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Caterina Arcidiacono » 9.Swot Analysis e Future Lab's


Swot Analysis

La SWOT Analysis, dall’acronimo inglese:

S (Strengths)
W (Weakness)
O (Opportunity)
T (Treath)

è un approccio largamente usato nelle scienze economiche per la valutazione dei contesti sociali e organizzativi al fine di delineare i punti di forza e debolezza di una situazione, un progetto, un contesto, una persona, etc.
Armstrong (2000) ha per primo proposto l’esame dei contesti sociali in virtù di queste quattro categorie: forze, vulnerabilità, opportunità e minacce.
In psicologia di comunità esso viene largamente utilizzato nell’analisi dei fattori di forza e vulnerabilità che inserisce il rapporto degli individui nei contesti di vita e la definizione degli strumenti per migliorare tale interazione.
Al fine di creare un linguaggio condiviso tra operatori e pianificatori sociali, con differenti formazioni di base e amministratori, ci sembra, tuttavia, opportuno mantenere il termine con la denominazione che ha nel linguaggio socio-economico.

Swot Analysis e psicologia di comunità

Quando in psicologia di comunità si parla di analisi dei punti di forza e di debolezza di un contesto, il riferimento non è tanto alle condizioni materiali quanto, piuttosto, alla definizione dei fattori interni ed esterni che favoriscono il raggiungimento di un obiettivo.
Si tratta, infatti, di una procedura logico-cognitiva che, attraverso una procedura sistematica, focalizza i fattori principali che agiscono in relazione ad un evento o ad un progetto.

Come, quando e con chi si usa la Swot Analysis?

Come e quando si usa?

È molto semplice. Si tratta di acquisire un habitus mentale, per cui in ogni situazione lo psicologo cerca di leggere il contesto alla ricerca di quelli che sono gli elementi indicati: le forze, le debolezze, le opportunità – spesso nascoste, i timori – talvolta negati. Non si lascia “impressionare” da ciò che appare ma cerca di analizzare le caratteristiche della situazione, dell’evento e del contesto individuandone i punti di forza e le criticità.

Con chi si usa?

L’analisi dei punti di forza e delle criticità di un sistema non è solo una prospettiva euristica. È una procedura che, effettuata in una organizzazione o in un gruppo classe, è un potente strumento per superare momenti di arresto, difficoltà sopraggiunte e per delineare nuove strategie di risposta.
Uno strumento che entra a far parte della “cassetta degli attrezzi” e che costituisce una linea guida elementare per leggere i contesti e trovare soluzioni ai problemi in forma partecipata e condivisa.

Proviamo insieme a…

1. Provate ad analizzare, con questo approccio, un evento per voi problematico, avvenuto nelle ultime settimane.

2. Provate nel vostro gruppo di amici, nella vostra famiglia, o in un gruppo di colleghi ad utilizzare l’approccio proposto nell’affrontare un problema imprevisto o una decisione complessa.

3. Provate con un’amico/a o con il/la vostro/a partner ad analizzare gli SWOT della vostra relazione e ad utilizzare quanto emerge per pianificare il vostro rapporto nei prossimi mesi.

4. Provate da soli o con un gruppo di amici ad analizzare i punti di forza e di debolezza della vostra città.

Laboratorio del futuro

La psicologia di comunità si caratterizza, per strumenti e metodologie che facilitano il singolo e i gruppi, nell’acquisizione di empowerment e benessere psicosociale. Tra questi viene utilizzato il laboratorio del futuro.

Anche questo è uno strumento che nasce nelle più ampie scienze sociali, ma che nella psicologia di comunità è utilizzato per favorire e accrescere la capacità di interagire positivamente con i contesti di vita. In particolare, è utile per gruppi di lavoro ed organizzazioni.

Si tratta di uno strumento per accrescere l’empowerment e l’acquisizione di nuove prospettive in merito al futuro proprio e della propria comunità di riferimento. È finalizzato ad elaborare, sviluppare e dar corpo a nuove visioni che tengono conto dei propri desideri e delle proprie aspettative, arrivando ad individuare piani d’azione per reperire nuove opportunità.

Il laboratorio del futuro (future lab’s) è uno strumento partecipativo per individuare i punti di forza e le competenze delle persone e dei gruppi, per sviluppare i loro sogni e le loro fantasie sociali e per inventare progetti di collaborazione all’interno della comunità.

Cos’è e chi usa il laboratorio del futuro?

Cos’ è?

Il laboratorio del futuro è uno strumento di empowerment a livello individuale e di gruppo. È una tecnica sempre uguale ma che assume caratteristiche diverse per ogni tipo di obiettivo di gruppo. Può essere utilizzato per sviluppare:
- un futuro alternativo con nuove idee e progetti;
- identificazione partecipata dei problemi del gruppo;
- l’espressione di desideri e paure per il futuro, in merito alla formulazione di idee finalizzate all’azione sociale;
- l’apprendimento dei processi cooperativi, espandendo il lavoro intellettuale con il potenziale creativo e intuitivo;
- la creatività di un gruppo;
- l’interesse per la comunità.

Chi lo usa?

Il future lab’s è usato in gruppi di lavoro e associazioni per pianificare lo sviluppo della comunità e per supportare la partecipazione in contesti ampi quali le città. Imprese e gruppi di lavoro, che si occupano di organizzazione, usano questa tecnica per la pianificazione strategica e per dare inizio a progetti congiunti all’interno di comunità e organizzazioni.

