La Radiologia Interventistica e Vascolare
Principi di Metodologia
Procedure Diagnostiche
- Arteriografia
- DSA
- Angio-TC
Procedure Terapeutiche
- Angioplastica
- Embolizzazione
- Trombolisi
- Chemioembolizzazione
Radiologia Interventistica
Chirurgia del XXI secolo
Fino a pochi anni fa indicata solo in casi selezionati e come alternativa secondaria a terapie chirurgiche tradizionali o quando queste erano controindicate.
Oggi è nel protocollo abituale di cura di numerosissime patologie.
Radiologia Interventistica
Include tutti gli atti terapeutici eseguito sotto controllo di immagine:
- Rx tradizionale
- Ultrasuoni
- Tomografia Computerizzata
- Risonanza Magnetica
La recente estrema popolarità di questo campo della radiologia è stata alimentata dalla generalizzata domanda ed accettazione di terapie minimamente invasive da contrapporre alla chirurgia tradizionale. Progressi tecnologici nei materiali assieme ad entusiasmo e creatività degli operatori porta allo sviluppo continuo di nuove procedure terapeutiche minimamente invasive.
Radiologia Interventistica
Utilizza vie di accesso percutanee vascolari od extravascolari minimamente invasive.
Il medico radiologo interventista attraverso questi accessi minimi (<2mm) introduce cateteri o microstrumenti. L’avanzamento verso la zona da trattare viene seguito su di uno schermo.
Non vi è danno a strutture anatomiche adiacenti.
Non sono richiesti punti di sutura.
Tutte le parti del corpo accessibili sotto controllo di immagine tramite strumenti di “navigazione” possono beneficiare. di questo trattamento.
Tra i principali vantaggi della radiologia interventistica possiamo ricordare:
- complicanze, dolore e tempi di ricovero sono notevolmente ridotti
- di norma, l’anestesia generale non è necessaria
- nessun punto di sutura, cicatrici, o trauma delle strutture adiacenti
- costo sociale basso (tempi veloci di riabilitazione e di ripresa attività lavorativa)
Radiologia Interventistica
Riconosciuta come vera specialità medica nel 1992 negli USA, oggi il medico radiologo interventista lavora a stretto contatto con i colleghi di numerose altre specialità, quali ad esempio:
- angiologia (malattia dei vasi), chirurgia vascolare
- cardiologia
- oncologia
- neurologia
- gastroenterologia
- urologia, ginecologia, reumatologia ed ortopedia
Può essere divisa in due grosse branche principali:
- radiologia interventistica vascolare
- radiologia interventistica extravascolare
Radiologia diagnostica minimamente invasiva
Biopsie percutanee guidate dalle immagini
Puntura a. femorale comune
Possibilità
Diagnostiche
terapeutiche
Diagnostica angiografica
Diagnostica per immagini
Prelievi ematici selettivi
Indicazioni alla arteriografia diagnostica
Valutazione pazienti con arteriopatia cronica ostruttiva
Follow up di bypass, stents
Arteriopatia cronica ostruttiva
Frequente causa di morbidità in pazienti anziani
La claudicatio intermittens può essere simulata da numerose patologie non vascolari
DSA:
- anatomia
- severità ed estensione della malattia
DSA
Attuale gold standard
Punti sfavorevoli:
- relativamente invasiva
- costo
- complicazioni
Angiografia TC
Presenta numerosi vantaggi nell’imaging vascolare
- Analisi volumetrica 3d
- Opacizzazione vascolare minimamente invasiva
- Valutazione della parete vascolare, delle calcificazioni
- Valutazione stent-graft
- Alta accuratezza diagnostica, bassi costi
- Pianificazione terapeutica
Angiografia TC
Fino alla introduzione delle prime TC multislice non era possibile coprire ampi distretti corporei.
TC multislice
Grande impulso alla angiografia TC
- Studio di grandi volumi con aumento di risoluzione spaziale
- Visualizzazione di rami arteriosi minori
- Minori tempi di acquisizione
- Minore dose di mezzo di contrasto
TC multislice (4 channels)
- Paziente supino, piedi verso il gantry
- Accesso venoso (18-20-22G)
- Scanogramma
- Scansioni: da L1 ai piedi
- Spessore effettivo 3.2mm
- Pitch 7
- Rotazione 0.75 sec
- 120kV, 145mA
TC multislice (4 channels)
Mezzo di contrasto
- 150ml, non ionico
- 300mgI/ml
- 3.5ml/sec (iniettore automatico)
Ritardo fisso: 28 secondi (rilevazione automatica del bolo)
Post-processing: segmentazione osso 3D, MIP, MPR
TC multislice (4 channels)
TC multislice (4 channels)
TC multislice (4 channels)
TC multislice (4 channels)
Svantaggi
- Radiazioni ionizzanti
- Pz anziani
- Dose bassa rispetto a DSA
- Mezzo di contrasto iodato
TC multislice o Angio-RM?
