Vai alla Home Page About me Courseware Federica Living Library Federica Federica Podstudio Virtual Campus 3D La Corte in Rete
 
Il Corso Le lezioni del Corso La Cattedra
 
Materiali di approfondimento Risorse Web Il Podcast di questa lezione

Leonardo Pace » 22.Apparato Urinario e Genitale


Lo Studio del Surrene

  • Anatomia e Fisiologia
  • Tecniche
  • Principali Patologie
  • Protocolli di Indagine

Metodiche


Anatomia

I reni sono organi retro-peritoneali, pari e simmetrici, localizzati ai lati della colonna vertebrale tra L1 ed L3.


Anatomia vascolare


Diretta renale: tecnica

Radiogramma panoramico di tutto l’addome e del piccolo bacino eseguito in proiezione AP a paziente supino (in questo modo i reni sono più vicini al piano sensibile)

Da valutare sul radiogramma:

  • Morfologia e posizione delle ombre renali
  • Ricercare i profili dei mm. psoas che possono fornire informazioni indirette sulla patologia delle vie escretrici
  • Ricerca di calcificazioni

Diretta renale


Diretta renale


Urografia

Iniezione endovenosa di 50-100 cc di mdc iodato idrosolubile (a goccia o ad iniezione continua).

I radiogrammi vengono acquisiti a tempi determinati per valutare le differenti strutture delle vie escretrici

  • 15″: fase corticale
  • 30″: fase cortico midollare
  • 3′ : fase calico-pielografica
  • 15′: fase urografica

Urografia

Indicazioni

  • Valutazione morfologica dei reni (forma, dimensioni, rapporti)
  • Valutazione funzione renale
  • Valutazioni vie escretrici (pervietà, calibro, malformazioni) e ricerca di calcoli

Urografia


Urografia


Urografia


Urografia


Urografia


Cistografia


Cistografia


Cisto – uretrografia minzionale


TC Spirale Reni – Studio delle formazioni espansive renali ed uroteliali

Paziente supino.
Apnea inspiratoria.
Scansioni eseguite dal polo renale superiore all’inferiore.
Prima e dopo iniezione a bolo di 150 cc di mdc iodato non ionico (300 mgI/ml) mediante iniettore automatico (3 – 4 ml/sec).

  • Parametri di scansione (variabili a secondo dell’apparecchio e della mole corporea del paziente):
  • collimazione 3 – 5 mm
  • index 3 – 5 mm
  • pitch 1-1,6
  • 200 – 250 mAs
  • 120 Kv

Fasi di studio

  • Fase precontrastografica: scelta dei piani di scansione e identificazione calcificazioni
  • Fase corticale arteriosa (30 secondi): valutazione dell’anatomia vascolare ed identificazione di lesioni ipervascolarizzate
  • Fase corticale venosa (70 secondi): valutazione della vena renale
  • Fase nefrografica (130 secondi): identificazione di lesioni ipovascolarizzate della midollare e valutazione della VCI
  • Fase escretiva: indicata nel sospetto di lesioni dell’urotelio

Fasi di studio


TCS Reni

TECNICA MONOFASICA: fase nefrografica precoce → 100 secondi

TECNICA BIFASICA:

  • fase corticale-arteriosa → 30 secondi
  • fase nefrografica precoce → 100 secondi

TECNICA TRIFASICA:

  • fase corticale-arteriosa → 30 secondi
  • fase nefrografica precoce → 100 secondi
  • fase escretiva

TCS Reni

E’ stato dimostrato che:

  • l’impiego della sola fase arterioso corticale non identifica una significativa percentuale di lesioni focali, specie se ipovascolari
  • la tecnica bifasica arterioso-corticale/nefrografica riduce notevolmente questa percentuale di errore
  • la tecnica bifasica, tuttavia, offre pochi vantaggi rispetto alla tecnica monofasica nefrografica sia in termini di identificazione che di caratterizzazione delle lesioni focali renali

Adenocarcinoma renale


RM Rene


TC Spirale Reni- studio della stenosi delle arterie renali

  • Paziente supino
  • Apnea inspiratoria
  • Scansione precontrasto a basso mAs per localizzare le arterie renali, identificare eventuali arterie renali accessorie da includere nel volume di studio e valutare la presenza di placche calcifiche
  • Dopo iniezione a bolo di 150 cc di mdc iodato non ionico (300 mgI/ml) mediante iniettore automatico (4 –5 ml/sec)
  • Parametri di scansione (variabili a secondo dell’apparecchio e della mole corporea del paziente):
    • collimazione 1 – 3 mm
    • index 0,5 – 1 mm
    • pitch 1-1,5
    • 200 – 250 mAs
    • 120 Kv

