L’antisemitismo è un elemento costitutivo di primaria importanza nel nazismo. Ma non è certo stato inventato dal nazismo: quest’ultimo riprende le tendenze ultranazionalistiche che hanno attraversato la fine del XIX secolo. Si pensi ad esempio all’”affaire Dreyfus” in Francia.
L'articolo di Emile Zola per Dreyfus nel 1898. Fonte: Wikipedia.
La tradizione antisemitica è molto presente nei paesi slavi, soprattutto in Russia (i pogrom). È in quel clima che viene inventato il falso dei “Protocolli dei savi di Sion”, un preteso complotto ebraico per dominare il mondo. Inoltre il positivismo ha voluto definire le razze umane attraverso la precisazione di caratteri somatici e la ricerca di un ceppo originario indoeuropeo in Tibet.
Edizione russa dei Protocolli dei savi di Sion del 1912. Fonte: Wikipedia.
Un concetto tradizionale tipicamente tedesco è quello del Volkisch, cioè il popolo, ma in un senso strettamente biologico, all’opposto del concetto della nazione determinata da territorio, lingua e cultura. Si deve cercare di rintracciare la funzionalità politica dell’antisemitismo all’interno della politica di Hitler.
Potremmo riconoscere nella politica razziale nazista l’inizio di ciò che oggi chiamiamo “biopolitica”, non più solo il controllo delle coscienze ma il potere sui corpi. A ciò si aggiunge la geopolitica, con la tendenza propria della Germania di voler dominare l’Est europeo. Il nazismo vuole raggiungere quest’obiettivo anche con grandi spostamenti di popolazione.
Rete dei campi di concentramento. Fonte: Wikipedia.
Alla base c’è una “distopia”, l’utopia della “ingegneria” della razza: inventare una razza nuova, pura, una società in cui non esistano diversità, elementi impuri. Questa distopia può avere una lettura politica: l’annullamento di ogni opposizione, la fedeltà assoluta al capo. La legge di Norimberga per la protezione del sangue tedesco del 1935 rivela la sua natura biopolitica vietando i matrimoni misti.
Ragazzi della Hitler-Jugend, l'organizzazione giovanile nazista. Fonte: Wikipedia.
La persecuzione ha coinvolto altri gruppi (disabili, omosessuali, zingari ecc…) ma certamente prima e più di tutti gli ebrei. Perché? Gli ebrei non hanno particolari caratteristiche fisiche, hanno la stessa lingua e cultura del paese in cui vivono, in sostanza non sono identificabili. Contro un nemico invisibile e di conseguenza onnipresente è più necessaria e si può ottenere meglio la massima compattezza.
Si è interpretata la politica razzista dei nazisti in più modi: ricerca di un capro espiatorio verso cui indirizzare le tensioni sociali e addebitare i problemi del paese, la degradazione e disumanizzazione di un nemico su cui esercitare una sorta di “palestra del terrore”. Himmler indicò alle SS dei lager il compito di divenire “sovrumanamente inumani”.
La persecuzione degli ebrei conosce più stadi in crescendo: la cosiddetta notte dei cristalli con l’assalto a negozi e sinagoghe nel 1938, la chiusura nei ghetti, l’identificazione col nome, la “J” e la stella gialla, la morte civile in sostanza fino ad arrivare alla “soluzione finale” con lo sterminio.
Le leggi razziali sono precedute da quella sulle tare ereditarie, che ha previsto la sterilizzazione dei disabili. È noto che le camere a gas sono sperimentate prima sui disabili mentali. Anche nel senso opposto si impone la stessa visione eugenetica: i criteri per l’appartenenza alle SS, la dimostrazione della loro purezza ariana. Una storia particolare è quella delle migliaia di bambini di “razza pura” cresciuti nei Lebensborn.
Probabilmente lo sterminio non è programmato “a priori” ma nasce come logica conseguenza di questo processo che vuole il predominio totale, collocando una razza “perfetta” anche nel giusto territorio: la Russia e l’Est europeo. Le camere a gas e i campi come Auschwitz sono preceduti dallo sterminio in Russia da parte dei gruppi di sterminio nazisti mobili: gli Einsatzgruppen.
L'ingresso di Auschwitz con la scritta “Arbeit macht frei” (Il lavoro rende liberi). Fonte: Wikipedia.
Il governo nazista inizia ad utilizzare campi di concentramento subito dopo il suo arrivo al potere, in quanto le garanzie costituzionali sono sospese.
Nel 1940 si decide che si debbano costruire dei grandi campi di concentramento a Est. Si sceglie tra i primi Auschwitz. Un luogo con diversi vantaggi: isolato, espandibile, raggiungibile attraverso ferrovia. Poi avviene la costruzione di un campo satellite a tre chilometri di distanza a Birkenau specializzato per lo sterminio.
Immagine del campo di Auschwitz da un aereo della RAF. Fonte: Wikipedia.
La decisione dello sterminio, presa prima della invasione dell’Unione Sovietica, la cosidetta soluzione finale del problema ebraico viene poi perfezionata nella conferenza dei capi nazisti di Wannsee, vicino Berlino, nel 1942:
Una barracca del campo di Buchenwald. Fonte: Wikipedia.
Il calcolo delle vittime è arduo. Abitualmente si valuta in sei milioni il genocidio degli ebrei. Buona parte di essi non finì nelle camere a gas, ma morì di stenti, fame e sfinimento per lavoro o assenza di cure per malattie come il tifo, anche nei lager non propriamente deputati allo sterminio. Con essi morirono prigionieri di guerra, oppositori politici, testimoni di Geova, omosessuali, zingari, disabili fisici e mentali.
1. Metodi e fonti per la storia contemporanea
2. Concetti e termini di economia
3. Le trasformazioni sociali della prima parte dell'Ottocento
4. La prima metà dell'Ottocento
6. La prima guerra mondiale e il primo dopoguerra
8. La crisi del 1929 e il nazismo
11. La guerra fredda e l'Italia nel secondo dopoguerra
12. Decolonizzazione e Medio Oriente
13. Gli Anni Sessanta e i nuovi soggetti: giovani e donne
14. La società e la politica italiana dal Centrosinistra ad oggi
15. La crisi del comunismo e i conflitti recenti
16. La crisi del sistema di Bretton Woods e la globalizzazione
Primo Levi, I sommersi e i salvati, Torino, Einaudi 1986.
George L. Mosse, La nazionalizzazione delle masse, Bologna, Il Mulino, 2004.
Giacomo Debenedetti, 16 Ottobre 1943, Torino, Einaudi 2003.
Art Spiegelman, Maus (graphic novel), 1989.
Si consiglia inoltre la visione dei seguenti film:
Il grande dittatore di Charlie Chaplin (1940)
Train de vie di Radu Mihaileanu (1998)
Il pianista di Roman Polanski (2002)
1. Metodi e fonti per la storia contemporanea
2. Concetti e termini di economia
3. Le trasformazioni sociali della prima parte dell'Ottocento
4. La prima metà dell'Ottocento
6. La prima guerra mondiale e il primo dopoguerra
8. La crisi del 1929 e il nazismo
11. La guerra fredda e l'Italia nel secondo dopoguerra
12. Decolonizzazione e Medio Oriente
13. Gli Anni Sessanta e i nuovi soggetti: giovani e donne
14. La società e la politica italiana dal Centrosinistra ad oggi
15. La crisi del comunismo e i conflitti recenti
16. La crisi del sistema di Bretton Woods e la globalizzazione
I podcast del corso sono disponibili anche su iTunesU e tramite Feed RSS.