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Fulvia Bovera » 13.L'alimentazione del colombo e le cure "parentali"


Generalità

Per comprendere bene le tecniche di alimentazione utilizzate nel colombo da carne non si può prescindere da una corretta conoscenza della fisiologia riproduttiva.

Il colombo è un animale monogamo: alla maturità sessuale (a seconda di razza, stagione e individualità tra 4 e 8 mesi) si formano (spontaneamente o meno) coppie che resteranno insieme tutta la vita (5 – 6 anni). L’efficienza riproduttiva si mantiene elevata anche oltre i 4 anni.

Il colombo ha la tendenza a procreare in continuità e l’ovulazione avviene ad intervalli di 20 – 28 giorni. se le uova vengono allontanate, le femmine riprendono la deposizione dopo soli 10 gg. dopo l’accoppiamento il maschio e la femmina iniziano a preparare il nido. La femmina depone 2 uova per ciclo, a distanza di 2 – 3 giorni l’uno dall’altro.

La cova dura 17 – 18 gg e partecipano femmina e maschio; se il maschio resta vedovo difficilmente continuerà a covare le uova oltre qualche giorno (3 – 4) e abbandonerà anch’esso il nido.

I piccioncini (nidiacei) nascono deboli, di colore rosa chiaro, coperti o meno di lanugine di diversi colori, con gli occhi chiusi.

Generalità

In condizioni “normali” una coppia produce 12 unità all’anno sebbene coppie eccellenti possano arrivare a produrne anche 16 – 22.

Negli allevamenti intensivi, si possono detenere le coppie in batteria, sottrarre le uova dopo i primi 6 – 10 gg di cova, in modo che la femmina possa arrivare a deporre anche 50 – 60 uova feconde/anno.

Per continuare l’incubazione delle uova diventa allora necessaria l’incubazione artificiale e l’impiego di balie poiché, alla schiusa, il piccioncino non è autosufficiente.

Una coppia di nidiacei di pochi giorni di età

Una coppia di nidiacei di pochi giorni di età


L’incubazione delle uova

Le uova di colombo, dal peso tra i 25 e 30 g, presentano tipica forma ovoidale e guscio bianco. Data l’incapacità dei nidiacei a procurarsi il cibo, l’incubazione artificiale delle uova è vincolata alla presenza di “balie” in grado di accudire i pulcini.

In ogni caso, la temperatura nell’incubatrice sarà di 36.1 – 36.7°C, l’umidità del 70 %. Le uova di colombo possono essere introdotte nell’incubatrice in qualsiasi momento dello sviluppo embrionale. L’incubazione dura 17 – 18 gg.

Uova di colombo in incubatrice

Uova di colombo in incubatrice


La crescita dei giovani nidiacei

Il piumino cade verso il 10 – 12° giorno sostituito dalle piume.

Fino al 10° giorno di vita sono nutriti dai genitori con un particolare prodotto della degenerazione caseosa dell’epitelio che riveste internamente l’ingluvie: il latte del gozzo. Esso, nei primi 10 giorni di vita, rappresenta l’unica fonte di nutrimento. Dopo il 9° – 10° giorno, cominciano a ricevere anche alimenti precedentemente ingurgitati e “ammollati” nel gozzo dei genitori. In questi casi in genere è il maschio che trasferisce l’alimento solido alla femmina che completa la preparazione della pappa lattea da somministrare ai piccoli.

I piccioncini introducono il becco in quello dei genitori che, con movimenti convulsivi, fanno rimontare gli alimenti dal gozzo.

I piccoli possono tentare di lasciare il nido già verso i 25 giorni quando però non sono ancora in grado di alimentarsi da soli, cosa di cui diventeranno capaci a circa 30 giorni di età.

Il latte del gozzo

La produzione del latte del gozzo è stimolata, in entrambi i sessi, dai livelli ematici di prolattina prolattina.

