Ferhat Abbas, il leader algerino, commenta così la vittoria dei Viet Minh sui francesi nel 1954 a Dien Bien Phu: «… non è soltanto una vittoria militare… ma un simbolo. È l’affermazione dell’uomo asiatico e africano di fronte all’uomo europeo. È la conferma dei diritti umani su scala universale. A Dien Bien Phu, la Francia ha perso l’unica legittimazione della sua presenza, vale a dire il diritto del più forte».
Il generale Giap e Ho Chi Minh nel 1942. Fonte: Wikipedia.
Nel corso del processo di decolonizzazione degli anni Sessanta nascono ben 100 nuovi Stati. La guerra mondiale ha indebolito le potenze europee e agevolato nuove tensioni sociali nelle colonie. Un altro elemento è la “bomba ” demografica: la popolazione di questi paesi raggiungerà alla fine del secolo l’85% della popolazione mondiale.
Paesi per densità di popolazione. Fonte: Wikipedia.
All’autonomia e all’indipendenza politica raggiunta non corrisponde una reale autonomia economica. Le ex colonie restano a lungo in una situazione di sottosviluppo e di dipendenza dalla “madrepatria”. Nasce l’espressione Terzo Mondo.
Tra i motivi del perpetuarsi del cosidetto scambio ineguale economico tra i paesi ex coloniali e i paesi ricchi vi è, tra l’altro, l’artificiosa divisione delle frontiere e la mancata differenziazione delle colture. Tra i motivi politici il potere di una borghesia corrotta (compradora) e l’assenza di democrazia.
Nel 1955 si riuniscono a Bandung (Indonesia) alcuni leader dei movimenti di liberazione: l’India con Nehru, l’Egitto con Nasser, e Tito, dittatore della Jugoslavia che avrebbe dovuto far parte del blocco sovietico. Viene lanciata la proposta politica, in realtà presto fallita, dei “non allineati”, che non aderiscono né al blocco sovietico, né a quello americano.
Nel 1947 l’India è il primo paese a conquistare l’indipendenza dagli inglesi, dopo una lunga lotta iniziata già negli anni Venti, sotto la guida del politico e pensatore Gandhi, detto il Mahatma, teorico del metodo della disobbedienza civile non violenta.
In molti paesi autonomia e indipendenza si sono ottenuti piuttosto rapidamente. In Algeria invece la guerra è durata ben otto anni: dal 1954 al 1962. La presenza di oltre un milione di coloni francesi, chiamati in maniera dispregiativa pieds noirs, rende difficile il disimpegno del governo della madrepatria e ambigua la posizione della sinistra francese.
Gli indipendentisti del Fronte di Liberazione nazionale utilizzano la guerra di guerriglia, con gruppi partigiani che hanno base nella parte storica, araba delle città: la Medina. Attentati terroristici in Francia vengono organizzati dall’OAS dei francesi di Algeria. Dopo avere usato metodi violenti di repressione, e anche la tortura, la Francia di De Gaulle concede l’indipendenza.
Film di Gillo Pontecorvo La battaglia di Algeri. Fonte: Wikipedia.
Alcuni gruppi dirigenti dei paesi del Terzo Mondo si dichiarano socialisti ed entrano nell’orbita sovietica. Si tratta in realtà di accentramento e statalizzazione dell’economia per uscire a marce forzate dal sottosviluppo. È anche il caso della Cina dove Mao Tse Tung interpreta il marxismo con un linguaggio aderente al mondo contadino.
Mao Tse Tung (1893-1976). Fonte: Wikipedia.
In Cina nel 1948, dopo lunghi scontri con il partito nazionalista Kuo Min Tang, Mao con la Lunga Marcia vince e esilia a Taiwan Chang Kai Shek. Si alternano periodi di apertura democratica, come quella dei “Cento fiori”, a periodi di irrigidimento e di forzata industrializzazione, come il “Grande Balzo”.
