Costituito da MIOCITI o fibre muscolari: cellule polinucleate di forma allungata con citoplasma ricco di miofibrille che contengono proteine a funzione contrattile.
Numerosi miociti si associano in fasci paralleli. Il muscolo origina da un gran numero di fasci paralleli cementati da tessuto connettivo interstiziale.
Tessuto con contenuto di acqua pari a circa il 70% in peso, importanti gli ioni calcio e magnesio per la contrazione.
Funzione: conversione dell’energia chimica in energia meccanica.
Tre tipi distinti di tessuto muscolare: scheletrico, cardiaco e liscio.
Tessuto muscolare cardiaco e liscio controllati dal sistema nervoso vegetativo.
La lezione è della Prof. Raffaella Faraonio
I miociti contengono:
Banda A: formata nella parte centrale dai miofilamenti spessi Nei tratti esterni scuri si sovrappongono filamenti spessi con filamenti sottili
Banda H: costituisce la parte centrale della Banda A
Banda I: costituisce la parte non sovrapposta dei filamenti sottili
Linea M: formata da particolari proteine che tengono in registro i filamenti spessi
Linea Z: dovuta all’ancoraggio dei filamenti sottili e divide a metà la banda I
Il sarcomero è l’unità ripetitiva tra due linee Z contigue e costituisce l’unità funzionale contrattile.
La parte proteica della miofibrilla comprende:
Principale proteina dei miofilamenti spessi ≈ 65% del totale. Interagisce reversibilmente con l’actina. PM 540.000, contiene 6 catene polipeptidiche:
Esistono numerose isoforme di miosina, almeno 15 classi, nel sarcomero: classe II.
Catene pesanti: struttura ad α-elica che nella regione C-terminale formano un coiled coil (coda) che si prolunga in una regione terminale bilobata (testa) a conformazione globulare.
A ciascun lobo si associano 2 catene leggere.
Trattamento con tripsina e chimotripsina: 2 frammenti
Meromiosina pesante + papaina: 2 frammenti globulari S1 e 1 frammento S2, a bastoncino.
Frammento S1: 2 domini con ruolo funzionale nella contrazione.
Collo in continuità con la coda, contiene un dominio di 20 kD di catena pesante associato a 2 catene leggere con funzione regolatoria e stabilizzatrice.
Dominio motore di 70 kD con 3 sottodomini:
Actina: componente maggiore del filamento sottile.
Se isolata dal muscolo è in forma monomerica globulare e contiene legata una molecola di ATP.
Actina G (globulare): molecola con PM 42.000, 376 aa, contiene epsilon N-metilistidina.
Nel solco elicoidale dell’actina F si dispone la tropomiosina che insieme alla troponina svolge funzioni regolatrici nella contrazione.
Funzioni:
Dominio 1 (estremità N- e C-terminale) coinvolto nelle interazioni con la testa della miosina.
Domini 3 e 4 coinvolti nelle interazioni con altri monomeri di actina G.
All’interno della struttura è presente una tasca dove si lega l’ATP e uno ione bivalente.
L’attività ATPasica è necessaria per assemblare i monomeri di actina G.
Conversione dell’actina G in actina (polimerizzazione):
n(actina G) + nATP + nCa2+ → n(actina-G-ATP-Ca2+)
n(actina-G-ATP-Ca2+) → actina-F(ADP)n +nCa2+ + nPi
PM 67.000, proteina dimerica con catene α e β avvolte a spirale.
I filamenti di tropomiosina alloggiano lungo la scalanatura delle 2 catene di actina F, ogni molecola di tropomiosina contatta 7 monomeri di actina.
Svolge azione regolatrice sulla interazione actina-miosina nella contrazione.
Funzione: maschera o espone i siti di legame per la miosina sui filamenti di actina con meccanismo calcio-dipendente.
PM 76.000, contiene 3 subunità funzionalmente distinte: Troponina C (TnC), Troponina I (TnI), Troponina T (TnT).
Si trova legata alla tropomiosina ad intervalli periodici di circa 40 nm.
