L’anatomia patologica è la scienza che studia le alterazioni morfologiche – lesioni – che si verificano in un organo e ne alterano la funzione.
Obiettivi dell’anatomia patologica sono:
Il riconoscimento di una alterazione di organo passa attraverso la valutazione di una serie di fattori morfologici che parte sempre da una conoscenza della normale morfologia dell’organo stesso.
I fattori che prendiamo in considerazione esaminando un organo sono:
Le dimensioni di un organo possono essere:
L’aumento o la diminuzione possono essere:
La forma di un organo è in stretta dipendenza dalle dimensioni e sarà ovviamente alterata in seguito a modificazioni disarmoniche di un determinato organo.
Un aiuto nella valutazione delle dimensioni di un organo è dato dalla osservazione dei margini che saranno arrotondati in caso di aumento di volume e affilati o taglienti in caso di diminuzione.
La valutazione del colore è spesso decisiva per una diagnosi anatomopatologica.
Nella nostra osservazione oltre alla valutazione del tipo di colore dovremo osservare anche la sua distribuzione che potrà essere:
TIPI DI COLORE:
DIMENSIONI DEL COLORE:
MORFOLOGIA DI UNA LESIONE
1. Botroide (a grappolo d’uva) lesione caratterizzata da superficie bernoccoluta.
2. Circolare – lesione rotonda a margini netti, ben separata dal tessuto circostante, piatta che non modifica il profilo d’organo.
3. Sferoidale – lesione di forma sferica che scupola sulla superficie dell’organo modificandone il profilo (lesioni nodose, cistiche, apostematose).
4. Triangolare – lesione a forma di triangolo a margini netti, piatta che non modifica il profilo dell’organo lesioni infartuali).
5. Irregolare – di forma non ben definita.
6. Ovoidale – lesione di forma allungata che sporge sulla superficie dell’organo interessato.
7. Polipoide – lesione a carattere infiltrativo caratterizzata da propaggini che tendono ad invadere l’organo.
La superficie di una lesione può essere:
1. LISCIA – con aspetto levigato, spesso lucido e lucente (processi degenerativi, stati infiammatori acuti).
2. RUGOSA – con aspetto corrugato, ruvido (necrosi, proliferazioni e retrazioni connettivali).
3. GRANULEGGIANTE – lesione caratterizzata da superficie bozzellata con granulazioni di piccole dimensioni.
4. ULCERATA – lesione con da perdita di sostanza caratterizzata pertanto da aspetti erosivi, con margini irregolari e infiltranti. Sempre associata a presenza di necrosi e accompagnata da fenomeni emorragici.
La consistenza non può essere valutata con la semplice osservazione. È necessario toccare la neoformazione per avere delle indicazioni utili.
Alcuni termini adottati servono a spiegare la consistenza di un tessuto:
1. Dura/Compatta – lesione di consistenza soda e uniforme, non deformabile alla pressione (lesioni croniche, nodose.
2. Molle – lesione di consistenza soffice, cedevole alla pressione (lesioni cistiche, ascessi).
3. Fluttuante – Lesione di consistenza soda ma cedevole e non deformabile alla pressione (cisti).
4. Friabile – lesione cedevole che si lacera alla pressione. La friabilità di un organo e di una lesione sono associate a perdita di tessuto (distrofie e necrosi).
5. Spugnosa – lesione di consistenza elastica che si deforma alla pressione e poi riprende la forma originaria.
Le lesioni focali e disseminate sono caratterizzate in genere da margini netti che le separano dal tessuto circostante.
Le lesioni diffuse identificano processi a carattere infiltrativo, quasi sempre processi infiammatori gravi e neoplasie maligne.
Mammella di ovino. Lesione infiltrante, di consistenza molle, cremosa, colorito biancastro. Mastite purulenta.
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