Sono queste alcune delle domande sul linguaggio, che trovano risposta nelle ricerche e negli studi di J. Piaget (1896-1980) e di L.S. Vygotskij (1896-1934), due capiscuola della psicologia del Novecento. Le risposte sono diverse e fanno riferimento a concezioni spesso opposte.
Il contributo di Bruner
Il pensiero infantile, almeno quello del bambino prima dei sette-otto anni, sarebbe caratterizzato, secondo Piaget, dall’egocentrismo, una sorta di via di mezzo tra il pensiero autistico, -un pensiero individuale con leggi interne proprie -, e il pensiero controllato, – un pensiero sociale controllato dalle leggi dell’esperienza. Secondo Piaget, il pensiero egocentrico sarebbe accompagnato dal linguaggio egocentrico.
Con il termine egocentrismo, Piaget voleva indicare una specie di tendenza naturale, presente nel bambino, per cui questi assumerebbe nei suoi comportamenti il proprio punto di vista come l’unico possibile, senza tener conto del punto di vista degli altri.
Acquisizione e sviluppo del linguaggio
Sincretismo e giustapposizione sono due caratteristiche del pensiero e del linguaggio infantile.
Nel corso dello sviluppo al linguaggio egocentrico seguirebbe una forma più evoluta, il linguaggio socializzato, proprio degli adulti.
Le fasi dell’apprendimento
Acquisizione e sviluppo del linguaggio
Pensiero e linguaggio
Sulla base di ricerche, condotte con l’osservazione diretta (metodo clinico), Piaget costruì un modello di sviluppo del linguaggio, parlando di linguaggio egocentrico, proprio del bambino, e di linguaggio socializzato, proprio dell’adulto.
Applicazioni del metodo di Piaget
L’influsso di Vygotskij
Nell’ambito del linguaggio, Vygotskij distingue due aspetti:
I due aspetti fondano l’unità intrinseca del linguaggio, in virtù della loro opposta direzionalità: il linguaggio interno è un processo di interiorizzazione del linguaggio nel pensiero, quello esterno di trasformazione del pensiero nella parola.
Il passaggio dal piano interno al piano esterno del linguaggio comporta una trasformazione da un linguaggio predicativo e idiomatico ad un linguaggio sintatticamente articolato e comprensibile per gli altri.
Le due concezioni – quella di Piaget e quella di Vygotskij – non sono assimilabili l’una all’altra.
Per Piaget lo sviluppo del bambino, sia esso mentale o linguistico procede da sé, purché il bambino possa disporre di adeguate esperienze.
Per Vygotskij, che privilegia il valore sociale dell’apprendimento, lo sviluppo è il risultato di un’azione di promozione sul bambino da parte dell’adulto. Sul piano sociale, l’individuo compie ogni tipo di sviluppo e realizza sé come persona.
Sul piano educativo, le due concezioni rimandano a due strategie diverse:
Secondo Vygotskij,
Vygotskij: pensiero e linguaggio
Sviluppo effettivo e sviluppo potenziale dell’individuo
1. Perché il linguaggio? Indicazioni preliminari
2. Io, tu, noi: i soggetti della comunicazione
3. L'origine del linguaggio nell'uomo
4. Processi linguistici e processi cognitivi. Le condizioni mentali per l'apprendimento del linguaggio
5. Teoria generale dei segni. Il segno linguistico
6. La teoria degli atti linguistici: Austin e Searle. Intenzionalità e coscienza
7. Produzione linguistica e sistema sociale. Ipotesi Sapir-Whorf e teoria del campo semantico
8. Lo studio delle funzioni del linguaggio: i modelli di Bühler e di Jakobson
9. Firth e Halliday: la classificazione delle funzioni del linguaggio
10. Genesi e sviluppo del linguaggio infantile: Il contributo di J. Piaget e di L. S. Vygotskij
12. Attività mentale e apprendimento del linguaggio. Mente e linguaggio
13. Prestazioni linguistiche, comportamenti individuali e stili familiari
14. Disturbi del linguaggio e ritardo mentale: ipotesi di intervento
15. Presentazione di casi esemplari: Victor, Kaspar Hauser, Helen Keller
1. Perché il linguaggio? Indicazioni preliminari
2. Io, tu, noi: i soggetti della comunicazione
3. L'origine del linguaggio nell'uomo
4. Processi linguistici e processi cognitivi. Le condizioni mentali per l'apprendimento del linguaggio
5. Teoria generale dei segni. Il segno linguistico
6. La teoria degli atti linguistici: Austin e Searle. Intenzionalità e coscienza
7. Produzione linguistica e sistema sociale. Ipotesi Sapir-Whorf e teoria del campo semantico
8. Lo studio delle funzioni del linguaggio: i modelli di Bühler e di Jakobson
9. Firth e Halliday: la classificazione delle funzioni del linguaggio
10. Genesi e sviluppo del linguaggio infantile: Il contributo di J. Piaget e di L. S. Vygotskij
12. Attività mentale e apprendimento del linguaggio. Mente e linguaggio
13. Prestazioni linguistiche, comportamenti individuali e stili familiari
14. Disturbi del linguaggio e ritardo mentale: ipotesi di intervento
15. Presentazione di casi esemplari: Victor, Kaspar Hauser, Helen Keller
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