La quaglia domestica (Coturnix Coturnix) è stata ottenuta in Giappone attraverso numerosi incroci dalla quaglia selvatica (Coturnix Coturnix japonica) appartenente alla sottofamiglia dei Fasianidi.
In Giappone era allevata per la produzione di uova ma, importata in Italia, ci si è subito orientati verso la produzione della carne. Soltanto il 13% delle carni avicole delle specie minori viene fornito dalle quaglie. Nel 1983 si segnalava la macellazione di circa 70 milioni di capi all’anno per un consumo pro-capite stimato in circa 130 g. La carne è molto pregiata e costa quanto quella di faraona, circa la metà della carne di piccione.
Non essendo attivo nel nostro Paese il mercato dei quaglini (di 1 giorno di età) e dei quagliotti (di 2 – 3 settimane) gli allevamenti tendono a svilupparsi a ciclo chiuso.
Esiste anche una “quaglia da caccia” che non è altro che la quaglia domestica selezionata per la resistenza al volo e la rusticità. L’allevamento viene effettuato in voliera ed è richiesta soprattutto in primavera – estate.
I maschi si distinguono per:
Le femmine si distinguono per:
Le principali modalità di conduzione dell’allevamento sono in gabbia o a terra.
In entrambi i casi entro 30 ore dalla nascita i quaglini vanno sistemati sotto le madri artificiali per circa 3 settimane.
Nell’allevamento a terra, il pavimento viene coperto con abbondante lettiera (trucioli di legno) e si approntano cerchi di cartone alti 50 cm. La maggiore altezza rispetto alle altre specie avicole è dovuta alla caratteristica comportamentale dei fasianidi che tendono a saltellare con il rischio di poter superare la barriera costituita dai.
La temperatura sotto le madri artificiali sarà inizialmente di 35 – 38°C per poi scendere gradualmente fino a 30°C alla terza settimana.
La densità sarà pari a 200 – 250 capi/mq nella prima settimana, 165 nella seconda e 125 nella terza.
Il ricambio d’aria deve essere buono, ma senza correnti.
L’allevamento in gabbia si svolge nelle cosiddette “batterie calde” che possono essere “piane” o “verticali”. Le batterie piane sono costituite da una gabbia disposta sotto madre artificiale mentre le batterie verticali consistono di 3 gabbie disposte verticalmente l’una sull’altra e collocate sotto madre artificiale. Il secondo sistema è, ovviamente, quello economicamente più conveniente perché risparmia spazio.
Nelle batterie calde piane la temperatura (t) iniziale sarà 40 – 42 °C per poi essere ridotta progressivamente. La temperatura ambientale sarà di 23 °C. La fonte di calore può essere sistemata in alto o in basso rispetto alla gabbia e la densità iniziale sarà di 250 capi/mq.
Nelle batterie calde verticali i vari piani hanno t diverse e i quaglini, col progredire dell’età, vengono spostati dai piani bassi, più caldi, a quelli alti, diminuendo la densità dei soggetti: utilizzando scomparti 30 X 30 cm, la densità dovrà essere di 25 – 30 capi nella prima settimana, 17 – 22 nella seconda, 12 – 16 nella terza.
Le gabbie utilizzate per l’allevamento dei quaglini in batteria sono generalmente in metallo zincato. Di fondamentale importanza è l’altezza, che deve essere almeno di 20 cm per evitare che gli animali, saltando, possano procurarsi delle ferite.
Nella prima settimana di vita dei pulcini sul fondo della gabbia è bene sistemare un cartone per evitare che i giovani animali si procurino danni agli arti posteriori.
A 25 – 30 giorni di età i quagliotti vengono trasferiti dalle batterie calde nelle gabbie da ingrasso dove resteranno fino all’età di macellazione (40 – 45 gg quando pesano circa 110 – 120 g).
L’allevamento si effettua in gabbie di metallo zincato dalle dimensioni di 30 x 30 x 20 cm di altezza che ospitano 8 – 12 soggetti (densità circa 90 cmq/capo), a sessi separati.
Si possono usare anche batterie di 5 piani con gabbie di 100 x 50 x 20 cm di altezza e la densità per ogni metro lineare di batteria sarà di 300 – 325 capi (circa 85 cmq/capo).