La storia del future lab’s

Il laboratorio del futuro è stato sviluppato da Robert Jungk, un “futurologo” che cominciò a scrivere negli anni ‘50 in merito al rischio degli armamenti nucleari. Il suo obiettivo non era solo quello di protestare per gli armamenti nucleari, ma anche quello di promuovere e organizzare un futuro diverso.
Il future lab’s è quindi, fin dalla sua nascita, legato ai movimenti per la pace. Jungk scrive, in un suo libro, che per le persone è molto facile sviluppare critiche ma è difficile poi riflettere per individuare soluzioni alternative a misura di uomo e, quando ci ragionano, raramente pensano a cose veramente innovative. Questo succede perché siamo molto attaccati alla realtà e non abbiamo l’abitudine di immaginare il futuro e di riflettere sulle nostre visioni. Anche la scuola insegna ad essere realisti, nessuno sprona a pensare ad un futuro diverso e a pensare che le proprie visioni abbiano un valore e possono essere realizzate.
Attraverso il metodo del future lab’s, invece, Jungk ha dato alle persone la possibilità di pensare che le loro idee fossero buone e fossero realizzabili e questo permette anche alle persone di sentirsi una risorsa per i problemi del proprio territorio. Infatti, molte innovazioni sono nate grazie a questo metodo.

Il metodo: l’argomento

Il gruppo ha individuato gli argomenti che vuole affrontare e li ha proposti preventivamente al conduttore.

Un referente istituzionale, o l’ organizzatore del laboratorio, ha previsto l’argomento da elaborare.

Il gruppo inizia con una sessione preliminare in cui i partecipanti trovano il tema da condividere (bisogna prevedere almeno uno/due ore per questa attività, ma il vantaggio è che tutti sarebbero coinvolti nella ricerca dell’argomento da trattare).

Il future lab’s secondo Wolfgang Stark.

Il metodo: le sessioni

La struttura del Future Lab’s prevede tre sessioni.

  1. La sessione critica dove la critica e la catarsi servono per analizzare il problema/la sfida in parole chiave
  2. La sessione utopica per riformulare con nuove visioni e immagini il problema identificato nella sessione precedente. Si ipotizzano scopi positivi e si sviluppano idee e fantasie che consentano passaggi innovativi e creativi per la soluzione del problema
  3. La sessione della realizzazione che cerca di adattare alla realtà i piani immaginativi delineati nella sessione 2 e affronta il problema iniziando i primi passi per avviare il progetto e la sua trasformazione in azione

Prima sessione: critica e catarsi

La prima sessione del future lab’s è un momento importante in cui si esprimono le critiche e le emozioni negative verso qualcosa che non va e attraverso una qualsiasi forma espressiva (scrittura, disegno, etc.).

Il motto di questa fase è:
“cosa potrebbe accadere se procediamo nello stesso modo?”

Si condividono, così, paure e timori realistici e si incominciano a delineare le posizioni delle diverse persone. Si fa, infine, una catalogazione delle diverse paure e si chiede ai partecipanti un ordine di priorità.

Seconda sessione: utopica

Il passaggio dalla prima alla seconda sessione di lavoro è fatto attraverso la riformulazione delle critiche in una dimensione di progettualità. È la parte nodale del future lab’s e per quasi tutti i gruppi è molto più difficile della prima fase in quanto bisogna allontanarsi dalla realtà e sviluppare delle soluzioni utopiche.
Importante è utilizzare delle tecniche di creatività per attivare il gruppo.
In questa sessione, quindi, si sviluppano idee utopiche che devono, poi, essere sviluppate nel dettaglio per arrivare a realizzare concretamente l’utopico.
Lo sviluppo delle idee nel dettaglio permette il passaggio alla terza fase. La struttura organizzativa della seconda sessione è identica a quella della prima: lavoro individuale, piccoli gruppi, grande gruppo e il suo motto è:

“cosa succederebbe se noi realizzassimo i nostri desideri?”

Terza sessione: realizzazione

La terza sessione di lavoro ha l’obiettivo di dare corpo alla seconda perché vengono cercate quelle azioni che, tornando alla realtà, possono portare più vicino al futuro immaginato.

Il passaggio dalla seconda alla terza fase, quindi, consiste nella concretizzazione dell’immaginazione utopica analizzando le barriere che ostacolano questo processo.

Il motto di questa fase è:
“quali azioni bisognerebbe mettere in pratica
se noi realmente attuassimo il nostro sogno?”

Laboratorio seminariale

Con l’uso di diverse tecniche di creatività e di lavoro di gruppo, il future lab’s facilita i processi di empowerment negli individui e nei gruppi. Pertanto, vengono frequentemente usati nei programmi di partecipazione.

Per avere un idea di come viene organizzato un laboratorio del futuro, puoi leggere il verbale di un laboratorio seminariale.

Laboratorio del futuro, Archivio Incoparde.

Laboratorio del futuro, Archivio Incoparde.


I materiali di supporto della lezione

Armstrong, M. (2006). Strategic Human Resource Management: A Guide to Action. 3rd ed., Kogan Page, London.

Future lab's secondo Wolfgang Stark

Il laboratorio del futuro

Verbale di un laboratorio seminariale

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Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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