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Gianfranco Borrelli » 6.Produzione dei poteri ed ermeneutica del soggetto secondo Michel Foucault


Cenni Biografici: Michel Foucault

Cenni biografici:

  • Filosofo e storico francese. Nasce in Francia, a Poitiers il 15 ottobre del 1926, muore a Parigi il 26 giugno 1984. La sua influenza nel dibattito filosofico-politico contemporaneo è di assoluto rilievo. Insegna storia dei sistemi di pensiero al Collège de France dal 1970 al 1984.
  • Tra le sue opere principali: La Storia della Follia nell’Età Classica (1961), L’Archeologia del Sapere (1969), L’Ordine del Discorso (1971), Sorvegliare e Punire (1975), i tre volumi della Storia della Sessualità (1976-1984).
  • Di rilievo i corsi tenuti al Collège de France dal 1971 al 1984 e la raccolta dei suoi scritti Dits et écrits.

Michel Foucault

Michel Foucault, storico e filosofo francese

Michel Foucault, storico e filosofo francese


Foucault: le fasi intellettuali

Dall’ordine del discorso alla cura del sé

L’opera di Michel Foucault può essere divisa in due periodi:

  1. Dai primi anni ‘60 agli inizi dei ‘70. A partire da una riflessione sul concetto di epistéme, si occupa di svolgere una “archeologia del sapere”, l’analisi degli ordini discorsivi che reggono il sistema dei saperi. Di rilievo è lo studio della follia e dei sistemi disciplinari.
  2. Da Sorvegliare e Punire in poi, un posto centrale è assunto dal tema del potere, dei poteri, e dalle pratiche di governo e di autogoverno degli uomini. Ma anche questa fase vive di complesse articolazioni interne.

Michel Senellart, Michel Foucault: governamentalità e ragion di stato

Il nesso sapere / potere

L’ordine del discorso:

Il rapporto tra sapere e potere è di circolarità. Gli ordini discorsivi, le enunciazioni, che compongono i saperi implicano delle articolazioni di poteri. I poteri si esercitano come rapporti di forza in un quadro di saperi molteplici.

  • L’ordine di un discorso costituisce sempre un determinato rapporto tra verità e potere che di volta in volta necessita di essere indagato e compreso.
  • Ogni discorso costituisce un sistema di veridizione, ossia un sistema di rapporto tra sapere/i e potere che rende possibile l’affermarsi di una certa verità
  • Le griglie di intelligibilità è un dispositivo grazie al quale ogni interprete stabilisce i significati del passato in una maniera non semplicemente descrittiva e interpretativa, ma costitutiva.

Il nesso sapere / potere

Archeologia, genealogia, storia:

Quello di Foucault è un modo di pensare secondo storia, la storia è molla di avvio della riflessione ed è criterio di controllo di elaborazione dei concetti. Ma la storia è anche “un campo di battaglia”, un luogo privilegiato di composizione delle verità.

  • L’archeologia è per Foucault uno strumento d’indagine sui saperi intesi come sistemi autonomi, essa ne delinea le regole, gli svolgimenti, le linee di continuità e di frattura. E’ il sapere degli archivisti, formalizzazione e interpretazione.
  • La genealogia, che Foucault ritiene il fine della propria ricerca storica, rappresenta “l’accoppiamento delle conoscenze erudite e delle memorie locali: accoppiamento che permette la costituzione storica di un sapere di lotta e l’utilizzazione di questo sapere all’interno delle tattiche attuali”.

Il nesso sapere / potere

Discipline

  • L’esercizio dei poteri è sempre relazionabile a determinati saperi, a discipline (mediche, penali, economiche…), e mette sempre quindi in gioco una certa verità o un sistema di verità.

Disciplina/Disciplinamento

  • È una funzione trasformatrice, accrescitiva dei rapporti di potere. Rapporti che non operano solo come contenimento, repressione, dei soggetti ma che li trasformano.

