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Claudio Buccelli » 1.Biologia e deontologia: riferimenti comportamentali indispensabili per il medico


L’esercizio della professione medica

L’esercizio della professione medica pone la necessità, per sua stessa natura, di confrontarsi continuamente -talora in forma dilemmatica- con problemi che fanno capo direttamente ai valori umani di più alto rango imponendo risposte comportamentali non solo tecniche che tengano conto tanto degli aspetti biologici quanto di quelli etici fondamentali a salvaguardia dei dritti dell’uomo.
C . B u c c e l l i

Rapporto tra la formazione medica e problemi di bioetica

La formazione medica non può ormai prescindere da un’adeguata conoscenza di problemi di etica medica e tra questi, in particolare, quello concernente il consenso all’atto medico, cha da quasi un ventennio ha assunto autonomo significato in ambito giuridico, tanto che in suo difetto la giurisprudenza civilistica del nostro paese è orientata al riconoscimento di responsabilità professionale del sanitario se all’atto medico consegue un danno al paziente, pur in assenza di errori di comportamento.
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Deontologia medica

La deontologia medica (ramo della deontologia generale) è lo studio complessivo dei doveri inerenti alla professione del medico; essa traccia le norme che governano i rapporti del medico con il malato, i colleghi e la società.
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Doveri inerenti alla professione del medico

Essi possono individuarsi in:

  • etici: rispetto dei principi, delle regole generali e delle norme di condotta che ispirano l’agire di ogni individuo nel contesto umano in cui vive;
  • deontologici in senso proprio: espressamente derivanti da precetti del codice deontologico;
  • giuridici: ispirati da specifiche norme di legge.

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Deontologia medica

La deontologia medica è sentire etico filtrato alla luce delle norme deontologiche e dei principi giuridici.
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Doveri etici

I doveri etici, oggetto di riflessione dell’etica medica tradizionale, sono oggi considerati all’interno della bioetica, alla cui costituzione l’etica medica ha preparato il terreno.
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Definizione di bioetica data dall’Encyclopedia of Bioethics (1978)

La bioetica, avvalendosi di una nuova metodologia di riflessione interdisciplinare, ha per oggetto l’«esame sistematico della condotta umana nel campo delle scienze della vita e della salute, in quanto questa condotta è esaminata alla luce di valori e principi morali».
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Campi d’applicazione della bioetica

La bioetica, in quanto etica applicata al “regno del biologico”, abbraccia l’etica medica tradizionale e spazia oltre includendo:

  • i problemi etici di tutte le professioni sanitarie;
  • le ricerche comportamentali, indipendentemente dalle loro applicazioni terapeutiche;
  • i problemi sociali associati con le politiche sanitarie, la medicina del lavoro, la sanità internazionale, le politiche di controllo demografico;
  • i problemi della vita animale e vegetale in relazione con la vita dell’uomo.

C . B u c c e l l i (Documento di Erice, 1991)

Finalità della bioetica

Le finalità della bioetica consistono nell’analisi razionale dei problemi morali legati alla biomedicina, e della loro connessione con gli ambiti del diritto e delle scienze umane. Esse implicano l’elaborazione di linee etiche fondate sui valori della persona e sui diritti dell’uomo, rispettose di tutte le confessioni religiose, con fondazione razionale e metodologica scientificamente adeguata. Tali linee etiche hanno anche finalità applicative, per l’orientamento che potrà essere impresso, oltre che alla condotta personale, anche al diritto condendo e ai codici deontologici professionali attuali e futuri.

C . B u c c e l l i (Documento di Erice, 1991)

Finalità della bioetica (segue)

Sui rapporti fra etica e deontologia il Franchini affermava: “Vedo con preoccupazione i conati di sganciare il nome di bioetica e sottrarla all’alma mater del pensiero medico legale che da secoli la governa, dimenticando che per trattare in modo responsabile i delicati problemi dell’etica medica occorre essere prima di tutto medici”.

C . B u c c e l l i (Macchiarelli et Al., 2005)

Valore del codice di deontologia medica

Il codice deontologico ha valore di regolamento interno del corpo medico (ed odontoiatrico).
Ha carattere extra-giuridico perché nel nostro paese non ha valore di legge ma non rappresenta neppure una semplice dichiarazione di principi liberamente accettabili dai medici in quanto li impegna al suo rispetto nell’esercizio dell’attività professionale sanzionando disciplinarmente (con possibili, talora, riflessi penalistici) l’inosservanza delle norme contenutevi.

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Elementi di legittimazione della prestazione professionale medica

  • Rispetto della persona e della sua dignità in termini di effettiva, ponderata autonomia decisionale;
  • obbligo del neminem laedere (e con il suo collegato speculare di beneficenza), secondo criteri di ragionevole predittività delle opzioni diagnostico-terapeutiche finalizzate alla promozione della salute del paziente mediante azioni scientificamente valide, strutture assistenziali adeguate a condurle, livelli di aggiornata competenza del medico e sua piena disponibilità ad intervenire tempestivamente al bisogno;
  • generale criterio di giustizia nell’ottica di un consistente valore sociale della professione medica improntata alla qualità delle prestazioni, alla moralità sul piano sociale, alla ricaduta delle decisioni cliniche;
  • principio di integrità morale o di dignità e di indipendenza della professione sanitaria, con costante rivendicazione dell’autonomia e della professionalità del medico.

C . B u c c e l l i

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