Il XIX secolo si apre con la Rivoluzione bolscevica e si chiude col crollo del muro di Berlino. Stalin raggiunge il potere con metodi brutali, anche attraverso l’eliminazione fisica (le “purghe”) dei suoi avversari all’interno del gruppo dirigente del Partito Comunista dell’URSS. I “kulaki” (contadini ricchi) vengono in gran parte deportati nei “gulag” in Siberia. Il suo regime è responsabile della eliminazione di centinaia di migliaia di avversari interni, o presunti tali, e della morte per fame di milioni di contadini durante le carestie degli anni Trenta.
Numero di prigionieri dei Gulag dal 1930 alla morte di Stalin nel 1953. Fonte: Wikipedia.
Alla base del sistema economico del comunismo russo c’è la finalizzazione degli sforzi verso l’industria pesante. L’assenza di iniziativa privata e di concorrenza si traduce in assenza di incentivi, basso livello di produttività e depressione dei consumi, così anche di fronte alla possibilità di acquistare c’è penuria di merce. Il potere è in mano ad una burocrazia statale, la “nomenklatura”, troppo potente e corrotta. La popolazione sente una frustazione e vive nel mito di un altro tipo di società, aldilà della “cortina di ferro”: la società dei consumi.
Alla morte di Stalin subentra Nikita Krusciov. Nel 1956, in occasione del XX congresso del PCUS, vengono riuniti i delegati di una ventina di partiti collegati ai quali viene letto il rapporto segreto sui crimini commessi da Stalin. Krusciov concentra la critica soprattutto sulla figura di Stalin, senza mettere in discussione tutto il sistema: identifica la colpa più grave di Stalin nel “culto della personalità”.
Nel 1956 in Ungheria vengono presi alla lettera i risultati del XX congresso e una rivolta popolare riporta in luce anche i vecchi partiti. Ma interviene rapidamente l’esercito sovietico. Il capo della rivolta, Imre Nagy, insieme ad altri, si rifugia nell’ambasciata jugoslava, ma, consegnato ai sovietici, viene fucilato. La repressione continua nei mesi successivi e suscita notevole sgomento all’estero. Si allontanano dai partiti comunisti dell’Occidente molte personalità intellettuali, che vi hanno aderito durante e dopo la Resistenza antifascista.
Giuseppe Di Vittorio, segretario della CGIL (1892-1957), condannò l'intervento sovietico a Budapest. Fonte: Wikipedia.
Nel 1968 Dubcek, segretario del Partito comunista della Cecoslovacchia, cerca di liberalizzare il paese attraverso un’operazione interna al partito. Si parla di “socialismo dal volto umano”. Dopo trattative e tentennamenti anche qui l’URSS decide di intervenire e invade il paese nell’agosto. Non ci sono scontri armati, ma solo tentativi di resistenza pacifica: ad esempio il giovane Jan Palach che si brucia vivo nella piazza centrale di Praga, come i monaci buddisti in Vietnam.
L’URSS negli anni Sessanta con Krusciov è su una posizione più distensiva, mentre la Cina si mantiene fedele alla impostazione stalinista. Nel 1969, si arriva addirittura a brevi scontri armati tra i due stati sulle rive del fiume che divide la Mongolia dalla Russia. Una grave contraddizione per un’ideologia che si richiama all’internazionalismo ed alla pace.
Il fiume Ussuri teatro degli scontri russo-cinesi del 1969. Fonte: Wikipedia.
La Polonia con Gomulka nel 1956 ha conosciuto un breve tentativo di ammorbidire il regime. Nel 1980, nei cantieri navali di Danzica nasce un movimento sindacale autonomo, Solidarnosc, d’ispirazione cattolica. Il leader Lech Walesa viene arrestato: colpisce che un regime comunista vada contro le libertà sindacali. Ma ormai il papato dal 1978 è del polacco Wojtila e il governo deve venire a patti. Crollato il regime nel 1990, Walesa vince le elezioni.
Bandiera con il logo di Solidarnosc. Fonte: Wikipedia.