La temperatura ambientale ottimale è compresa tra 21 – 25 °C facendo attenzione che non scenda mai sotto i 18 – 20 °C perché possono verificarsi peggioramenti delle performance produttive con ritardi dell’accrescimento che possono ripercuotersi anche sull’eventuale vita riproduttiva dei soggetti.
In condizioni ideali di temperatura, l’umidità deve aggirarsi intorno al 70%.
Aerazione dei locali: a 22 °C e 70% UR sono necessari ricambi d’aria di 4.5 – 5m3/kg di peso vivo/ora.
Illuminazione: quella naturale può essere sufficiente anche se per migliorare il rendimento è necessaria un’integrazione utilizzando lampade da 5 – 10 W. Per un ambiente di 15 – 20 mq ne necessitano 2 – 3.
Può essere effettuato in gabbie singole o multiple. Il primo tipo di allevamento è destinato a soggetti di particolare pregio, mentre più frequente è l’allevamento in gruppi nel quale ci si affida alla riproduzione naturale. In quest’ultimo caso il rapporto maschi:femmine deve essere 1:3.
Le gabbie sono di metallo o legno con un fondo in rete inclinato (15 %) e debordante per la raccolta delle uova. Mangiatoie e abbeveratoi sono esterni. Le gabbie singole hanno le seguenti dimensioni: 15 cm di larghezza X 20 cm di profondità X 15 cm di altezza.
Per un gruppo costituito da 4 maschi e 12 femmine la gabbia multipla dovrà essere dimensionata in modo da offrire circa 150 cmq/capo.
Nei Paesi dove vi è richiesta di uova di quaglia da consumo diretto (Giappone), esiste anche un allevamento delle ovaiole, realizzato in batteria con gabbie di dimensioni simili a quelle indicate per i riproduttori.
Una riproduttrice in un anno è in grado di fornire 200 quaglini e, da questi, 190 quagliotti pronti per la macellazione per un totale di 20 kg di carne con un consumo complessivo di mangime pari a 130 kg circa.
Una quaglia inizia a deporre uova ad appena 35 – 40 gg di età e continua a deporre indipendentemente dalla stagione fino a circa 300 uova all’anno.
Le uova sono di colore molto diverso tra loro, con presenza di macchie marroni irregolari sul guscio e pesano circa 10 g.
La produzione ininterrotta è legata al fatto che la quaglia non cova e che la muta delle penne in genere non avviene ma, se si verifica, non si associa ad un arresto della produzione.
1. Scelta delle uova:
2. Introduzione nell’incubatrice: dopo 48 ore dalla deposizione, in modo che la camera d’aria raggiunga le dimensioni ottimali.
Possono essere conservate per non più di dieci giorni purché la temperatura venga mantenuta intorno ai 15 ° C in luoghi ventilati e asciutti. Durante l’incubazione: lasciar raffreddare l’uovo per alcuni minuti (da pochi nella fase iniziale, fino a 10 – 15 verso la fine del periodo di incubazione).
Le uova vanno lasciate nell’incubatrice fino al 15° g dalla deposizione. Nell’incubatrice la temperatura deve essere 39.2 – 39.5 °C se piana, 37.7 – 38 °C se verticale, a ventilazione forzata. L’umidità relativa 55 – 65 % in entrambi i tipi. T° dei locali 20 °C.
Al 5° e all’11° giorno di incubazione va effettuata la speratura per allontanare le uova non fertili e quelle con embrioni morti. In condizioni normali la schiudibilità è intorno al 65 – 75 %.
Trasferite poi nella camera di schiusa, le uova dovranno trovare un’umidità relativa dell’80 – 90% per ammorbidire il guscio e favorire la schiusa. A 15 – 20 ore dall’inizio delle prime schiuse i quaglini vanno tolti dall’incubatrice.
La schiusa delle uova avviene dopo 16 – 17 gg di incubazione.
Generalmente si utilizzano 3 tipologie di mangimi in funzione del momento produttivo:
Alcune caratteristiche chimico-nutrizionali dei mangimi sono riportati nella tabella.
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