Il nesso sapere / potere

Disciplinamento e istituzioni disciplinari:

Il modello panottico

  • La disciplina opera in uno spazio vuoto, artificiale, che separa. Si costruisce uno spazio separato, concentrazionario, entro il quale s’interviene sui corpi, sui soggetti individuali, per via prescrittiva.
  • La normalizzazione disciplinare, consiste nell’introdurre un modello ottimale costruito in funzione di un certo risultato, cui conformarsi.
Jeremy Bentham, Piano del Panopticon, 1791

Jeremy Bentham, Piano del Panopticon, 1791


Il potere

Il potere come concetto disposizionale

Il potere si dà in un rapporto relazionale. Esso non è mai solo una relazione verticale tra chi esercita potere e chi lo subisce. Quando si esercita un potere in termini verticali ed assoluti si ha dominio, dominazione.

In Foucault c’è una critica a tre logiche di analisi del potere:

  • la logica sovrana
  • la logica repressiva
  • la logica sovrastrutturale/marxista

Il potere

Una definizione di potere

Nel primo libro della Storia della Sessualità (p.81-83), Foucault scrive:

  • “Con potere non voglio dire “il Potere”, come insieme d’istituzioni e di apparati che garantiscono la sottomissione dei cittadini in uno Stato determinato. Con potere non intendo nemmeno un tipo di assoggettamento, che in opposizione alla violenza avrebbe la forma della regola. Né intendo, infine, un sistema generale di dominio esercitato da un elemento o da un gruppo su un altro [...]
  • Con il termine potere mi sembra si debba intendere innanzitutto la molteplicità dei rapporti di forza immanenti il campo in cui si esercitano e costitutivi della loro organizzazione; il gioco che attraverso lotte e scontri incessanti li trasforma, li rafforza, li inverte [...]
  • Il potere è dappertutto; non perché inglobi tutto, ma perché viene da ogni dove.
  • Il potere non è un istituzione, e non è una struttura, non è una certa potenza di cui alcuni sarebbero dotati: è il nome che si dà ad una situazione strategica complessa in una società data.”

Il potere

La critica al modello sovrano

  • E’ evidente il rifiuto da parte di Foucault di analizzare la molteplicità dei poteri alla luce di quella concentrazione di potere caratteristica del modello hobbesiano di sovranità.
  • “Dire che la sovranità è il problema centrale del diritto nelle società occidentali, vuol dire che il discorso e la tecnica del diritto hanno avuto essenzialmente la funzione di dissolvere all’interno del potere il fatto storico della dominazione e di far apparire al suo posto i diritti legittimi nella sovranità e l’obbligazione legale all’obbedienza”
  • Clausewitz – la guerra è il proseguimento della politica con altri mezzi
  • Foucault – la politica è il proseguimento della guerra con altri mezzi

Il potere

La guerra delle razze

  • La locuzione “guerra delle razze” non ha nulla a che vedere con il razzismo o con una concezione biologica della razza. Essa parte da una certa lettura e funzione della storia.
  • Tra il XVI e il XVII secolo prende corpo una profonda trasformazione nel modo di intendere la storia e il rapporto tra la storia e il potere. Emerge un controdiscorso sulla storia a partire dalle urgenze del presente che interpreta la storia nei termini di una lotta, di una guerra, tra parti diverse.
  • Al centro della storia ci sono le conquiste, le invasioni, gli spargimenti di sangue. La funzione specifica della storia è quella di far emergere gli antagonismi originari e permanenti. Alla base del modo di vivere dei soggetti c’è la guerra e su essa s’innestano i processi di civilizzazione e contenimento politico.

Foucault e la guerra delle razze

Il potere

Il potere pastorale: omnes et singulatim

Nella riflessione foucaultiana si pone il problema del rapporto tra un potere che pur intervenendo sulle popolazioni è anche un potere “individualizzante”. L’età moderna è un età in cui si sviluppano tecniche di potere orientate verso gli individui e destinate a guidarli in modo continuo e permanente.

