Essere organizzatori, attivatori, pianificatori, conduttori e valutatori di un progetto di formazione è tra le competenze di uno psicologo formato ai principi della psicologia di comunità . La sua competenza è nel condurre e organizzare eventi formativi che abbiano il carattere dell’attività , dell’interattività , della partecipazione e della condivisione.
Si tratta, pertanto, di esperienze formative mirate all’empowerment dei partecipanti oltre che all’accrescimento delle loro conoscenze.
Delineare un progetto di formazione richiede di essere in grado di:
Tenere presente l’esigenza di:
Prevedere una dettagliata articolazione dei corsi in relazione agli obiettivi e alla composizione dei gruppi ipotizzando:
La consulenza (consultation) é un processo attraverso il quale un individuo (il consultante), che ha la responsabilità di fornire un servizio ad altri (gli utenti), volontariamente, consulta un’altra persona (il consulente-consultant), ritenuta particolarmente competente, riguardo a un problema inerente il suo lavoro. Attraverso tale processo il consultante fornirà un servizio migliore ai suoi utenti.
Possiamo individuare quattro tipologie di consulenza:
1) CONSULENZA RELATIVA AL CASO CENTRATA SULL’UTENTE
Si tratta di approfondire un tema in relazione ai problemi e/o le risorse della persona o dell’istituzione per cui si chiede la consulenza.
2) CONSULENZA RELATIVA AL CASO CENTRATA SUL CONSULTANTE
Improntata sulle difficoltà del consultante nel lavorare con un paziente:
L’incontro è dedicato ad analizzare i problemi e le esigenze poste dal consultante.
Non si tratta di approfondire l’argomento della consultazione e le sue dimensioni, bensì di entrare in relazione con il punto di vista del consultante, i suoi problemi nell’affrontare il tema o l’evento specifico.
3) CONSULENZA ORGANIZZATIVA CENTRATA SUI PROGRAMMI: ANALISI DEI BISOGNI; RICERCA-INTERVENTO
La consulenza è relativa alla definizione di programmi di ricerca o d’intervento che possono rispondere alle esigenze individuate.
4) CONSULENZA ORGANIZZATTIVA CENTRATA SUL CONSULTANTE
Si focalizza su:
Caplan (1970) attribuisce importanza al rischio di mancanza di obiettività , che chiama interferenza. Di uguale rilievo sono: carenza di competenze, mancanza di sicurezza, mancanza di abilità interpersonali. Gli interventi necessari corrispondono a:
Gallesich (1980) critica Caplan per l’enfasi sul rischio di interferenze e pone l’attenzione piuttosto sulla mancanza di conoscenze del consultante.
Spratley (1987), afferma, invece, che il focus deve essere posto sull’interrelazione tra i consultanti e i sistemi all’interno dei quali operano.
Pertanto sono, ugualmente, importanti la mancanza di sostegno del ruolo e i limiti situazionali.
Per Brown (1984), infine, vanno previste consulenze periodiche sul posto di azione, e consulenze attive e partecipate (live consultancy), in cui il consulente osserva il consultante al lavoro con il suo utente. Egli ipotizza, inoltre, consulenze tra pari (intervisione) in cui, a turno, viene assunto il ruolo di consulente. Infine, e non in ultimo, consulenze di comunità in cui il consulente assume il ruolo di mediatore di gruppo.
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Francescato, D., & Ghirelli, G. (1988). Fondamenti di psicologia di comunità . NIS, Roma.
Orford, J. (1998). Psicologia di Comunità , Franco Angeli, Milano.