Organo che produce e secerne proteine la cui azione si esplica:
La lezione è della Prof. Raffaella Faraonio
Proteine secrete dal tessuto adiposo:
Organo di sintesi dei principali ormoni sessuali steroidei: produce enzimi chiave nel metabolismo di tali ormoni.
17 β-idrossisteroide deidrogenasi, catalizza la conversione di:
Aromatasi citocromo P450, catalizza la trasformazione dell’anello A degli androgeni nella forma benzenica, tipica degli estrogeni.
Es. testosterone → estradiolo
3 β-idrossisteroide deidrogenasi, catalizza reazioni di ossidazione del pregnenolone e dei suoi derivati nella sintesi degli ormoni steroidei.
Es. pregnenolone → progesterone
Teoria lipostatica: spiega la costanza relativa di peso corporeo.
Postula un meccanismo a feedback: quando il peso del corpo va oltre un certo valore (punto di controllo), viene inibita l’assunzione di cibo ed aumenta il consumo di energia.
Meccanismo: segnale prodotto a livello del tessuto adiposo: leptina.
↓
Trasmissione ed elaborazione a livello cerebrale.
↓
Modifiche comportamento alimentare (riduzione appetito) e attività metabolica/motoria.
LEPTINA (dal greco leptos = leggero) 167 aa, struttura simile alle citochine, alfa-elica con ponte S-S.
→ Controllo comportamento alimentare e attività metabolica/motoria.
Secreta dal tessuto adiposo bianco (adipochina), in relazione allo stato nutrizionale e all’attività liposintetica del tessuto adiposo.
Livelli circolanti associati all’entità della massa adiposa; aumentano dopo il pasto e si riducono nel digiuno prolungato.
Agisce su recettori presenti nell’ipotalamo per ridurre l’appetito.
Struttura a nastro della Leptina. Immagine da: Albanesi
Oltre che a livello dell’ipotalamo, la leptina ha azione diretta sul metabolismo:
Inoltre, la leptina:
Quando il gene della leptina (OB) è mutato in entrambe le copie, i topi transgenici diventano obesi.
Se ad essi si somministra leptina il loro peso si riduce.
Trasduzione del segnale della leptina nell’ipotalamo
In seguito al legame della leptina, il recettore di membrana dimerizza
↓
Fosforilazione di essi su residui di tirosina ad opera della chinasi Janus (JAK)
↓
Reclutamento di proteine STAT (STAT dei grassi) e fosforilazione di residui di tirosina da parte della stessa Janus
↓
Dimerizzazione delle STAT e migrazione nel nucleo
↓
Azione a livello del DNA: regola la trascrizione dei geni dei neuropeptidi NPY, CRH, POMC e UCP1
Segnali periferici che afferiscono al SNC e regolano l’assunzione di cibo:
segnali anoressigenici (che sopprimono l’appetito):
segnali oressigenici (che stimolano l’appetito):
La leptina rende le cellule del muscolo e del fegato più sensibili all’insulina.
Ipotesi: il recettore dell’insulina con attività tirosino chinasi e il recettore della leptina (attraverso JAK) potrebbero avere lo stesso substrato, forse IRS-2.
IRS-2 fosforilato attiva PI-3K che scatena una serie di eventi, tra cui inibizione della fame
↓
IRS2 funziona da integratore dei segnali provenienti da questi due recettori
NPY: Neuropeptide Y, segnale oressigenico.
Contiene 36 residui amminoacidici.
Sintetizzato principalmente nel nucleo arcuato dell’ipotalamo.
Stimola l’appetito -il più importante- e risponde sia al digiuno che alla restrizione calorica, azione opposta alla leptina.
Prodotto insieme ad Agouti related protein (AgRP), la cui iperespressione è causa di obesità.
Grelina: ormone peptidico (28 aa), prodotto dalle cellule che rivestono lo stomaco.
Potente stimolatore della fame (inizialmente riconosciuto come stimolo per il rilascio di GH), agisce in tempi più brevi rispetto a leptina/insulina.
Recettori localizzati a livello dell’ipofisi e dell’ipotalamo, ma anche nel muscolo e nel tessuto adiposo.
Sindrome di Prader-Willi caratterizzata da appetito incontrollabile: livelli elevati di grelina ematica.
PYY3-36: ormone peptidico (34 aa), prodotto dalle cellule endocrine che rivestono intestino tenue e duodeno.