Foucault definisce pastorato questo potere individualizzante.

Le caratteristiche:

  1. l pastore esercita il potere su un gregge più che su una terra;
  2. il pastore riunisce, guida e conduce il suo gregge;
  3. il ruolo del pastore è quello di assicurare la salvezza del gregge
  4. l’esercizio del potere è un “dovere”

Il problema politico è allora quello della relazione tra l’uno e la moltitudine: come governare omnes et singulatim.

Il potere

Il nesso sicurezza, territorio, popolazione

  • Il tema della governamentalità è legato agli sviluppi delle pratiche di governo degli stati nella modernità politica del cinque e seicento.
  • La categoria di governamentalità s’inscrive espressamente nel quadro offerto dal nesso sicurezza, territorio, popolazione.
  • Una definizione: “Con questa parola intendo tre cose: 1) l’insieme costituito dalle istituzioni, procedure, analisi e riflessioni, calcoli e tattiche che permettono di esercitare questa forma molto specifica sebbene molto complessa di potere che ha per bersaglio la popolazione, per forma principale di sapere l’economia politica, per strumenti tecnici essenziali i dispositivi di sicurezza; 2) La tendenza, che in tutto l’Occidente non ha smesso di condurre [...] verso la preminenza di questo tipo di potere, che si può chiamare il governo, su tutti gli altri [...]; 3) il processo, o piuttosto il risultato del processo attraverso il quale lo stato di giustizia del Medio Evo, diventato nel XV e XVI sec. Stato amministrativo, si è trovato a poco a poco “governamentalizzato”.

Il potere

Schema riassuntivo

Schema riassuntivo


La storia della sessualità

Sessualità e verità

  • A partire dalla fine degli anni ‘70 Foucault s’impegna in una Storia della Sessualità intesa non come una storia delle pratiche sessuali ma in una come storia del legame tra l’obbligo di dire la verità e le proibizioni che colpiscono la sessualità: “Quel che mi interessava scoprire era in forza di quali costrizioni il soggetto è stato indotto a impegnarsi in un’attività di autodecifrazione proprio nell’ambito del proibito” (Tecnologie del sé, p.12).
  • I divieti che riguardano la sessualità, infatti, sono costantemente connessi con l’obbligo di dire la verità su se stessi.
  • La Storia della Sessualità foucaultiana parte da un analitica del potere (La volontà di sapere), attraversa lo studio di come l’attività sessuale venga problematizzata dai medici e filosofi nella cultura della Grecia classica del IV secolo (L’uso dei piaceri) per giungere al tema della cura di sé (La cura di sé).

Le tecnologie del sé

La conoscenza di sé come tecnologia del sé

  • L’ermeneutica delle tecnologie del sé: “Come è avvenuto che certi tipi di divieto hanno richiesto il prezzo di certi tipi di conoscenza di sé? Che cosa si deve sapere di se stessi per essere disposti a rinunciare a qualcosa?” (Tecnologie del sé, p.12)
  • Tracciare la storia dei diversi modi in cui nei vari ambiti della cultura occidentale, gli uomini hanno sviluppato una conoscenza di sé. Si tratta, quindi, di analizzare le “scienze” come “giochi di verità” molto specifici, connessi a particolari tecniche utilizzate dagli esseri umani per comprendere se stessi.