Inizia al 14° gg di incubazione delle uova e continua fino a 25 gg dopo la schiusa.

La massima produzione si ha 4 gg dopo la schiusa (circa 20.6 % del peso vivo).

Un primo calo della produzione si registra tra gli 8 (18.81 %) e 10 (13.67 %) gg.

Il secondo, più drastico, calo avviene tra 19 (11.84 %) e 22 (5.36 %) gg.

Composizione chimica del latte del gozzo

Composizione chimica del latte del gozzo


Accrescimento e dieta

I piccioni presentano una straordinaria velocità di accrescimento, legata alle modalità di nutrizione dei piccoli e alla ricchissima dieta proteica e lipidica che il latte del gozzo assicura loro.

Dai 20 g circa del piccione appena nato si arriva, in meno di un mese a 500 g ed oltre nel soggetto maturo.

Il piccione raddoppia il peso alla schiusa dopo 48 ore (al pulcino occorrono 9 giorni e all’anatroccolo 6) e il suo incremento ponderale nei primi 28 giorni oscilla tra 15 e 20 g/d.

È stata studiata anche la possibilità di alimentare i nidiacei artificialmente usando diete contenenti 20 – 22 % PG e 13.14 – 13.39 MJ/kg EM.

Le diete vanno diluite con acqua: da 1 a 4 gg 86 % di acqua; 80 % da 5 a 6 gg e 75 % da 7 a 28 gg e somministrate ai piccioni tramite una specie di sacca per creme. Questi sistemi, tuttavia, non hanno avuto successo.

La concentrazione proteica ha influenza maggiore del contenuto energetico sull’accrescimento dei giovani colombi.

Fabbisogni proteici dei colombi

Il fabbisogno proteico di mantenimento (g/d di proteine) è:

0.008 x Pm-0.27 x Pt

dove

  • 0.008 è una costante
  • Pm è il contenuto corporeo in proteine di un animale adulto (riferito al peso corporeo vuoto)
  • Pt è il contenuto di proteine corporee ad un determinato tempo

I fabbisogni proteici per la produzione di penne o per l’accrescimento (g/d) sono determinati moltiplicando per 1.25 l’incremento in peso di proteine, considerando che 1.25 è il reciproco di 0.8 che, a sua volta, è il rendimento netto delle proteine alimentari in proteine corporee.

Fabbisogni energetici dei colombi

MJ/day = 1.63 x Pm0.73 x u

Dove:

  • u rappresenta il “livello di maturità corporea” e scaturisce dal rapporto tra Pt e Pm.

In tutti i calcoli descritti:

  • Il peso vivo è calcolato al netto del contenuto del gozzo.
  • Il contenuto proteico è pari al 15.8 % del peso corporeo netto per tutte le età e sessi.
  • Nelle penne le proteine rappresentano il 61 % del peso per tutte le età e sessi.
  • Le penne rappresentano il 3.2 % del peso vivo per tutte le età e per entrambi i sessi.

Fabbisogni energetici e proteici dei nidiacei


Ingestione di s.s. e digeribilità di alcuni principi nutritivi

Nonostante la brevità dell’apparato digerente, la digeribilità dei principi nutritivi nel colombo è in molti casi superiore a quanto si verifica nel pollo

Nonostante la brevità dell'apparato digerente, la digeribilità dei principi nutritivi nel colombo è in molti casi superiore a quanto si verifica nel pollo


Le tecniche di alimentazione

Una coppia che produce normalmente 12 – 14 colombi/anno consuma dai 45 ai 50 kg di mangime.