TnC: 4 siti di legame per il calcio, regola le interazioni delle altre due subunità con le proteine del filamento sottile
TnI: inibisce l’interazione actina-miosina bloccando così l’azione stimolatoria dell’actina sull’attività ATPasica della miosina; presenza di isoforme
TnT: interazione con tropomiosina, actina, TnI e TnC; presenza di isoforme
Funzione: inibire la contrazione muscolare quando i livelli di calcio intracellulare sono bassi e attivarla quando la concentrazione si innalza.
PM 18000, contiene 3 domini principali: 2 globulari terminali, 1 centrale ad α-elica.
Dominio C-terminale: 2 siti per il calcio ad alta affinità. Gli altri 2 siti (regione N-terminale) sono a bassa affinità e legano ioni Ca2+ solo dopo che questi hanno occupato i siti ad alta affinità.
Siti a bassa affinità: ‘starter‘ del processo di contrazione.
Meccanismo
Lo ione Ca2+ ad elevate concentrazioni occupa tutti i siti della TnC e ciò induce variazioni conformazionali nel complesso troponina che attraverso la TnT si trasmettono alla tropomiosina.
↓
La tropomiosina scivola lungo la scalanatura del filamento di actina rimuovendo l’effetto inibitorio della TnI sull’actina.
↓
L’actina libera può quindi interagire con la miosina stimolandone la funzione ATPasica.
Proteine strutturali a basse concentrazioni
Proteine regolatorie associate alla miosina
Proteine regolatorie associate all’actina
Complesso proteico formato da numerose subunità.
La parte centrale attraversa il sarcolemma, le rimanenti porzioni svolgono comunicazioni tra l’apparato contrattile e la matrice extracellulare: la distrofina contatta l’actina F, la laminina le strutture extracellulari.
Funzioni:
Mancanza di distrofina o distrofina anomala provoca Miodistrofia degenerativa di Duchenne.
Canali sarcolemmatici del calcio voltaggio-dipendenti (VOCC)
Inducono rilascio del Ca2+ nel citosol in risposta a depolarizzazioni della membrana.
VOCC del muscolo scheletrico: funzionano principalmente come strutture di trasmissione del segnale elettrico dal sarcolemma al reticolo sarcoplasmatico
Struttura
Meccanismo
In risposta alla depolarizzazione, il segmento 4 dei VOCC subisce una variazione conformazionale che è trasmessa attraverso interazione sterica diretta al complesso di rilascio del Ca2+ del reticolo sensibile alla rianodina “Ryanodine Receptor” (RyR1).
L’interazione tra le due strutture provoca apertura dei canali RyR1 ed emissione di Ca2+ nel citosol da parte del reticolo (e non dall’esterno).
Tale meccanismo è definito: rilascio del calcio indotto da depolarizzazione.
Il rilascio di neurotrasmettitore in seguito all’impulso nervoso provoca depolarizzazione della membrana plasmatica.
L’onda di depolarizzazione attiva i canali VOCC che inducono apertura dei canali RyR1 del Ca2+ del reticolo sarcoplasmatico, la [Ca2+] nel citosol aumenta da 10-7 M a 10-5 M.
Il calcio satura le molecole proteiche di TnC che varia la propria conformazione.
Tale modifica conformazionale si trasmette agli altri componenti del complesso troponona e alla tropomiosina, si liberano i siti di attacco dell’actina per la miosina: avvio della fase di contrazione.
Ciclo contrattile: scorrimento del filamento sottile su quello spesso; eventi molecolari Ca2+-dipendenti, basati sulla riorganizzazione di interazioni tra proteine regolatrici, actina e miosina e stimolo dell’attività ATPasica della miosina.
Pompe specifiche ATP-dipendenti del reticolo ripompano il calcio nelle cisterne ad estinzione della contrazione.
Tappe della reazione
Nel meccanismo si postula l’esistenza di un complesso enzima-substrato, seguita da un intermedio energizzato di miosina.
L’energia di idrolisi dell’ATP, intrappolata sotto forma di miosina energizzata, viene utilizzata per la contrazione.