La angio-RM non utilizza radiazioni ionizzanti, con m.d.c. meno nefrotossico.
Ma:
- minore risoluzione spaziale
- meno disponibilità di unità “state of the art”
- no pace makers
- alcuni stents causano artefatti
TC multislice o Angio-RM?
- La angiografia con TC multislice dell’aorta addominale e degli arti inferiori è una tecnica che si trova ancora nella sua infanzia
- E’ tuttavia altamente accurata, riproducibile nella valutazione del letto arterioso periferico
- E’ previsto nel breve termine un rapido e decisivo miglioramento in risoluzione e velocità delle nuove TC multislices
- Ha la potenzialità di sostituire la DSA
Interventistica vascolare
- Angioplastica/stent
- Embolizzazione
- Trombolisi
- Infusione selettiva di farmaci (chemioterapia regionale)
Interventistica vascolare
Meccanismo dell’angioplastica
Dotter nel 1964 postulò che il meccanismo di riabitazione arteriosa fosse dovuto a compressione della placca ateromasica, come lasciare una “impronta sulla neve”.
Non era visibile embolizzazione a valle dovuta a frammentazione della placca ateromasica ai controlli angiografici, né vi erano sintomi clinici di embolizzazione distale.
Meccanismo dell’angioplastica
Angioplastica
Procedura standardizzata
- Ridotta morbidità
- Ridotta mortalità
- Ridotto periodo di ospedalizzazione
- Ridotto periodo di recupero
- La safena viene risparmiata
Angioplastica
Selezione dei pazienti
- Grado di ischemia
- Localizzazione delle lesioni
- Morfologia delle lesioni
Localizzazione delle lesioni
Sovrainguinali
- Aorta, aa. iliache
- PTA: procedura di scelta, specie se combinata con trombolisi, stents per il trattamento di stenosi multiple
Sottoinguinali
- Aa. femorali, poplitee, tibioperoniere
- PTA: indicata in stenosi focali, localizzate in pazienti con ischemia critica (limb salvage)
Localizzazione delle lesioni
Localizzazione delle lesioni
Localizzazione delle lesioni
Risultati
Pervietà a 2 anni
- 80-90% iliache
- 60% femorale superficiale
- 40% poplitea
Complicazioni
- Ematoma
- Dissecazione
- Embolizzazione distale
- Trombosi
- Rottura del vaso
Fibrinolisi in loco
Diagnosi
Terapia
Indicazioni
Controindicazioni
Fibrinolisi in loco
Trombo: piastrine aggregate tenute assieme da una rete di fibrina. La rete di fibrina è controllata da un enzima, la plasmina, che limita l’estensione del coagulo e lo rimuove quando non è più necessario
Attivatori del plasminogeno -> plasmina
- Streptokinasi (23′)
- Urokinasi (16′)
- rTPA (5-10′)
Fibrinolisi in loco
- Terapia alternativa per le occlusioni acute emboliche
- Salvataggio di bypass periferici occlusi
- Embolectomia chirurgica o con Fogarty non praticabile
- La fibrinolisi accede a piccole branche arteriose collaterali non accessibili con tecniche chirurgiche
Indicazioni
- Trombosi acute e subacute (max 2-3 settimane)
- ideale per le trombosi di bypass
Fibrinolisi in loco
Controindicazioni generali
- infarto miocardico/ictus entro 6 settimane
- recenti interventi chirurgici o traumi maggiori
- neoplasie intracraniche
- recenti emorragie digestive
- gravidanza
- ipertensione severa – diabete con emorragie
- trombosi infetta
Fibrinolisi in loco
Protocollo “aggressivo” Urokinasi:
- “macerazione” del trombo con guida idrofilica e bolo intra-trombo di 3×105 U.I.
- il catetere da infusione viene posizionato prossimalmente al trombo. Infusione:
- 105; U./ora intraarteria per 24 ore
- 300 U. eparina sull’introduttore
- monitoraggio paziente in terapia intensiva
- controllo fibrinogenemia ogni 6 ore
- controllo ematocrito ogni 6 ore
Fibrinolisi in loco
Protocollo “aggressivo” Urokinasi:
controllo arteriografico a 24ore:
- soddisfacente: stop. Si ricerca ed eventualmente corregge la causa di trombosi e si inizia la (lunga) compressione
- non soddisfacente: si può valutare di continuare altre 24 ore.
