Il nuovo stato e la costruzione della nazione
La classe politica
- La classe politica del neonato Regno d’Italia divisa tra i due principali schieramenti liberali della
- Destra storica, al governo dal 1870 al 1876, formata da liberali moderati di matrice cavouriana, in buona parte aristocratici, proprietari terrieri (piemontesi, toscani, lombardi, emiliani) intrisi di paternalismo e di alta moralità pubblica
- Sinistra storica, al governo a partire dal 1876, formata da liberali progressisti, ex democratici mazziniani e garibaldini convertiti alla monarchia, esponenti generalmente di una borghesia cittadina, favorevoli ad un ampliamento della base sociale del nuovo stato e quindi ad un allargamento del suffragio
- Mancanza di una effettiva differenza profonda tra i due schieramenti, politicamente opposti, rappresentanti di una élite di notabili legati, per lo più, ad interessi locali e a rapporti clientelari
- Conseguente assenza di una moderna dialettica politica tra partiti differenti
Letture:
T.Detti, G.Gozzini, Storia contemporanea. I. L’Ottocento, cap. 13
Il nuovo stato e la costruzione della nazione
Aspetti e strategie nella costruzione del nuovo stato
- Eterogeneità della società italiana come fattore condizionante le forme dello stato nazionale
- Affossamento delle iniziali intenzioni di decentramento a favore di un deciso centralismo politico e amministrativo ⇒ il prefetto
- Istituzione della scuola elementare pubblica gratuita (legge Casati 1859) – Permanenza di un elevato tasso di analfabetismo in molte zone d’Italia – Limiti della legge Casati e sua successiva modifica attraverso la legge Coppino (1877)
- Assenza di un autonomo potere giudiziario
Letture:
T.Detti, G.Gozzini, Storia contemporanea. I. L’Ottocento, par. 13.1, 13.2
Il nuovo stato e la costruzione della nazione
Aspetti e strategie nella costruzione del nuovo stato
- Adozione dello Statuto Albertino come costituzione del Regno d’Italia – Ampi poteri della monarchia sabauda – Importante ruolo dell’esercito
- Formazione del parlamento italiano su base bicamerale:
- camera dei deputati, a suffragio maschile estremamente limitato ⇒ base elettorale pari al 2% della popolazione (7% dei maschi adulti) – Successivo limitato allargamento con la riforma elettorale di Depretis del 1882 (7% della popolazione)
- Introduzione del servizio militare obbligatorio
Letture:
T.Detti, G.Gozzini, Storia contemporanea. I. L’Ottocento, par. 13.1, 13.2
Il nuovo stato e la costruzione della nazione
Scelte di politica economica e fiscale
- Costituzione di un mercato unico nazionale e politica economica del libero scambio della Destra ⇒ crollo dei pochi centri produttivi del Meridione sviluppatisi attraverso il protezionismo e la committenza dello stato borbonico
- Delinearsi della questione meridionale
- Pesante fiscalismo, attraverso l’aumento delle imposte dirette e specialmente indirette, finalizzato al pareggio del bilancio ⇒ tassa sul “macinato”
- Potenziamento della rete di comunicazione, in particolare delle ferrovie, attraverso un forte intreccio tra affari e politica a favore di gruppi finanziari privati
- Progressivo divergere tra paese “legale” e paese “reale”
Letture:
T.Detti, G.Gozzini, Storia contemporanea. I. L’Ottocento, par. 13.2
Brigantaggio tra protesta sociale e “guerra civile”
- Disagio delle masse rurali del Meridione di fronte alla politica del nuovo stato
- Dilagare del brigantaggio nel Mezzogiorno continentale con il sostegno di forze legittimiste borboniche e clericali (1860-66)
- Guerra contro il brigantaggio attraverso l’impiego dell’esercito e la proclamazione dello stato d’assedio – Altissimi costi umani nella repressione del brigantaggio
- Moti nell’Italia centrosettentrionale contro la tassa sul macinato (1869)
Letture:
T.Detti, G.Gozzini, Storia contemporanea. I. L’Ottocento, par. 13.2
Completamento dell’unificazione nazionale e “questione romana”
- Annessione del Veneto attraverso la “terza guerra d’indipendenza (guerra austro-prussiana, 1866)
- “Questione romana” (cfr. Lez. 14.9)
- Dalla Convenzione di settembre (spostamento della capitale da Torino a Firenze, 1864) alla conquista di Roma (settembre 1870)
- Rifiuto del papa di riconoscere lo stato italiano e di accettare la legge delle “guarentigie” (1871)
- Proclamazione di Pio IX del non expedit ⇒ divieto per i cattolici italiani di partecipare alle elezioni politiche e amministrative
Letture:
T.Detti, G.Gozzini, Storia contemporanea. I. L’Ottocento, par. 13.2
La Sinistra storica al potere
