Classe: Uccelli
Ordine: Corridori
Famiglia: Ratiti
Specie: Stuthio camelus, varietà Australis (zone australi della Terra, sotto il tropico del Capricorno: Zimbawe, Sud Africa).
In passato esistevano 4 varietà di cui una estinta (Siriacus, Paesi Arabi, Egitto) e 3 ancora oggi esistenti: Camelus (nord e sud Sahara), Massaicus (Tanzania, Kenya), Molybdophanes (Etiopia, Somalia, Kenya).
Oggi esisterebbe anche lo Struthio camelus Domesticus che non è una varietà ma un incrocio.
Alla famiglia dei ratiti appartengono anche il nandù, il casuario e l’emù.
Il Nandù (o struzzo americano) vive nelle grandi praterie di Perù, Uruguay, Argentina in branchi costituiti da molte femmine con un maschio. Alto massimo 150 cm, ha le zampe dotate di 3 dita, (di cui la centrale più lunga) aventi ognuna un’unghia rivolta in avanti. La coda è senza piume.
Il Casuario vive in Giappone, Nuova Guinea, Isole Molucche. Simile al Nandù, presenta sulla testa un rilievo osseo che dà l’idea di un casco. Le zampe sono dotate di 3 dita, tutte rivolte in avanti, delle quali l’interna è cortissima e porta un’unghia molto lunga, la centrale è più lunga dell’esterna ed entrambe portano un’unghia corta. Le ali sono corte e rozze.
L’Emù vive in Australia. Presenta corpo tozzo, zampe e ali corte. Le zampe sono dotate di 3 dita con unghie corte e robuste, delle quali l’esterna e l’interna molto corte.
Due esemplari di struzzi adulti: a sinistra un maschio, a destra una femmina. Si noti lo spiccato dimorfismo sessuale
L’allevamento dello struzzo è un’attività economica da tempo presente nel mondo.
Nella Repubblica Sudafricana si ritrova l’80% della popolazione mondiale di struzzi. Seguono Stati Uniti, Australia e, più distanziati, Zimbawe, Namibia e Israele.
In Europa, la Francia è il principale produttore seguito da Olanda, Italia, Germania, Gran Bretagna, Spagna e qualche Paese del Nord Europa (Norvegia).
Dati rilevati nel 2000
Tra le regioni dell’Italia meridionale, la Campania è una delle più interessate all’allevamento dello struzzo con circa il 10% degli allevamenti e il 5% dei capi.
Le produzioni per cui gli struzzi vengono allevati sono:
Negli anni ‘80 ci fu un boom dell’allevamento dello struzzo e sembrava che tutti gli allevatori volessero investire in questo settore. Fiorirono gli allevamenti per la produzione delle uova da incubare per produrre pulcini da vendere ai nuovi allevamenti. Quando poi il mercato si è saturato e ci si è resi conto che il settore carne stentava a decollare, c’è stato un forte calo del numero di allevamenti.
È la produzione che attira di più ma offre non pochi problemi.
La resa al macello è del 30% di cui il 70 – 75% si ricava dagli arti inferiori.
Il peso di macellazione è 80 – 110 kg (10 – 14 mesi di età). Uno struzzo adulto pesa 160 – 180 kg.
In 50 gg i pulcini decuplicano il peso alla nascita (da 1 a 10 kg) e a 6 mesi pesano circa 60 kg.
La carne è di ottima qualità, di colore rosso intenso e molto tenera.
Confronto con altre carni anche magre. Da notare il basso tenore lipidico e il ridotto apporto calorico
È il prodotto più richiesto a livello mondiale.
In Sud Africa il 70% del reddito è ottenuto grazie a questa produzione.
Le pelli di migliore qualità sono ottenute da animali adulti perché più resistenti e facili da conciare: di conseguenza pelli di elevata qualità non sono ottenibili da animali utilizzati per produrre carne.
Il mercato richiede una superficie media di almeno 1.5 mq mentre ad età di macellazione la superficie è di 1 – 1.2 mq.
Il Sud Africa produce circa il 90% delle pelli in commercio.
Di tutta la pelle separata dalla carcassa, la parte più pregiata è il rombo centrale che si caratterizza per la presenza di borchiature.
Rappresentano la produzione più nota.
Vengono raccolte alla macellazione.
Le operazioni di raccolta, cernita e lavorazione sono molto complesse e restano monopolio del Sud Africa.
Le piume più piccole vengono usate per boa, ornamento di abiti, fabbricazione di piumini per la polvere.
Le piume più grandi sono impiegate nel settore della cappelleria e nell’alta moda.
Anche se destinate quasi esclusivamente all’incubazione costituiscono una produzione a sé perché possono essere vendute come:
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