Una assente od incompleta lisi a 48 ore non migliora continuando la fibrinolisi.
Fibrinolisi in loco
Complicanze
- Emorragia al punto di ingresso
- compressione
- cambio introduttore con uno di calibro maggiore
- dimezzare la dose/ora
- Emorragia interna (tipica: psoas)
- TC di controllo
- sospensione infusione per 2ore e nuovo controllo
- se stop emorragia: si continua a dose piena
- Embolizzazione distale: provoca dolore durante l’infusione
PTA di altri distretti
- Aa. renali
- Aa. carotidi
- Aa. succlavie/tronco brachiocefalico
Stent carotidi
Problema → embolizzazione distale
Soluzione → meccanismi di protezione
Stent ricoperti
Stent metallici ricoperti da una sottile membrana impermeabile
- Terapia di aneurismi (aa. iliache, aorta toracica, addominale)
- Creazione di nuovi tramiti con necessità di protezione del lume vascolare
Decompressione di ipertensione portale: TIPS
- Transjugular Intrahepatic Portosistemic Shunt, Colapinto 1982
- L’ipertensione portale è il risultato di un ostruzione del flusso portale, che può avvenire a diversi livelli
- Associata a splenomegalia, ascite, encefalopatia epatica, coagulopatie.
- Rischio: emorragia da varici gastro-esofagee (scleroterapia, sonda di Blakemore)
- Terapia definitiva: trapianto epatico
- Ma: pochi organi disponibili
- Shunt chirurgico gravato da alta mortalità
Scopo della TIPS
Riduzione della pressione portale attraverso la formazione di uno shunt calibrato porto-sistemico:
- emorragia da varici esofagee
- prevenzione della prima emorragia
- terapia dell’emorragia acuta
- prevenzione del rebleeding
- ascite refrattaria
- risolutiva nella maggioranza dei casi, con miglioramento della funzione renale
- Budd-Chiari
TIPS con protesi ricoperta
- donna, 60 anni
- cirrosi criptogenetica (>10 anni)
- diversi episodi di emorragia da varici esofagee
- ascite intrattabile (paracentesi 10-12 litri/10gg)
- moderata e saltuaria encefalopatia
- esclusa dalla lista trapianti
- Child B-9
TIPS con protesi ricoperta
TIPS con protesi ricoperta
TIPS con protesi ricoperta
TIPS con protesi ricoperta
TIPS con protesi ricoperta
TIPS con protesi ricoperta
Embolizzazione
L’embolizzazione è una procedura fondamentale in radiologia interventistica
Controllo immediato di emorragie
- Trauma, emorragia gastro-intestinale, aneurismi e pseudoaneurismi
- Neoplasie maligne e benigne, varicocele, emorragia polmonare ed ostetrica
Embolizzazione
L’obiettivo della procedura ed il livello di embolizzazione vanno stabiliti prima di ogni procedura
- Occlusione prossimale
- Emorragia da trauma (equivalente di una legatura chirurgica): riduce la perfusione distale consentendo l’emostasi senza impedire il flusso collaterale che evita l’infarto tissutale
- Occlusione distale
- Devascolarizzazione di tumori: il circolo collaterale non è preservato e l’infarto del tumore è l’obiettivo cercato
- Occlusione temporanea o definitiva
Emorragia gastrointestinale
Opzioni:
- Infusione di vasopressina
- Embolizzazione: favorita specialmente cranialmente al Treitz
- Temporanea con gelfoam o definitiva con spirali
- Distalmente al Treitz: eseguita a livello dei vasa recta.
- Monitoraggio per ischemia
Emorragia gastrointestinale
Varicocele
Dilatazione patologica del plesso pampiniforme causato da incompetenza valvolare della vena spermatica
- 15% dei maschi alla pubertà
- 90% sin, 8% bilaterale
- Causa principale di infertilità maschile
- Oligospermia, disfunzione di motilità, dolore e pesantezza
Varicocele
- Terapia chirurgica: legatura
- Terapia interventistica: cateterismo selettivo ed embolizzazione
- Risultati
- 80% di miglioramento della conta e motilità spermatica
- Complicanze
- Reazione vagale, dolore, epididimite
Filtro cavale
Le indicazioni al posizionamento di un filtro cavale sono la presenza di embolia polmonare o di trombosi venosa profonda in un paziente con controindicazione alla terapia anticoagulante o con embolia recidiva nonostante terapia anticoagulante.