Tecnologie e governamentalità

I tipi fondamentali di tecnologie

  • Tecnologie della produzione – realizzare, trasformare, manipolare oggetti
  • Tecnologie dei sistemi di segni – far uso di segni, significati, simboli, significazioni
  • Tecnologie del potere – regolano la condotta degli individui e li assoggettano a determinati scopi o domini esterni
  • Tecnologie del sé – permettono agli individui di eseguire, con i propri mezzi o con l’aiuto degli altri, un certo numero di operazioni sul proprio corpo e sulla propria anima e di realizzare una trasformazione di se stessi allo scopo di raggiungere uno stato di felicità, purezza, saggezza, perfezione

“Di norma collegati da stretti rapporti di interdipendenza questi quattro tipi di tecnologie sono associati ciascuno a una particolare forma di dominio e implicano specifici metodi di educazione e modificazione dell’individuo” – Ritornano i temi della disciplina e della governamentalità (designa l’interdipendenza tra tecnologie del dominio sugli altri e tecnologie del sé).

La cura del sé

Le radici teoriche

  • La Volontà di Sapere doveva essere il primo di cinque volumi di una Storia della Sessualità che rimane incompiuta.
  • Nel 1984 escono invece i due volumi: L’uso dei piaceri e La cura del sé che segnano un significativo spostamento dell’analisi.
  • Dall’analisi delle radici cristiane del soggetto di desiderio connesso al moderno dispositivo di sessualità, si passa all’analisi di pratiche di soggettivazione connesse all’antichità greco-romana.
  • Al centro dell’analisi non vi è più il soggetto come correlato di dispositivi di potere ma, “le forme e le modalità del rapporto con se stesso attraverso le quali l’individuo di costituisce e si riconosce come soggetto”.

La cura del sé

Cura del sé, conosci te stesso, confessione

  • Emblematico dell’intreccio tra costituzione dei soggetti, pratiche di libertà e condotta morale è il tema della cura del sé (epimeleia heautou) che pure con modifiche importanti rimane una categoria centrale sia nel mondo greco-romano che nell’antichità cristiana.
  • Il precetto delfico del conosci te stesso è a lungo stato parte di una più generale riflessione sulla cura del sé. Solo in Platone, nell’Alcibiade primo, la cura del sé finisce per essere subordinata all’imperativo delfico inteso come conoscenza e contemplazione da parte dell’anima del nous. In genere nel periodo ellenistico e imperiale la cura del sé assume una valenza prevalente.
  • In età cristiana la cura del sé stabilisce un rapporto peculiare con la verità su se stessi, con la verbalizzazione e la decifrazione di sé attraverso la razionalizzazione dei propri pensieri e movimenti interni. In ciò Foucault colloca la radice della confessione.

La cura del sé

Assoggettamento, libertà e condotta morale

  • Nella sua precedente analisi del rapporto sapere-potere emergeva la sua convinzione “il soggetto si costituisce attraverso delle pratiche di assoggettamento o, in modo più autonomo, attraverso delle pratiche di liberazione, di libertà”. L’analisi è posta ora sul rapporto attivo e libero dell’individuo con se stesso e sulle pratiche di sé attraverso le quali cerca di trasformarsi.
  • Al centro delle ricerche sull’etica antica e cristiana vi sono le arti dell’esistenza, ossia: “le pratiche ragionate attraverso le quali gli uomini non solo si fissano dei canoni di comportamento, ma cercano essi stessi di trasformarsi, di modificarsi nella loro essenza singola, di fare della loro vita un’opera che esprima certi valori estetici e risponda a determinati criteri di stile”. Diviene centrale la questione della condotta morale.
  • Ogni la condotta morale implica un rapporto con il contesto all’interno del quale si compie e con il codice cui si richiama, ma anche con se stessi.

I materiali di supporto della lezione

M. Foucault, Bisogna difendere la società, Milano, Feltrinelli, 1998

M. Foucault, Sicurezza, Territorio, Popolazione, Milano, Feltrinelli, 2004

M. Foucault, Storia della sessualità, 3 voll., Milano, Feltrinelli, 2001

M. Foucault, Antologia. L'impazienza della libertà, a cura di V. Sorrentino, Milano Feltrinelli, 2005

Foucault e la guerra delle razze

Michel Senellart: "Oltre la Ragion di Stato" Biopolitica e “governamentalità” in Michel Foucault.

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