Per Arabi intendiamo l’etnia delle tribù che con Maometto nell’VIII secolo dall’Arabia conquistarono parte del Medio Oriente e tutta l’Africa del Nord. La religione islamica è invece diffusa in maniera molto più ampia, anche in Asia. Il più grande paese islamico ad esempio è l’Indonesia.
Diffusione della religione islamica. Fonte: Wikipedia.
Il leader nazionalista egiziano Nasser, nel 1956, nazionalizza il canale di Suez. Francia e Gran Bretagna reagiscono, ma la breve guerra si conclude con il loro ritiro. Nasser dovrà comunque farsi aiutare dalle potenze occidentali per la costruzione della diga di Assuan.
Politici più aperti e lungimiranti del Terzo Mondo sono stati spesso assassinati, come Lumumba in Congo o Sakura in Burkina Faso. In Iran Mossadeq che ha nazionalizzato il petrolio viene deposto con un colpo di stato nel 1953, organizzato dallo Scià in accordo con le grandi compagnie petrolifere, le cosiddette “sette sorelle”. Nel 1979 l’integralista Komeini guiderà la rivoluzione islamica.
L'Ayatollah Khomeini (1902-1989). Fonte: Wikipedia.
Una possibile interpretazione della forte spinta verso il fondamentalismo religioso negli anni Settanta è la relazione del fenomeno con la protesta sociale. Le classi dirigenti dei paesi ex coloniali fanno per lo più proprie lingue e costumi occidentali, mentre le grandi masse dei diseredati o dei giovani che vivono una crisi d’identità si rivolgono alle tradizioni religiose.
L’interesse delle potenze occidentali per il territorio del Vicino Oriente risale all’inizio del XX secolo ed è dovuto alla grande ricchezza di giacimenti di petrolio. L’Inghilterra cerca di sfruttare contemporaneamente gli interessi della popolazione araba e quelli dei gruppi di ebrei europei, che raggiungono la Palestina spinti dall’ideologia sionista per fuggire dalla persecuzione antisemita.
Zone di influenza in Medio Oriente nel 1916. Fonte: Wikipedia.
La dichiarazione del 1917 del premier britannico Balfour è la chiara espressione dell’ambiguità della posizione inglese. Si dice che la Gran Bretagna «guarda con favore all’instaurazione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico… Non verrà fatto nulla che possa arrecare danno ai diritti civili e religiosi delle collettività non ebraiche esistenti in Palestina».
Insediamenti ebraici nel 1947. Fonte: Wikipedia.
Dopo la seconda guerra mondiale le potenze occidentali favoriscono la nascita di Israele, che viene dichiarata da Ben Gurion nel 1948. Una popolazione come quella ebraica, di cultura occidentale e in grado di gestire uno stato moderno e tecnologicamente avanzato, può rappresentare una valida “testa di ponte” per il controllo della zona mediorientale.
A Tel Aviv Ben Gurion annuncia la nascita di Israele. Sulla parete il ritratto di Theodor Herzl teorico del sionismo. Fonte: Wikipedia.
Gli Stati arabi uniti in una Lega attaccano nel 1948 Israele, che però li respinge e allarga il suo territorio. I palestinesi si uniranno nell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina solo nel 1964, con a capo Arafat, la cui formazione Al-Fatah alternerà disponibilità alla trattativa e ricorso alle armi.
Dopo altri conflitti, nel 1967 e in soli sei giorni, Israele attacca da un lato l’Egitto, occupando il Sinai e la striscia di Gaza, dall’altro Gerusalemme e la Cisgiordania, e infine le alture del Golan contro la Siria. L’ONU con la risoluzione n.242 chiede a Israele il ritiro dai territori occupati in cambio del suo riconoscimento da parte degli Stati arabi.
Gli Stati arabi mentre si presentano come difensori della causa palestinese non li aiutano concretamente. In Giordania nel 1970 i palestinesi che minacciano il potere monarchico vengono massacrati (il Settembre Nero). Iniziano a fronteggiarsi i gruppi terroristici e i servizi segreti israeliani (il Mossad). L’episodio più eclatante è l’attentato agli atleti israeliani durante le Olimpiadi di Monaco del 1972.