Riduce la fame agendo sugli stessi siti della grelina, ma in senso opposto.
Agisce sui neuroni oressigenici inibendo il rilascio di NPY.
La leptina riduce l’introito di cibo attraverso:
L’insulina agisce sui recettori dell’ipotalamo per inibire la fame attraverso:
Adiponectina: ormone peptidico
Prodotto dal tessuto adiposo e circolante nel sangue.
Struttura multimerica complessa con n. variabile del polipeptide di 224 aa.
Agisce attraverso specifici recettori di membrana, ne sono stati identificati 3.
La sua attività si esplica su: muscolo, fegato e tessuto adiposo.
Gli effetti (riportati accanto) sul metabolismo energetico sono mediati dalla proteina chinasi AMP-dipendente (AMPK), attivata da basse concentrazioni di AMP.
Effetto generale: incentiva l’azione dell’insulina.
Ruoli protettivi dell’adiponectina
L’adiponectina sensibilizza gli organi all’azione insulinica.
Infatti, topi con geni difettosi di adiponectina → meno sensibili all’insulina
La sensibilizzazione all’insulina svolge ruolo protettivo alla sindrome metabolica che è correlata all’obesità e all’insulino-resistenza.
Ipoadiponectinemia → livelli plasmatici di adiponectina ridotta → fattore di rischio per uno stato di insulino-resistenza.
Inoltre impedisce l’adesione monocitaria alle cellule endoteliali → ruolo protettivo sull’aterosclerosi.
Recettori del Perossisoma Attivati dalla Proliferazione
(3 sottotipi: PPAR α, δ/β, γ)
Identificati per avere un ruolo nella sintesi di perossisomi.
Famiglia di fattori di trascrizione attivati dal ligando.
I ligandi sono gli acidi grassi o alcuni loro derivati.
Formano eterodimeri con il recettore RXR (recettore dei retinoidi X).
Si legano a regioni specifiche del DNA e stimolano la trascrizione genica.
PPARα: espresso nel fegato, rene, muscolo, cuore e tessuto adiposo bruno
Regola l’espressione di geni coinvolti in
PPARγ: espresso nel tessuto adiposo e nel fegato
Regola l’espressione di geni coinvolti in:
PPAR δ/β: espresso nel fegato e muscolo
Regola l’espressione di geni coinvolti nella β-ossidazione di acidi grassi.
PPARγ induce geni implicati in:
PPARγ è a sua volta regolato dal fattore trascrizionale SREBP1 (sterol regulatory element-binding protein 1), che produce ligandi endogeni di PPARγ e risponde a variazioni di livelli di leptina (inibitore)/insulina (attivatore).
Ligandi di PPARγ:
Patologia multifattoriale associata a cambiamenti di stile di vita e alimentari.
Tipica, anche se non esclusiva, delle società dette “del benessere”.
Associata a varie complicanze/patologie.
Conseguenze dell’obesità:
Dall’obesità al diabete di tipo 2
Lo sviluppo del diabete avviene gradualmente:
Ipotesi del “carico lipidico” per lo sviluppo del diabete di tipo 2.
Ipotesi del “carico lipidico” per lo sviluppo del Diabete di Tipo 2
Gli adipociti normalmente immagazzinano acidi grassi in quantità definita sotto il controllo del fattore PPARγ.
Nell’obesità tale capacità di immagazzinamento si esaurisce Gli adipociti diventano meno sensibili all’insulina → incremento lipolisi con aumento dei grassi in circolo.
Negli adipociti diminuisce l’espressione del fattore trascrizionale SREBP1 e quindi la biosintesi di acidi grassi controllata da SREBP1.
Nel fegato e nel muscolo, aumenta l’espressione di SREBP1 che comporta eccesso di immagazzinamento di lipidi in tali organi
Ai livelli elevati di trigliceridi si associa anche uno stato di infiammazione cronica.
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22. Ormoni aminoacidici e polipeptidici
23. Ormoni ipofisari
24. Insulina
25. Glucagone
26. Ormoni steroidei
27. Eicosanoidi
28. Metabolismo del Fegato - Parte prima
29. Metabolismo del Fegato - Parte seconda
30. Metabolismo del tessuto adiposo
31. Obesità e regolazione della massa corporea
32. Metabolismo del tessuto muscolare scheletrico