La Cambogia ha subito i contraccolpi della guerra del Vietnam. Tra il 1976 e il 1979, fino all’intervento dell’esercito vietnamita, Pol Pot guida i khmer rossi con una sorta di feroce utopia contadina: la capitale viene quasi del tutto evacuata e la popolazione costretta ai lavori forzati.
Un caso raro di autogenocidio, con circa un milione di morti. Hobsbawm definisce i khmer come una combinazione sanguinaria tra il maoismo da caffè parigino di Polpot e la propensione delle masse rurali arretrate a distruggere la civiltà.
Nel 1978 un colpo di stato comunista sorretto dall’intervento sovietico si impone in Afghanistan. È però attiva la guerriglia dei mujaeddin e la guerra si protrae per quasi dieci anni fino alla proclamazione di una repubblica islamica. Si è parlato di un Vietnam russo, anche qui una grande potenza mondiale viene messa in scacco da una guerriglia locale. Ci sono forse 15.000 morti tra i soldati russi. In URSS, pur vigendo il segreto per l’assenza di libertà di stampa, si verifica ugualmente una forte perdita di consenso verso il regime.
Nel 1985 il nuovo segretario del PCUS Michail Gorbaciov lancia la “perestrojka” (riforma, ristrutturazione) e la “glasnost” (trasparenza) e propone il disarmo nucleare. Si tratta dell’ultima possibilità di mantere il regime comunista cercando di aprire alla democrazia. In realtà questa politica non regge a lungo: avviene un crollo endemico del regime sovietico facilitato dalla stessa riforma di Gorbaciov. Si chiude l’epoca della guerra fredda e del mondo bipolare.
Michail Gorbaciov (1931). Fonte: Wikipedia.
L’Unione Sovietica si sgretola con l’indipendenza delle numerose Repubbliche, dando luogo ad un nuovo Stato. Tra le prime a separarsi le Repubbliche del Baltico e quelle del Caucaso. Dal 1999 governa la Russia Putin, oggi attraverso il suo delfino Medvediev, riprendendo una politica accentratrice e di grande potenza, risolvendo grazie alla risorsa del petrolio e del gas una grave debolezza economica.
Ex Repubbliche dell'URSS: 1 Armenia, 2 Azerbaijan, 3 Bielorussia, 4 Estonia, 5 Georgia, 6 Kazakistan, 7 Kirghisistan, 8 Lettonia, 9 Lituania, 10 Moldavia, 12 Tagikistan, 13 Turkmenistan, 14 Ucraina 15 Uzbekistan. Fonte: Wikipedia.
Crollano anche tutti i regimi dell’Est europeo. Il 9 novembre 1989 cade il muro di Berlino, il simbolo della divisione in due del mondo. In realtà non viene abbattuto violentemente, semplicemente viene attraversato da una parte all’altra dalla folla senza che la polizia possa reagire.
Il muro prima del 1989 con il lato occidentale coperto di graffiti. Fonte: Wikipedia.
Il crollo del muro di Berlino rivela gli orrori di alcuni regimi comunisti come quello albanese o quello rumeno. Le società di questi paesi con uno scarsissimo sviluppo economico stentano a trovare una nuova strada, attraversando anche periodi di anarchia, mentre cresce l’emigrazione.
Anarchia albanese nel 1997. Fonte: Wikipedia.
Nel maggio 1989 una pacifica protesta studentesca nella piazza Tien An Men di Pechino viene repressa nel sangue, in quanto l’ala conservatrice del Partito comunista prevale su quella più aperta di Zao Ziyang. La Cina non conosce una democratizzazione politica, ma il ferreo regime del partito unico, a fronte di una trasformazione economica profonda e un impetuoso sviluppo capitalistico, con aumenti annui del PIL intorno al 10%.
Uno sconosciuto dimostrante ferma per un momento i carri armati a Tien An Men. Fonte: Wikipedia.