In una colombaia sono ospitate numerose coppie che, necessariamente, possono trovarsi in momenti diversi del ciclo fisiologico (deposizione, produzione di latte del gozzo, ecc.). Pertanto è difficile utilizzare un unico mangime completo che possa soddisfare le esigenze nutritive di tutte le coppie. Di conseguenza, i colombi vengono lasciati liberi di autorazionarsi potendo scegliere tra diverse materie prime offerte in diverse mangiatoie. In un anno il colombo consuma circa il 65 % di cereali (50 % mais e 15 % frumento) e il 35 % di leguminose (25 % pisello e 10 % favino), con un tenore proteico medio del 15 %. Quando viene prodotto il latte del gozzo, ricchissimo di proteine, sarà molto elevato il consumo di granelle di leguminose che cala invece negli altri periodi.

Con la somministrazione di materie prime, resta però il problema dell’integrazione vitaminico minerale che potrebbe essere fornita attraverso l’acqua di bevanda, anche se questo non rappresenta la via migliore per le diverse coppie.

Le tecniche di alimentazione

Per risolvere questi problemi, la soluzione ideale è quella di lasciare i cereali sotto forma di materie prime e sostituire le granelle di leguminose con un mangime pellettato (nucleo) al 26 – 28 % di PG opportunamente integrato con vitamine e oligoelementi.

A parte verrà messo a disposizione calcio sotto forma di gusci d’uovo essiccati e tritati.

Gli animali, in funzione del momento produttivo, potranno scegliere la dieta più adeguata.

Importante l’acqua di bevanda: un colombo beve 80 – 200 ml di acqua al giorno, quindi 100 coppie necessitano, in estate di almeno 30 – 40 litri di acqua. In caso di mancanza d’acqua il colombo smette di nutrire la prole. L’acqua negli abbeveratoi deve avere una profondità di 3 – 4 cm.

Il problema delle balie

Quando si vuole intensificare la produzione di un allevamento, si ricorre alla stabulazione di coppie di elevato valore genetico in gabbia. Una volta deposte, le uova vengono allontanate dopo circa 10 gg e poste in incubatrice. La femmina riprenderà subito la deposizione. I nidiacei dalla camera di schiusa vengono trasferiti alle balie. Le coppie che stanno covando sono in genere disponibili ad allevare insieme alla propria prole un uovo in più o un orfano, preferibilmente della stessa età dei figli legittimi.

Esistono differenze di peso tra piccioni provenienti da covate di 2 e 3 piccioni, ma sono di entità trascurabile.

Per ogni 100 coppie una giusta proporzione per assicurare balie a tutti i nati è di tenerne 15 per l’ovodeposizione e 85 all’allevamento tradizionale. In questo modo l’incremento produttivo sarà del 27 – 28 %.

Raccolta e macellazione dei piciconi

La maturità commerciale dei giovani piccioni si raggiunge quando è completo l’impiumamento della pagina interna dell’ala, all’attacco del corpo. Ciò avviene intorno ai 28 giorni di età, prima che gli animali escano dal nido e volino, cosa che comporterebbe una perdita di peso temporanea con conseguente riduzione della convenienza.

L’allevatore preleva manualmente tutti i piccioni che hanno raggiunto le dimensioni volute.

Dopo un adeguato periodo di digiuno (circa 12 h) avviene la macellazione. Data la giovane età dei soggetti la spiumatura può essere effettuata a secco.

La carne di colombo

Considerata una delle più pregiate carni avicole, dotata di un’elevata digeribilità e pertanto particolarmente indicata per l’alimentazione in età pediatrica e geriatrica, la carne di colombo presenta le seguenti caratteristiche chimico-nutrizionali:

  • 74 – 75 % di umidità,
  • 20 – 22 % di proteine,
  • 0.9 – 1.5 % di grasso,
  • 1.5 % di ceneri (con elevati contenuti di Calcio e Ferro),
  • 100 g di carne forniscono circa 100 calorie.

I materiali di supporto della lezione

J. Sales and G.P.J. Janssens. Nutrition of the domestic pigeon (Columba livia domestica). 2003. World's Poultry Science Journal (2003), 59:221-232. Cambridge University Press Copyright © Cambridge University Press 2003 doi:10.1079/WPS20030014 - Disponibile presso il docente

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Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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