3D


Stenosi Significativa Arteria Renale Destra


CE Angio RM: fase arteriosa


TC Spirale vie urinarie – Calcoli urinari

  • Paziente prono
  • Apnea inspiratoria
  • Scansioni eseguite dal polo renale superiore al piano perineale
  • Senza somministrazione ev di mdc
  • Parametri di scansione (variabili a secondo dell’apparecchio e della mole corporea del paziente)
    • collimazione 5 mm
    • index 4 mm
    • pitch 1,5-2
    • 200 mAs
    • 120 Kv

TC Spirale vie urinarie – Calcoli urinari


TC Spirale vie urinarie – Calcoli urinari


TC Spirale vie urinarie – Calcoli urinari


TC Spirale vie urinarie – Calcoli urinari


Carcinoma Uroteliale Papillifero del Bacinetto


Carcinoma Uroteliale Papillifero dell’Uretere


Carcinoma Uroteliale Papillifero dell’Uretere


Carcinoma Uroteliale Papillifero dell’Uretere


Pielo RM


Pielo RM


RM


Uro RM


Uro RM


TC Pelvi: Vie urinarie – Parete vescicale

Multi-strato (n=4)

Pre-Contrasto ev

  • 900 ml/Solfato di Bario o acqua per os (60′)
  • Collimazione: 5 mm
  • Ricostruzione: 5 mm
  • Pitch: 5

Post-Contrasto ev

  • mdc (120 ml, 370 mgI/ml; 4ml/sec)
  • Scan delay: 60 secondi e 300 secondi
  • Collimazione: 3 mm
  • Ricostruzione: 3 mm
  • Pitch: 5

TC Pelvi: Vie Urinarie – Protocollo Citoscopia virtuale

  • Posizionamento di Catetere di Foley 12-F
  • Insufflazione di aria (500-600 ml)
  • Acquisizioni in posizione supina e prona
  • Collimazione: 1 mm
  • Ricostruzione: 1 mm
  • Pitch 5
  • Post-processing (endoscopia virtuale)

TC Pelvi: Vie Urinarie – Protocollo Citoscopia virtuale

  • Una corretta cistoscopia virtuale prevede una adeguata distensione vescicale con aria ed un’analisi accurata delle immagini sia in posizione prona che supina
  • L’utilità clinica della cistoscopia virtuale non è ancora validata; tuttavia, l’esame puo’ essere indicato in tutti i casi in cui la cistoscopia convenzionale non è eseguibile

Vescica

  • organo cavo muscolo-membranoso
  • funzione di “serbatoio” per l’urina
  • morfologia variabile
  • comprende la base o fondo, disposto infero-posteriormente, e il corpo che comprende la cupola, superiormente, e le pareti anteriore, posteriore e laterali
  • è localizzata nella parte anteriore della piccola pelvi dietro la sinfisi pubica, anteriormente all’utero nella donna e al retto nel maschio

Semeiologia RM: Vescica


RM Vescica


RM Vescica


RM Ca Vescica


Carcinoma papillare non invasivo:


Carcinoma a cellule transizionali: stadio T3a


TC Pelvi – Apparato genitale


Prostata: anatomia TC

Densità omogenea nelle scansioni pre-contrasto

Difficile identificazione dell’ anatomia zonale di Mc Neal:

  • zona centrale (25%)
  • zona periferica (70%)
  • zona di transizione (5%)

In caso di incremento morfo-volumetrico della ghiandola le diverse zone anatomiche possono essere meglio distinte dopo la somministrazione endovenosa di mdc.

Vescicole seminali: anatomia TC

  • Morfologia ovale o a goccia
  • Separate dalla vescica da un sottile “cuscinetto” di tessuto adiposo

Vescicole seminali: anatomia TC


Vescicole Seminali

  • Localizzate posteriormente alla vescica, anteriormente al retto e superiormente alla prostata
  • Morfologia ovale o a goccia
  • Separate dalla vescica da un sottile “cuscinetto” di tessuto adiposo

Anatomia RM: Pelvi Maschile


Anatomia RM: Pelvi Maschile


RM Prostata


Anatomia Zonale sec. McNeal: 1968

  • Componente ghiandolare: zona centrale, periferica e di transizione e virtualmente separata dalla parte non ghiandolare (stroma fibro-muscolare) da un piano passante per l’uretra.
  • Zona Centrale: 25% del volume ghiandolare
  • Zona Periferica: 70% del volume ghiandolare
  • Zona di Transizione: 5% del volume ed intimamente connessa con l’uretra tranne che anteriormente

