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Gianfranco Borrelli » 3.Sovranità e diritto di natura in Thomas Hobbes


La sovranità

Sovranità e buon governo:

  • La sovranità rappresenta il complesso degli ordinamenti politico-giuridici che sono posti alla base di un esercizio legittimo del comando su di una popolazione.
  • Essa costituisce la caratteristica principale di quello strumento originale di comando che – dal Seicento in poi – verrà chiamato Stato.
  • La sovranità assume un significato diverso rispetto al governo inteso alla maniera classica. La concentrazione di potere politico esercitato secondo i dispositivi del diritto e delle leggi della sovranità non persegue le finalità morali del buon governo, come accadeva nella tradizione del pensiero politico precedente; inoltre, essa potrà essere rappresentata da forme di governo differenti a secondo delle specificità delle tradizioni civili e dei rapporti di forza nei contesti determinati.

Ambrogio Lorenzetti: Gli affreschi cosiddetti del «Buon Governo», Sala del Palazzo pubblico di Siena (1338-1339)

La sovranità

I piani discorsivi della sovranità

Quando parliamo di sovranità dobbiamo riferirci a tre piani di discorsi:

  1. Le guerre civili e religiose come contesto storico: il dispositivo di sovranità viene praticato e teorizzato come lo strumento idoneo a produrre ordine e sicurezza in società attraversate da drammatici distruttivi antagonismi.
  2. I soggetti, credenti che professano religioni diverse coinvolti nei contrasti civili nelle diverse aree europee, ed i molteplici processi di soggettivazione che costituiscono le origini determinate per la formazione di società/stati nazionali in Europa.
  3. Le argomentazioni teoriche differenti che descrivono i passaggi della formazione del moderno paradigma di sovranità.

La sovranità

La sovranità in Jean Bodin

Bodin apre alla teoria moderna della sovranità. La sovranità è concentrazione di un potere che chiamiamo politico ed è costituita dal complesso degli ordinamenti giuridico-istituzionali che sostengono la vita ordinata della République: possiamo ordinariamente tradurre questo termine con Stato, che è appunto la struttura in cui va ad incardinarsi il potere sovrano.

Bodin definisce la sovranità come potere assoluto e perpetuo: assoluto in quanto lo Stato sovrano è struttura impersonale di potere, sciolto da vincoli di condizionamento da parte dei corpi sociali e dai singoli cittadini; perpetuo sta a significare la durata continua ed ininterrotta dell’esercizio di questo potere. Inoltre, in modo del tutto originale, Bodin teorizza la disgiunzione tra stato e governo.

Jean Bodin: “Per sovranità si intende quel potere assoluto e perpetuo che è proprio dello Stato” (République, I, 8).

La sovranità

Sovranità e legittimazione in Hobbes

  • Nel discorso di sovranità strutturato da Thomas Hobbes, la procedura di legittimazione del potere politico diventa centrale; a questo fine il discorso politico hobbesiano si rivolge innanzitutto a spiegare le origini, gli sviluppi ed i risultati del processo di autorizzazione che vede gli individui impegnati a costruire ordine politico.
  • Questo tipo di interesse teorico è nuovo rispetto alla tradizione del pensiero politico classico; al fine di spiegare la serie dei processi che danno origine allo stato, secondo Hobbes è necessario potere disporre di una scienza rigorosa, quella geometria politica di cui egli si proclama inventore (nella prefazione al De Cive).

Il corpo politico

Il sovrano come eternità artificiale di vita

  • Per Hobbes lo stato è macchina, costruzione artificiale prodotta dagli uomini, che acquisisce una dimensione impersonale ed un tempo autonomo. Per conoscere genesi e funzionamento dello stato, si possono smontare le sue parti proprio come quelle di una macchina complessa.
  • Per spiegare generazione e forma dello stato, l’esposizione segue allora un metodo meccanicistico: tale criterio divide l’insieme di un oggetto nelle parti che lo compongono, nella considerazione di fondo che il tutto è costituito esattamente dalla somma delle singole parti: la conoscenza del funzionamento del tutto dovrebbe consentire la funzionale attivazione della macchina e la riparazione degli eventuali danni.

Il corpo politico

L’antropologia di Hobbes

  • Hobbes pone la riflessione antropologica come analisi di partenza della sua costruzione politica. Secondo questa concezione, l’uomo vive di appetiti i quali possono essere gradevoli o sgradevoli; secondo il criterio meccanicistico accolto da Hobbes, il corpo risponde a questi appetiti con un movimento di espansione o di ritrazione a seconda del piacere o della sofferenza provocati dalle sensazioni.
  • Hobbes elenca in dettaglio il numero di piaceri e di dolori che sono reazioni immediate a sollecitazioni che provengono dall’esterno del corpo, oppure che costituiscono aspettative di un piacere o di un dolore che si realizzerà nel futuro.
  • Il principio fondamentale della sua antropologia – che costituisce il fondamento dell’antropologia moderna – asserisce che il singolo individuo è produzione incessante ed illimitata di poteri: solamente i soggetti folli o malinconici non sono in grado di esercitare tali poteri e costituiscono.