Radiologia interventistica
Chemioembolizzazione
Chemioembolizzazione
L’elevato numero di recidive intraepatiche dopo resezione chirurgica è un indice della frequenza delle lesioni radiologicamente occulte
Tutte le tecniche ablative locali non riescono a trattare l’intero fegato, mentre molti tumori epatici sono troppo estesi alla diagnosi per essere trattati con tecniche percutanee. Inoltre, alcuni piccoli tumori risultano non accessibili per la loro localizzazione
Le terapie regionali come la chemioembolizzazione possono trattare l’intero fegato.
Chemioembolizzazione
Consiste nella somministrazione diretta intraarteriosa a livello dell’a. epatica propria o di rami lobari/segmentari di farmaci chemioterapici, generalmente emulsionati in m.d.c. liposolubile (lipiodol), seguita da occlusione distale della stessa arteria.
Basi fisiologiche
- Duplice vascolarizzazione epatica
- Vascolarizzazione arteriosa degli HCC
- Agevole cateterizzazione percutanea dell’arteria epatica
Indicazioni
Terapia di epatocarcinomi in stadio intermedio od avanzato
Nonostante i programmi di sorveglianza in circa la metà dei pazienti con HCC la diagnosi viene posta in uno stadio intermedio-avanzato, definito come stadio non terminale ma senza indicazioni a terapie considerate curative
Conclusioni della Barcelona-2000 EASL Conference, J Hepatol 35: 421-430, 2001
Chemioembolizzazione
Indicazioni
- Metastasi da carcinoma del colon-retto (embolizzazione e/o chemioembolizzazione)
- Carcinoide, tumori a cellule insulari
- Melanoma oculare
Chemioembolizzazione per HCC
Indicazioni
- Neoplasia non resecabile, confinata al fegato
- Controindicazioni ad altri tipi di terapia percutanea
- HCC multifocale (>4 noduli), diametro >3-5cm
- sede non agevolmente accessibile per via percutanea
- Paziente con funzione epatica relativamente conservata (Child A-B)
Controindicazioni
- Rapporto tumore/parenchima >50%
- Trombosi portale completa – assenza di flusso portale epatopeto
- Encefalopatia
- Patologia ostruttiva biliare
- Maggior rischio di infarto lobare per alterazione del flusso portale a livello sinusoidale
- LDH >425, AAT >100 U/L
- Insufficienza cardiaca o renale
- Insufficienza epatica avanzata (Child C)
Preparazione del paziente
Digiuno dalla sera prima
Prima della procedura:
- Idratazione
- Antibiotici
- Antiemetici
- Sedativi se necessari
Tempi
- Accesso arterioso, gen. transfemorale
- Arteriografia viscerale addominale (mappa anatomia arteriosa epatica)
- Cateterismo a. splenica o mesenterica superiore per arterioportografia
- Cateterismo dell’a. epatica propria, dx o sin o superselettivo di rami più distali
- Iniezione della miscela lipiodol-farmaci chemioterapici
- Iniezione dell’embolizzante fino all’arresto del flusso in a. epatica
Cateterismo selettivo
Risultati
Successo tecnico della procedura ~100%
- Obiettivo principale: sopravvivenza
- Obiettivi secondari: risposta alla terapia, qualità di vita
Chemioembolizzazione
Conclusioni
- La chemioembolizzazione è una tecnica in evoluzione, adattabile al singolo paziente, attualmente ben tollerata
- In pazienti con HCC è dimostrato da recenti trials un effetto positivo sulla sopravvivenza oltre che una risposta locale tumorale alla terapia
- E’ in grado di trattare lesioni indipendentemente dalla localizzazione intraepatica e dal diametro
- Terapie regionali come la chemioembolizzazione rimangono palliative, non essendo altrettanto efficaci come le terapie locali percutanee sulle singole, piccole lesioni da HCC
- Una combinazione tra terapie percutanee e chemioembolizzazione dovrebbe essere utilizzata nella terapia di HCC multifocali o troppo grandi per essere trattati esclusivamente con terapia ablativa
- L’embolizzazione e la chemioembolizzazione di lesioni secondarie da carcinoma del colon-retto sono attualmente considerate una terapia di seconda linea , con una buona percentuale di lesioni che rispondono ma senza dimostrati effetti sulla sopravvivenza
- Buoni risultati sulla sintomatologia della sindrome da carcinoide.
Casi Clinici
- MedPix™ Vascular And Lymphatic Cases
Conclusioni
Gli elementi basilari del ragionamento e questioni su cui riflettere:
- Le principali Metodiche di radiologia interventistica
- Le principali applicazioni della radiologia interventistica
- Confronto tra tecniche di radiologia interventistica
Nella prossima lezione…
Si parlerà di