Memoriale delle vittime sul sito dell'attacco al Munich Olympic Park. Fonte: Wikipedia.
Nel 1973 Egitto e Siria tentano un attacco a sorpresa credendo di poter approfittare della festa ebraica dello Yom Kippur. L’attacco viene respinto, ma comincia ad affermarsi la necessità di trattative di pace. Nel 1978, sotto l’egida degli Stati Uniti, vengono firmati gli accordi di Camp David tra il premier egiziano Sadat e l’israeliano Begin.
Nel 1982 nel Libano dilaniato da conflitti interni e terrorismo avviene il terribile massacro dei palestinesi dei campi profughi di Sabra e Chatila, sotto lo sguardo complice delle truppe israeliane guidate dal generale Sharon. Arafat va in esilio in Tunisia. La protesta dei palestinesi in Israele si accentua nel 1987: è la prima “Intifada” (rivolta).
Ariel Sharon nato nel 1928, oggi è gravemente ammalato. Fonte: Wikipedia.
Nel 1995 l’assassinio del premier Rabin vanifica gli accordi di Oslo, da lui firmati due anni prima con Arafat, promossi dal presidente degli USA Clinton. Nel 2000 la passeggiata di Sharon sulla Spianata delle moschee di Gerusalemme provoca la seconda Intifada.
Nel 2004 la morte di Arafat e la rivelazione della corruzione della dirigenza palestinese apre una crisi di rappresentanza, grazie alla quale cresce la forza della formazione estremistica di Hamas, che promuove il fenomeno dei terroristi suicidi.
Nel 2003 Sharon sgombra dai coloni la striscia di Gaza a vantaggio dell’intensificazione degli insediamenti in Cisgiordania, dove viene edificato un muro. I più recenti tentativi di trattativa della Road Map per la pace sono per il momento arenati.
La striscia di Gaza. Fonte: CIA Factbook .
1. Metodi e fonti per la storia contemporanea
2. Concetti e termini di economia
3. Le trasformazioni sociali della prima parte dell'Ottocento
4. La prima metà dell'Ottocento
6. La prima guerra mondiale e il primo dopoguerra
8. La crisi del 1929 e il nazismo
11. La guerra fredda e l'Italia nel secondo dopoguerra
12. Decolonizzazione e Medio Oriente
13. Gli Anni Sessanta e i nuovi soggetti: giovani e donne
14. La società e la politica italiana dal Centrosinistra ad oggi
15. La crisi del comunismo e i conflitti recenti
16. La crisi del sistema di Bretton Woods e la globalizzazione
Alain Gresh, Israele Palestina, Torino, Einaudi, 2002.
David, Grossman, La guerra che non si può vincere, Milano, Mondadori, 2003.
J.D. Fage, Storia dell'Africa, SEI 1995.
Raymond F. Betts, La decolonizzazione, Bologna, Il Mulino, 2003.
Joe Sacco, Palestina. Una nazione occupata (graphic novel), Milano, Mondadori 2006.
Si consiglia la visione dei seguenti film:
Valzer con Bashir di Ari Folman (2008).
Un'arida stagione bianca, di Euzhan Palacy (1988).
Persepolis, tratto dal libro di Marjane Satrapi.
1. Metodi e fonti per la storia contemporanea
2. Concetti e termini di economia
3. Le trasformazioni sociali della prima parte dell'Ottocento
4. La prima metà dell'Ottocento
6. La prima guerra mondiale e il primo dopoguerra
8. La crisi del 1929 e il nazismo
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12. Decolonizzazione e Medio Oriente
13. Gli Anni Sessanta e i nuovi soggetti: giovani e donne
14. La società e la politica italiana dal Centrosinistra ad oggi
15. La crisi del comunismo e i conflitti recenti
16. La crisi del sistema di Bretton Woods e la globalizzazione
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