- Raggiungimento del pareggio del bilancio e perdita della maggioranza da parte della Destra storica (marzo 1876)
- Inizio dei governi della Sinistra storica con Depretis
- Il programma di Stradella: obbligatorietà dell’istruzione elementare, allargamento del suffragio, decentramento amministrativo ed elettività dei sindaci, diminuzione e redistribuzione del carico fiscale con abolizione della tassa sul macinato
- Attuazione solo parziale e contraddittoria di tale programma
Letture:
T.Detti, G.Gozzini, Storia contemporanea. I. L’Ottocento, par. 13.3
Il trasformismo come prassi politica della Sinistra storica
- Ricerca di maggioranze governative “allargate” con l’appoggio di elettori e parlamentari dello schieramento politico opposto
- Cooptazione di differenti gruppi d’interesse e dissoluzione delle differenze ideologiche e programmatiche tra Destra e Sinistra
- Perdurante ristrettezza delle basi sociali dello Stato e aggregarsi del ceto dirigente intorno al partito “ministeriale”
- Alleanza della maggior parte delle forze moderate, emarginazione delle forze conservatrici reazionarie e della nuova sinistra, i democratici-radicali dell’Estrema di Felice Cavallotti e il nascente movimento socialista
Letture:
T.Detti, G.Gozzini, Storia contemporanea. I. L’Ottocento, par. 13.3
Politica economica della Sinistra
- Abbandono del liberismo e svolta protezionistica
- Introduzione e adozione sistematica di tariffe doganali (1887-1921) a protezione e a vantaggio dell’industria tessile e siderurgica (in particolare contro la potente concorrenza inglese e tedesca) e della produzione granaria di tipo estensivo, particolarmente radicata nei latifondi meridionali (contro la concorrenza delle ingenti importazioni di cereali americani a basso costo)
Letture:
T.Detti, G.Gozzini, Storia contemporanea. I. L’Ottocento, par. 13.3
Politica economica della Sinistra
Luci e ombre della politica d’intervento statale nell’economia:
- rafforzamento strutturale dell’economia e nascita della prima moderna industria siderurgica italiana
- ingente afflusso finanziario straniero (in particolare tedesco)
- successivo riordino del sistema bancario italiano attraverso la centralizzazione delle banche di emissione e la diffusione delle banche miste
- inizio delle tensioni commerciali con altri paesi, in particolare con la Francia
- forte danno all’economia agricola italiana più avanzata (basata sull’agricoltura intensiva) dei produttori/esportatori (in particolare meridionali) di vino, olio e agrumi
- accentuazione del dualismo nello sviluppo dell’Italia ⇒ cristallizzarsi della „questione meridionale”
- progressivo aumento del fenomeno dell’emigrazione oltreoceano
Letture:
T.Detti, G.Gozzini, Storia contemporanea. I. L’Ottocento, par. 13.3
Questione sociale
- Inchieste parlamentari sulla realtà economico-sociale dell’Italia e prime analisi della questione meridionale da parte di intellettuali come Villari, Fortunato, Franchetti, Sonnino
- Inchiesta agraria Jacini (1877-1886)
- Emergere dell’arretratezza del tessuto sociale italiano, caratterizzato da sottoalimentazione, miseria, malattie endemiche (malaria, pellagra, tubercolosi) e alta mortalità infantile
- Inadeguatezza delle risposte offerte dalla classe politica e crescenti tensioni sociali
Letture:
T.Detti, G.Gozzini, Storia contemporanea. I. L’Ottocento, par. 13.4
Questione sociale e sviluppo del movimento operaio e del socialismo
- Prime organizzazioni del mondo del lavoro tra mutualismo e Internazionale dei lavoratori
- Matrici anarchiche bakuniniane del primo movimento socialista italiano
- Rivendicazioni economiche, sindacali e normative dei primi partiti operai italiani: aumento salariale, riduzione della giornata lavorativa a otto ore, tutela del lavoro femminile e minorile
- Diffusione negli ultimi decenni del’Ottocento di leghe bracciantili, in particolare nella Pianura Padana, e di movimenti sindacali urbani
- Nascita del Partito dei lavoratori italiani (1892), ad opera di Labriola e di Turati, successivamente Partito Socialista Italiano
Letture:
T.Detti, G.Gozzini, Storia contemporanea. I. L’Ottocento, par. 13.4
Questione sociale e sviluppo del movimento cattolico
- Dall’intransigentismo cattolico dell’Opera dei Congressi al mutualismo e cooperativismo solidaristico e interclassista di matrice cattolica
- L’enciclica Rerum Novarum (1891) di Leone XIII e la dottrina sociale della Chiesa
- Sviluppo del cattolicesimo sociale e del sindacalismo “bianco” accanto al cattolicesimo liberale di matrice risorgimentale
Letture:
