodidattiche - parte sesta
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