Lo stato di natura

Lo stato di natura e la ragione

  • Hobbes concepisce l’individuo in una condizione originaria che precede la vita associata nella comunità civile: lo stato di natura, in cui ciascun individuo esercita tutta la potenza di cui dispone per salvaguardare la propria vita fisica.
  • Tutti hanno un diritto naturale fondamentale, il diritto all’autoconservazione (self – preservation) che spinge necessariamente ogni individuo ad utilizzare ogni mezzo al fine della conservazione della propria vita e del proprio corpo.
  • L’uomo non ha scoperto questo fondamentale diritto per suggerimento divino, ma attraverso la propria ragione.

Lo stato di natura

Uscire dallo stato di natura

  • Secondo Hobbes, nella condizione dello stato di natura, la natura ha creato gli uomini liberi ed uguali; certamente, vi sono delle differenze relative alla forza fisica ed alle capacità intellettive dei soggetti, ma esse sono minime, o comunque non così significative da annullare il dato fondamentale dell’uguaglianza naturale degli individui.
  • Tuttavia è proprio questa situazione di uguaglianza, in cui ognuno esercita il diritto naturale di poter perseguire ogni cosa (ius omnium in omnia) al fine della sopravvivenza, a produrre molteplici forme di conflitti.
  • I rimedi rivolti ad uscire da questa situazione diffusa di conflitti (bellum omnium contra omnes) sono da ricercare nelle passioni e nella ragione. In effetti, una passione vivissima, il timore della morte violenta, scuote gli uomini e li sospinge ad avviare un percorso razionale finalizzato alla ricerca della pace e della sicurezza personale

Le leggi naturali e civili

Leggi naturali e leggi civili

  • Mentre il diritto naturale riguarda la prerogativa di ciascun soggetto a preservare in ogni modo la sua sopravvivenza, le leggi di natura costituiscono i princìpi morali che stanno alla base dei comportamenti di tutti gli uomini.
  • Le leggi naturali e morali si confrontano quindi con le leggi civili prodotte dal governo di sovranità. Questo rapporto tra le leggi naturali e le leggi civili costituisce l’elemento che spinge alla realizzazione della sovranità, in quanto le prime leggi riguardano esclusivamente la sfera morale ed hanno solo efficacia interiore per gli individui: bisogna invece realizzare una condizione di società politica che garantisca dall’esterno, anche con la forza, l’obbligo al rispetto delle leggi civili che il governo di sovranità ha deliberato.

Rappresentazione / autorizzazione

Il sovrano come persona finta

  • Il XVI capitolo del Leviathan contiene l’importante ed originale teorizzazione della necessità di procedure di rappresentanza politica finalizzata alla produzione di autorità politica.
  • Il potere di sovranità ha bisogno di un processo di autorizzazione il cui esito è la creazione di una persona finta, artificiale, cioè, dello Stato – macchina. Con lo Stato, l’uomo entra in una sfera artificiale, cioè in una specie di seconda natura che permette di creare l’autorizzazione di sovranità. L’uomo è in grado di cedere parte del proprio potere proprio perché esiste quel processo di autorizzazione che viene prodotta grazie al dispositivo di rappresentanza .

Thomas Hobbes, Il Leviatano: Capitolo XVI

Il patto sociale

Il patto

  • Le precedenti teorie giusnaturaliste avevano affermato che ciò che permette il passaggio dallo stato di natura allo stato civile è il patto, il contratto (covenant). Hobbes argomenta un duplice livello di obbligazione del contratto:
    • il contratto che l’individuo contrae con tutti gli altri e che unisce gli uomini in società;
    • il contratto tra il singolo e la sovranità, che rende i soggetti sottomessi all’autorità politica.
  • Nella sua formulazione della sovranità politica Hobbes va oltre quelle dottrine giusnaturalistiche che pretendevano di fondare la società argomentando o a favore della centralità del primo contratto, pactum societatis, oppure sul primato dell’altro tipo di pactum subiectionis. Per Hobbes, gli uomini producono simultaneamente la propria adesione a questi due contratti diversi, entrambi vincolanti. Tale coincidenza temporale è per Hobbes necessaria, altrimenti verrebbe a stabilirsi o il primato della società sul sovrano, o il predominio tirannico dell’autorità sovrana sui soggetti. Da questa complessa procedura sorge lo Stato-Leviatano.

Lo Stato Leviatano

La sovranità per istituzione e per conquista

  • Dunque la forza ed i poteri dei singoli individui devono essere concentrati in un solo punto, o in un uomo, o in un’assemblea di uomini: la creazione di un potere forte e comune che è la persona ficta dello Stato-Leviatano. Hobbes tiene a sottolineare che la costruzione del Leviatano «è più del consenso e della concordia».
  • Egli critica proprio quella concordia che la tradizione aristotelica aveva posto a fondamento del buon governo; il suo Leviatano è anche qualcosa di più del consenso, vale adire un complesso processo autorizzativo che conduce al risultato della piena legittimazione del potere sovrano.

Prossima lezione

Contratto sociale e rappresentanza politica

Il governo rappresentativo

  • Contratto sociale e rappresentanza politica.
  • La democrazia rappresentativa nel Federalist
  • Dilemmi della rappresentanza politica da Sieyès a Toqueville

I materiali di supporto della lezione

Richard Tuck, Hobbes, Bologna, Il Mulino, 2001.

Arrigo Pacchi, Introduzione a Hobbes, Bari, laterza, 2002

Thomas Hobbes, Leviathan, 1651

Testo della terza lezione

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