Le galline ovaiole, come è noto, vengono tradizionalmente allevate in batteria in gabbie dalle dimensioni 40 X 55 cm dove venivano, fino a qualche anno fa, ospitate 5 ovaiole con una densità di 440 cmq/capo che significa 22 galline/mq.Questo sistema di allevamento ha ricevuto forti critiche, soprattutto perché irrispettoso delle normative in merito al benessere animale.
Il Consiglio europeo ha approvato una direttiva (99/74/CE) che, di fatto, mette progressivamente al bando l’allevamento delle galline in batteria, che, entro il 2013, dovrà scomparire.
Un’immagine di un tipico allevamento in batteria delle galline ovaiole
Il benessere animale può essere valutato sulla base delle cosiddette 5 libertà:
Mentre la prima e la terza libertà sono, in genere, perseguite dall’allevatore, molto più difficile è che si realizzino le altre 3, in particolare, l’espressione del repertorio comportamentale tipico della specie che viene considerato come uno dei principali indicatori dello stato di benessere degli animali.
A questo proposito, in un etogramma normale di una gallina, se si esclude il tempo speso per l’alimentazione, i principali comportamenti principali sono: toelettatura, razzolamento, costruzione del nido.
Spazio necessario alle varie espressioni comportamentali dell'ovaiola. Come si può notare, quasi tutti sono impossibili da realizzare in gabbia
I punti su cui principalmente si concentra l’attenzione dei ricercatori nello sviluppare nuovi sistemi alternativi per l’allevamento della gallina ovaiola riguardano:
Le principali tipologie di allevamenti alternativi per le galline ovaiole possono essere classificati in sistemi in gabbie (modificate, arricchite, get-away) o non in gabbia (su lettiera, in capannone su slat, sistemi aviari, perchery, free range).
È possibile anche utilizzare gabbie modificate che devono rispondere ai seguenti requisiti: almeno 750 cm2 di superficie per capo, di cui 600 cm2 di superficie fruibile, con un’altezza minima sulla parte non utilizzabile di almeno 20 cm in ogni punto. La superficie totale della gabbia deve essere superiore a 2.000 cm2; un nido; una lettiera su cui poter becchettare e razzolare; appropriati posatoi che offrano almeno 15 cm a capo; mangiatoia, utilizzabile senza limitazione, di almeno 12 cm, moltiplicata per il numero di ovaiole presenti in gabbia.
Ogni gabbia deve avere un sistema appropriato di abbeveraggio in relazione al numero di soggetti allevati; nel caso di abbeveraggio a raccordo (compreso tra due gabbie), almeno 2 tettarelle o coppette devono essere raggiungibili da ogni ovaiola.
Tra le fila di gabbie deve essere previsto un corridoio di passaggio di almeno 90 cm nonché uno spazio di almeno 35 cm tra il pavimento e il fondo delle gabbie inferiori; si devono predisporre adeguati dispositivi per ridurre la lunghezza delle unghie.
Get-away (gabbie allargate):
Gabbie arricchite:
Si tratta di capannoni con pavimento grigliato. L’allevamento è condotto su un solo piano e le densità sono pari a 7 – 10 animali per metro quadrato. Nella figura vengono indicati tutti gli elementi presenti in questa tipologia di allevamento.
In questi sistemi viene invece meglio sfruttata l’altezza e la densità può raggiungere i 20 capi per metro quadrato. I posatoi sono infatti collocati su più piani e soltanto al di sotto di essi il pavimento è costituito da grigliato. L’accesso ai nidi è possibile dai posatoi.
Sfruttano l’altezza ancora più dei sistemi aviari. A parità di densità, si utilizzano infatti capannoni di minore altezza (minori costi energetici) in quanto i posatoi anziché verticalmente, vengono collocati trasversalmente con un angolo di circa 45 °.
Al centro del sistema si trovano i nidi il cui accesso è sempre dai posatoi. Il pavimento, generalmente, è in grigliato.
Consiste nell’allevare le ovaiole all’aperto in ampi spazi (1000 galline per ettaro) lasciandole così libere di razzolare. Mangiatoie e abbeveratoi vengono comunque collocati in capannoni chiusi dove gli animali vengono tenuti in caso di condizioni meteorologiche avverse o di notte. Attuabile in aree temperate, non è una realtà della nostra Penisola.
Le attuali tecniche di allevamento non in batteria per le ovaiole:
In definitiva, le tecniche di allevamento alternative fino ad oggi proposte necessitano di ulteriori miglioramenti per poter veramente creare un punto di incontro tra benessere degli animali e qualità dei prodotti.
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Valentina Ferrante. 2000. Comfort e produttività delle galline ovaiole. I supplementi di agricoltura, 19 – 25
Giuseppe Bonazzi. Le nuove disposizioni sul benessere delle ovaiole. Dossier/Avicoltura, 35-36
Bonazzi G., "Le nuove disposizioni sul benessere delle ovaiole".