T.Detti, G.Gozzini, Storia contemporanea. I. L’Ottocento, par. 13.4
Il “democraticismo autoritario” dell’età crispina
I governi di Francesco Crispi (1887-91 e 1893-96) tra riformismo modernizzatore e centralismo autoritario:
- riforma dell’ordinamento comunale e provinciale in senso decentrato e contemporaneo rafforzamento del potere esecutivo
- riforma igienico-sanitaria
- riforma della pubblica sicurezza: limitata garanzia della libertà di riunione e misure preventive e coercitive contro le “classi pericolose alla società”
- riforma del codice penale ad opera di Zanardelli: abolizione della pena di morte e abolizione del divieto di sciopero
- riforma delle istituzioni pubbliche di beneficienza ⇒ ulteriore limitazione del potere ecclesiastico e completamento della laicizzazione degli istituti di assistenza controllati dal clero ⇒ tensioni tra Stato e Chiesa
Letture:
T.Detti, G.Gozzini, Storia contemporanea. I. L’Ottocento, par. 13.5
Crispi tra velleità coloniali e repressioni interne
- Rafforzamento della politica triplicista (⇒ Triplice Alleanza con Germania e Austria-Ungheria, 1882) per l’avvio di una politica di potenza e colonialista antifrancese
- Ripresa dell’espansionismo coloniale nel Corno d’Africa, già iniziato da Depretis (Assab, 1882, e Massaua,1885, sul Mar Rosso), attraverso il trattato di Uccialli (1889) con il negus Menelik per la formalizzazione del possesso coloniale dell’Eritrea e il tentativo di penetrazione in Etiopia
- Forte aumento delle spese militari e rovinosa sconfitta di Adua (1896) ad opera delle forze etiopiche di Menelik
- Esplosioni delle agitazioni sociali in Sicilia, Fasci siciliani, sotto il primo governo Giolitti (1892-93) e atteggiamento moderato e di non intervento da parte giolittiana
- Ritorno di Crispi al governo e durissima repressione dei Fasci siciliani e dei moti di Lunigiana, scoppiati in Toscana nel gennaio del 1894 – Leggi eccezionali antiliberali in funzione soprattutto antisocialista
- Sostanziale affossamento del programma di riforme sociali di Crispi
Letture:
T.Detti, G.Gozzini, Storia contemporanea. I. L’Ottocento, par. 13.5
Crisi di fine secolo e tentativo di svolta reazionaria e autoritaria
- Rafforzamento delle forze di opposizione in parlamento dopo la caduta di Crispi e risposta repressiva e di rafforzamento dell’esecutivo da parte del governo Di Rudinì in linea con l’atteggiamento del re Umberto I
- Proposta di Sonnino, nell’articolo Torniamo allo Statuto, di abbandono della prassi parlamentare e di ripristino dei poteri della Corona
- Risposta in senso conservatore o autoritario delle classi dirigenti liberali di fronte all’ascesa di vaste forze sociali e politiche a base popolare
Letture:
T.Detti, G.Gozzini, Storia contemporanea. I. L’Ottocento, par. 13.6
Crisi di fine secolo e tentativo di svolta reazionaria e autoritaria
- Acuirsi della crisi economica nel 1898 e aumento del prezzo del pane ⇒ ondata di proteste e agitazioni in tutta Italia
- Violenta repressione contro la folla in protesta a Milano (maggio) da parte del generale Bava Beccaris ⇒ Strage con 80 morti e centinaia di feriti
- Proclamazione dello stato d’assedio in molte province e arresto di migliaia di esponenti delle forze di opposizione
- Scioglimento del parlamento e nomina a capo di governo del generale Pelloux – Prosecuzione della linea repressiva e riproposizione delle leggi di restrizione delle libertà statutarie
- Ostruzionismo ad oltranza da parte dei deputati dell’Estrema e forte resistenza contro le proposte liberticide – Nuovo scioglimento del parlamento e rafforzamento della sinistra e dei socialisti nelle nuove elezioni
- Governo Saracco e uccisione di Umberto I a Monza da parte dell’anarchico Gaetano Bresci (29 luglio 1900)
- Il nuovo re Vittorio Emanuele III affida il governo a Zanardelli (1901-03), eponente di spicco, insieme a Giolitti (ministro degli Interni), della Sinistra costituzionale e progressista
- Fallimento dell’involuzione reazionaria e autoritaria dello stato liberale
Letture:
T.Detti, G.Gozzini, Storia contemporanea. I. L’Ottocento, par. 13.6
Prossima lezione
Italia giolittiana
- Caratteri generali dei governi Giolitti
- Sviluppo industriale e politica economica nell’età giolittiana
- Sviluppo economico e crescita del divario Nord – Sud
- Riformismo sociale di Giolitti
- Limiti e ambiguità del riformismo giolittiano
- Sistema giolittiano delle alleanze “trasversali”
- Giolitti tra socialisti e cattolici
- Politica estera giolittiana e conquista della Libia
- Crisi del sistema giolittiano