La percentuale di utilizzatori è aumentata fortemente nel periodo 1990-2000, dal 33% del 1990 al 42% nel 1997.
Nello stesso periodo il numero di visite praticate dal medico di famiglia si è mantenuto stabile (da 387.000 a 385.000), mentre il numero delle visite di medicina non convenzionale è passato da 427.000 a 628.000.
Nel 1994 almeno 1 americano su 10 si è rivolto ad un chiropratico, ad uno specialista di tecniche di rilassamento, ad un massaggiatore o ad un agopunturista; nel ‘97 tale rapporto è giunto ad almeno 4 americani su 10, con una spesa complessiva di 27 miliardi di dollari.
La spesa è per la maggior parte a carico del paziente (64%).
Nel 1993 la spesa annua per medicine alternative è risultata essere pari a circa 13,7 miliardi di dollari.
(Eisenberg DM, Davis RB, Ettner SL et al. :Trends in alternative medicine use in the United States, 1990-1997. Jama 1998, 280, 1569-1575).
Nel 1993 il numero di visite praticate presso medici non convenzionali è stato di 12 milioni, ossia il 5% circa delle visite effettuate presso il medico di famiglia.
Nel 1981 erano registrati 13.000 medici non convenzionali, passati a 40.000 nel 1997 (incremento del 32,5%).
(Eisenberg DM, Davis RB, Ettner SL et al.: Trends in alternative medicine use in the United States, 1990-1997. Jama 1998, 280, 1569-1575).
Negli anni 1982-83 circa 40.000 medici fornivano prestazioni di medicina non convenzionale, di cui circa 6.000 in forma continuativa.
In tale periodo circa 3,5 milioni di pazienti hanno fatto ricorso a prestazioni di medicina non convenzionale.
Nell’anno 2001 si è stimata una cifra di circa 9 milioni di utenti.
Nella città di Napoli si calcola che il 20% delle famiglie ricorre alla cure dei medici omeopati.
(Caratteristiche d’uso e livelli di diffusione della medicina non convenzionale; Menniti, Ippolito e De Mei; Ann. Ist. Super. Sanità, vol 35, n.4 1999)
Doverosità di attenzione e rispetto per le medicine non convenzionali di cui si abbia adeguata percezione di efficacia.
Il diritto del paziente alla autonomia e alla libertà di cura deve coniugarsi col rispetto dovuto alla posizione professionale del medico.
Pericolo di danno al paziente.
Doverosità di informativa ai cittadini, da parte delle Istituzioni della Sanità pubblica, sulla pericolosità intrinseca di ogni pratica diagnostica e terapeutica, “scientifica” o “alternativa”.
Ineludibilità dell’obbligo che nessuna pratica medico-terapeutica si sottragga ad una sperimentazione sistematica.
Per la fragilità epistemologica di gran parte delle medicine alternative gravano sui medici che le applicano responsabilità particolari ed ulteriori.
Va data necessaria e fondamentale informazione all’opinione pubblica che la medicina prevalentemente praticata nel mondo è quella “scientifica”.
Va data anche informazione ai cittadini che le medicine alternative non possiedono uno statuto epistemologico di analogo rigore.
I risultati positivi conseguenti alla terapie alternative sono legati anche ad una maggiore vicinanza al paziente.
Doverosità che tali aspetti siano resi noti ai cittadini e siano conosciuti anche dai medici.
Onere del paziente di fornire al medico ogni informazione circa le terapie in corso.
La libertà di cura nei confronti del paziente deve sempre confrontarsi con la posizione di garanzia che l’ordinamento assegna al medico rispetto al paziente assistito.
Nel caso di patologie sicuramente gravi, per le quali esistono rimedi conosciuti ed efficaci, non appare lecito in senso giuridico, deontologico ed etico che il medico non effettui gli accertamenti indicati dalla medicina scientifica e non ponga in essere ogni sforzo per evidenziare al paziente le conseguenze di un eventuale rifiuto di quelle cure giudicate utili o addirittura indispensabili da tale medicina.
I costi delle terapie alternative adite dal paziente dopo rinuncia informata a quelle della medicina scientifica non devono gravare sul S.S.N.
Particolare attenzione va posta nell’impiego delle medicine alternative nei minori e negli incapaci anche nel caso di richieste avanzate da genitori o tutori.
È auspicabile che le università e più in generale tutti gli enti di ricerca nella loro autonomia sviluppino programmi di ricerca sulle medicine alternative. Il pluralismo della scienza non equivale a un pluralismo delle scienze.
È essenziale che l’inquadramento relativo alle medicine alternative venga affidato a studiosi individuati secondo le ordinarie modalità di reclutamento dei docenti universitari.
È riconosciuta autonomia nella programmazione, nella scelta e nella applicazione di ogni presidio diagnostico e terapeutico, ma nel divieto di:
E’ riconosciuta potestà di scelta di pratiche non convenzionali, ma:
È consentita autonomia prescrittiva nei confronti di medicinali in commercio per una indicazione, via o modalità di somministrazione o di utilizzazione diversa da quella autorizzata:
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