La fine dei due blocchi non ha portato la pace ma guerre locali anche molto violente, tant’è vero che negli ultimi tempi ci sono state almeno 14 missioni ONU di peace-keeping. Nel corso della guerra di ben otto anni (1980-1988) contro l’Iran, il dittatore dell’Irak Saddam Hussein è stato aiutato dagli americani. Ma quando nel 1990 invade il Kuwait, il Presidente George Bush senior lo attacca con una guerra lampo. Bush si ferma alle porte di Bagdad, sceglie di evitare di occupare il paese, usa poi l’arma dell’embargo e fa leva sulle minoranze nazionali, come i curdi presenti nel Nord.
Piani strategici dell'Operazione Desert Storm. Fonte: Wikipedia.
Una zona di terribili conflitti, in cui vengono attuate “pulizie etniche” è la ex-Jugoslavia. Il paese è dominato fino al 1980 dal maresciallo Tito, che blocca l’espressione delle diversità interne. Nel 1991 scoppia una prima guerra tra croati e serbi. Una seconda guerra vede lo scontro nella Bosnia Erzegovina, tra i bosniaci mussulmani e i serbi. L’ONU manifesta le sue debolezze e incapacità quando non riesce ad impedire il massacro di 8000 bosniaci a Sebrenicza. Nel 1995 con la mediazione del Presidente americano Clinton si arriva agli accordi di Dayton. Nel 1999 un intervento della Nato riesce a bloccare gli scontri tra serbi e albanesi del Kossovo. Oggi la Jugoslavia è divisa in sette paesi.
Mappa etnica dell'ex-Jugoslavia nel 1991. Fonte: Wikipedia.
Mentre resta irrisolto il conflitto nel Medio Oriente, avviene un impensabile attacco terroristico. La mattina dell’11 settembre 2001 aerei di linea, per l’azione di terroristi suicidi, si schiantano a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro sulle torri gemelle di New York e sul Pentagono. Altri gravi attacchi terroristici avvengono anche in Europa: nel 2004 ai treni della stazione di Madrid e nel 2005 alla metropolitana di Londra.
Il Presidente statunitense George Bush junior risponde agli attentati terroristici con la guerra contro i talebani dell’Afghanistan, da dove sarebbe partito l’ordine di attacco alle Twin Towers da parte di Osama Bin Laden. Nel 2003 con la dottrina dell’esportazione della democrazia e della guerra preventiva occupa l’Irak, abbattendo Saddam Hussein, ma si trova presto invischiato in una ingestibile situazione. L’attuale presidente Obama ha attuato il ritiro dall’Irak a vantaggio di un maggior impegno in Afghanistan.
Osama Bin laden (1957). Fonte: Wikipedia.
1. Metodi e fonti per la storia contemporanea
2. Concetti e termini di economia
3. Le trasformazioni sociali della prima parte dell'Ottocento
4. La prima metà dell'Ottocento
6. La prima guerra mondiale e il primo dopoguerra
8. La crisi del 1929 e il nazismo
11. La guerra fredda e l'Italia nel secondo dopoguerra
12. Decolonizzazione e Medio Oriente
13. Gli Anni Sessanta e i nuovi soggetti: giovani e donne
14. La società e la politica italiana dal Centrosinistra ad oggi
15. La crisi del comunismo e i conflitti recenti
16. La crisi del sistema di Bretton Woods e la globalizzazione
Andrea Graziosi L'Urss di Lenin e Stalin. Storia dell'Unione Sovietica, 1914-1945, Bologna, Il Mulino 2010.
Roj A. Medvedev, Krusciov: gli anni del potere, Milano, Mondadori 1977.
Alexander Solgenitsyn, Una giornata di Ivan Denisovic, Torino, Einaudi 2006.
Ivo Andric, Il ponte sulla Drina, Milano, Mondadori 2001.
Si consiglia inoltre la visione dei seguenti film:
Le vite degli altri di Florian Henckel von Donnersmarck (2006)
Dottor Zivago di David Lean (1965)
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2. Concetti e termini di economia
3. Le trasformazioni sociali della prima parte dell'Ottocento
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14. La società e la politica italiana dal Centrosinistra ad oggi
15. La crisi del comunismo e i conflitti recenti
16. La crisi del sistema di Bretton Woods e la globalizzazione
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