Il rilascio del Pi avviene prima dell’ADP che viene sostituito con una nuova molecola di ATP.
Quando lo stimolo neuromotorio cessa:
La rigidità cadaverica è una conseguenza della mancanza di ATP: non si ha decontrazione perché miosina ed actina rimangono legate.
Pompa del Ca2+: PM 400.000
Modello - L’autofosforilazione in un residuo di acido aspartico:
Risultato: gli ioni Ca2+ attraversano il canale e vengono rilasciati nel reticolo
Nel muscolo scheletrico e cardiaco:
L’energia per la contrazione muscolare deriva dall’ATP:
ATP + H2O → ADP + Pi
La richiesta di ATP aumenta molte volte nello stato di esercizio fisico.
ATP ripristinato a lungo termine attraverso:
Durante i primi secondi di esercizio però questi 2 processi non sono attivi. Intervengono altri meccanismi per rigenerare ATP.
Rigenerazione dell’ATP a breve termine: sistema “fosfocreatina-creatina”.
Fosfocreatina + ADP ↔ creatina + ATP
Reazione reversibile catalizzata dall’enzima creatina chinasi (CK).
Costante di equilibrio ≈ 1: sensibile a piccole variazioni di reagenti/prodotti (fosfocreatina 10-30 mM).
L’attività ATPasica della miosina produce ADP che attiva la CK.
La creatina è sintetizzata nel fegato e nel rene. Attraverso il circolo raggiunge il muscolo dove viene fosforilata.
Esiste anche una reazione di emergenza catalizzata dalla adenilato chinasi (molto attiva nel muscolo scheletrico):
2 ADP ↔ ATP + AMP
AMP stimola allostericamente la fosfofruttochinasi e la glicogeno fosforilasi
Inoltre, l’aumento di AMP:
1) induce l’attività della adenosina deamminasi
AMP + H2O → IMP + NH3
IMP + Aspartato + GTP → AMP + Fumarato + GDP + Pi
L’NH3 attiva la fosfofruttochinasi e quindi il flusso glicolitico, il fumarato entra nel ciclo di Krebs.
2) provoca vasodilatazione attraverso l’attività della 5′-nucleotidasi
AMP + H2O → ADENOSINA + Pi
L’adenosina si lega ai recettori cellulari → aumento del flusso ematico con maggiore apporto di ossigeno e substrati ossidabili.
Vie metaboliche utilizzate dal muscolo scheletrico:
Contributo relativo di ciascuna via variabile in relazione al tipo di esercizio e di muscolo. Es. muscolo con prevalenza di fibre rosse:
Fosfocreatina nei primi 4 secondi.
Glicogeno muscolare.
Glicogenolisi stimolata, la GLICOGENO FOSFORILASI è attivata da:
Glucosio dal sangue, di origine epatica.
Acidi grassi.
Lipolisi stimolata dall’aumento di adrenalina/glucagone. Crescente utilizzo di O2 nel muscolo → maggiore degradazione di acidi grassi.
Intermedi del metabolismo energetico nel muscolo durante un esercizio fisico (micromoli/gr tessuto).
L’aumento del lattato è dovuto alla glicolisi anaerobica con produzione massima prima che il muscolo assuma glucosio dal sangue.
Fibre I (rosse)
Contrazione lenta → grande capacità ossidativa, richiesta di ATP continua
La glicolisi anaerobica opera in due particolari condizioni:
Fibre II (bianche)- Fibre II A o II B:
Contrazione rapida e intensa → grande capacità glicolitica
Nei muscoli scheletrici → fibre di tutti i tipi ma in proporzioni diverse
Inoltre: l’allenamento anaerobico trasforma le fibre I in fibre II, allenamento aerobico induce la trasformazione opposta.
Durante un esercizio intenso la produzione di ATP è sostenuta da:
L’esercizio anaerobico crea:
Durante un esercizio prolungato di media intensità (es. maratoneta), la produzione di ATP è sostenuta da:
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29. Metabolismo del Fegato - Parte seconda
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