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Fulvia Bovera » 1.Introduzione al corso


Introduzione al corso

L’allevamento intensivo dagli anni ‘60 ad oggi ha subito profondi cambiamenti. Si è partiti dal voler ottenere la maggiore quantità possibile di prodotto e si è arrivati oggi, dopo gli scandali della BSE, della diossina e dell’influenza aviaria, a porsi come obiettivo prioritario quello di ottenere prodotti sicuri dal punto di vista tossicologico e sanitario ma anche che abbiano proprietà nutrizionali tali da avere effetti positivi sulla salute del consumatore (vedi omega 3, omega 6, ecc.). Infine, è degli ultimissimi anni, il concetto che anche un migliorato stato di benessere degli animali favorisca l’ottenimento di un prodotto di buona qualità. Concetto da cui si è partiti per la riscoperta dell’allevamento alternativo.

Evoluzione degli allevamenti intensivi dagli anni sessanta ai giorni nostri

Evoluzione degli allevamenti intensivi dagli anni sessanta ai giorni nostri


Definizione di allevamento alternativo

Si definisce allevamento “alternativo” qualsiasi forma di allevamento diversa dall’allevamento convenzionale

L’allevamento diviene alternativo al convenzionale quando uno o più fattori:

  • specie, razza o ibrido allevato;
  • management;
  • alimentazione;

risulta/no diverso/i dal modello convenzionale.

L’allevamento alternativo in avicoltura e coniglicoltura

In avicoltura:

  • Numerose specie “alternative” (oche, anatre, ecc.) allevate per la produzione di carne, uova, piume;
  • Nell’ambito dei polli, molto diffuso è l’impiego di razze o tipi genetici alternativi (allevamento dei controsessi, galletti, ecc.);
  • Impiego di tecniche di allevamento “alternative” per la tutela del benessere animale.

In coniglicoltura:

  • Non ci sono diverse specie da allevare;
  • In alcuni casi possono essere allevati tipi genetici “alternativi”, solitamente di origine locale;
  • Abbastanza diffuse sono le tecniche di allevamento alternative a quella intensiva.

Perché allevare “alternativo”

  • Ragioni socio-economiche (reddito integrativo alle normali attività zootecniche);
  • Ragioni economico-produttive (reale interesse produttivo – Francia, Germania);
  • Ragioni ambientali, territoriali ed ecologiche (recupero aree disagiate);
  • Ragioni biologiche (conservazione biodiversità).

Gli allevamenti alternativi devono rientrare anche in un quadro di valorizzazione ambientale dei territori prescelti.

Rilevanza dell’allevamento alternativo

In avicoltura, dove i dati sono più facilmente disponibili e attendibili, l’allevamento alternativo incide per circa il 14% sul totale dei capi allevati.

Tuttavia, bisogna considerare gli allevamenti di tipo rurale che non vengono ufficialmente censiti e nei quali si stima vengano allevati circa 3 milioni di capi.

In ogni caso, l’Italia è molto distante da altri Paesi dell’Unione Europea, come la Francia.

I controlli nell’allevamento alternativo

Per garantire il consumatore che sceglie un prodotto da zootecnia alternativa è necessario che venga attuata una serie di controlli:

Controllo della specie/razza/ibrido. Scelta di specie/razze/ibridi a più lento accrescimento, ecc.

Controllo sul management. Allevamento a terra, riduzione della densità (n° capi x m2), illuminazione naturale, riposo alimentare, riduzione della velocità di accrescimento, ecc.

Controllo sull’alimentazione. Assenza di auxinici a base di antibiotici, di pigmentanti di sintesi, di farine proteiche animali, ecc.

Allevamenti avicoli in Italia

Distribuzione del numero di capi per regione e per specie. Dati ISTAT 22 ottobre 2000

Distribuzione del numero di capi per regione e per specie. Dati ISTAT 22 ottobre 2000


Allevamenti avicoli in Italia

Distribuzione del numero di capi per ripartizione geografica. Dati ISTAT 22 ottobre 2000

Distribuzione del numero di capi per ripartizione geografica. Dati ISTAT 22 ottobre 2000


Allevamenti avicoli in Italia

Distribuzione delle aziende per ripartizione geografica. Dati ISTAT 22 ottobre 2000

Distribuzione delle aziende per ripartizione geografica. Dati ISTAT 22 ottobre 2000


Allevamenti avicoli in Italia

Distribuzione delle aziende per regione e per specie. Dati ISTAT 22 ottobre 2000

Distribuzione delle aziende per regione e per specie. Dati ISTAT 22 ottobre 2000


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