Anatomia Zonale sec. McNeal: 1968


RM: Sequenza TSE T2


RM: Sequenza TSE T2


Carcinoma Prostata


Combinazione di Imaging Morfologico e Funzionale – RM + Spettroscopia RM

Tale tecnica combina l’informazione morfologica (RM) con l’informazione metabolico-funzionale fornita dalla spettroscopia e consente:

  • valutazione in-vivo di vari metaboliti costituenti della membrana cellulare (colina/citrato).
  • diagnosi differenziale tra tessuto benigno e maligno.
  • valutazione della progressione della malattia e della risposta al trattamento.

Combinazione di Imaging Morfologico e Funzionale


Spettroscopia RM Prostata


Ovaio: anatomia TC

  • Densità pre-mdc disomogenea: solida e cistica (follicoli)
  • Lieve impregnazione dopo mdc
  • Morfologia ovoidale
  • Posizione variabile (in genere postero-laterale rispetto al corpo uterino)

Ovaio: anatomia TC


RM Ovaie


Carcinoma Ovarico: RM

Caratterizzazione della lesione:

  • struttura (solida, cistica, mista, settata)
  • regolarità dei margini
  • spessore delle pareti
  • spessore e distribuzione dei setti
  • intensità di segnale RM pre-mdc
  • modifiche dopo mdc

Utero: anatomia TC

Massa di tessuto solido di forma triangolare o ovale.
Possibile presenza di area centrale ipodensa (secrezioni endometriali).
Dopo contrasto – fase precoce:

  • miometrio iperdenso
  • endometrio ipodenso
  • cervice ipodensa

Utero: anatomia TC


Anatomia TC


Anatomia RMN


Anatomia RMN


Anatomia RMN


Anatomia RMN


Anatomia RMN


Leiomiomi

20-30% delle donne in pre-menopausa (estrogeno dipendenti)
Frequente nelle pazienti >35aa

Degenerazione

  • Ialina
  • Mixomatosa
  • Cistica
  • Adiposa e/o emorragica

Sarcomatosa


Leiomiomi


Leiomiomi


Cisti di Naboth

Distensione delle ghiandole endocervicali ”CISTI DA RITENZIONE”

  • Processo flogistico
  • Metaplasia Squamosa

Raramente sintomatiche
Piccole dimensioni

Utile la valutazione mediante i piani

  • SAGITTALE
  • ASSIALE

Caratteristiche RM

Ipointense in T1
Iperintense in T2


Adenomiosi


Carcinoma della Cervice Studio TC


Carcinoma della Cervice


Carcinoma della Cervice  Studio RMN


Carcinoma dell’endometrio

Picco di incidenza

  • 55-65 anni; poco frequente prima dei 40 anni
  • Correlazione con la stimolazione estrogenica

Diagnosi istologica mediante revisione della cavità uterina
PAP-test FALSA NEGATIVITA’ nel 13%
Quadro clinico:

  • sanguinamento postmenopausale
  • menometrorragie premenopausali
  • perdite vaginali sierose e/o purulente
  • meno del 5% delle pazienti è ASINTOMATICA alla diagnosi

Istopatologia

  • 90% Carcinomi epiteliali (Adenocarcinomi a vario grado di diff. adenosquamosa)
  • 10% Sarcomi ed altro
  • GRADI 1 3 (meno differenziati)

Carcinoma dell’endometrio –  Studio TC


Carcinoma dell’endometrio – Studio RMN


Carcinoma dell’endometrio


Casi Clinici

MedPix Genitourinary Cases

La Medicina Nucleare nell Studio dell’Apparato Urinario

Approfondimento

Conclusioni

Gli elementi basilari del ragionamento e questioni su cui riflettere:

  • le principali tecniche di studio
  • la semeiotica delle principali patologie
  • i Protocolli di Indagine

Nella prossima lezione…

Si parlerà di

  • Apparato Cardiovascolare

I materiali di supporto della lezione

Approfondimento Lezione 22

  • Contenuti protetti da Creative Commons
  • Feed RSS
  • Condividi su FriendFeed
  • Condividi su Facebook
  • Segnala su Twitter
  • Condividi su LinkedIn
Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

Fatal error: Call to undefined function federicaDebug() in /usr/local/apache/htdocs/html/footer.php on line 93