Tessuti di sostegno
Cartilagine
Osso
Lo scheletro di Teleostei e Condrostei può essere suddiviso in: a) scheletro assile (cranio e colonna vertebrale); b) scheletro appendicolare (scheletro delle pinne e loro cinture); c) un derma-scheletro.
Il cranio dei teleostei
Neurocranio
Viscerocranio
Il viscerocranio può essere suddiviso in una regione mandibolare, ioidea e branchiale.
Le ossa della regione mandibolare e ioidea possono modificarsi, spesso secondo le necessità alimentari, come mostrato nella figura a lato.
Nei pesci Teleostei filogeneticamente più evoluti, i mascellari e i premascellari, oltre a svilupparsi, possono anche essere protrusi (Cipriniformi: carpa, pesciolono rosso), causando così un notevole allungamento della bocca.
Le ossa appartenenti al dermascheletro della testa sono:
Negli Acipenseridi il cranio fondamentalmente è rapportabile a quello dei Teleostei. Le maggiori differenze sono:
Le vertebre dei Teleostei sono strutture ossee compatte e generalmente concave ad entrambi i lati (vertebre anficeli).
Le vertebre dei Teleostei presentano: a) dorsalmente le neuroapofisi, processi che, fondendosi dorsalmente, delimitano l’arco neurale (in cui decorre il midollo spinale) e formano il processo spinoso dorsale della vertebra; b) latero-ventralmente le basapofisi. Ad esse nella regione del tronco si articolano le coste. Nella regione della coda le basapofisi fondendosi delimitano l’arco emale e formano il processo spinoso ventrale; c) cranialmente le pre-zigoapofisi e caudalmente le post-zigoapofisi. Ciascuna pre-zigoapofisi si articola con la post-zigapofisi della vertebra anteriore.
Le ultime vertebre caudali sono fortemente modificate per permettere l’inserzione di tendini e muscoli della coda.
Negli embrioni e nelle forme giovanili di Teleostei l’asse di sostegno è la corda dorsale o notocorda. Essa è composta da cellule grandi e vescicolose, circondate da guaine di connettivo fibroso ed elastico. La sua rigidità è dovuta al turgore delle cellule che la compongono (per la presenza di abbondante liquido nel citoplasma) e all’aderenza delle guaine.
Nei Teleostei la corda dorsale, durante lo sviluppo, viene serrata dal tessuto osseo delle vertebre in formazione e permane solo tra vertebre adiacenti.
Negli Acipenseridi la corda dorsale sussiste anche nell’adulto, ma viene avvolta da un manicotto osseo (vertebre acentriche) formato, in ciascun metamero, da due basidorsali (emiarco dorsale) e due basiventrali (emiarco ventrale). I due basidorsali delimitano, insieme al margine dorsale della corda, uno speco vertebrale (in blu) che accoglie il midollo spinale. Dorsalmente i due basidorsali si dividono e vengono in contatto con un sovradorsale impari. All’incirca la medesima disposizione la realizzano i basiventrali a formare, anche nella regione del tronco, uno speco vertebrale (in rosso) piuttosto appiattito nel tronco e percorso dall’aorta dorsale, più ampio invece nella regione caudale per accogliere l’arteria e la vena caudali. Nella regione del tronco i basiventrali forniscono ciascuno una basapofisi alla quale si articola una costa. Tra i basidorsali e i basiventrali s’interpongono gli interdorsali e gli interventrali.
La cintura scapolare
La cintura scapolare (nello schema in azzurro) prende connessione con il neurocranio. E’ formata dorso-ventralmente da una serie di ossa: post temporale (si articola al sopraoccipitale e all’epiotico), sopracleitro e cleitro. Al cleitro, caudo-ventralmente, sono legate: scapola, post cleitro, e coracoide. La scapola e il coracoide sono le ossa alle quali si connettono gli elementi scheletrici della pinna scapolare. Vasi sanguigni e nervi penetrano nella scapola e nel coracoide: la più grande di queste aperture è il foramen scapulae.
La cintura pelvica
La cintura pelvica supporta le pinne pelviche. Essa è formata da un paio di ossa (basipterigi) a forma di V, con la punta rivolta rostralmente. Queste sono spesso riunite da una sinfisi o sono fuse insieme. Quando le pinne sono in posizione addominale come nei pesci filogeneticamente più antichi (storione, salmone), tali ossa sono semplicemente immerse nella muscolatura, senza alcuna connessione con lo scheletro. Quando sono in posizione toracica o giugulare, i basipterigi (in arancione nello schema) prendono connessione con il cleitro (in verde) della cintura scapolare.
Posizione delle pinne. Fonte: Texas Parks and Wildlife
Le pinne
Lo scheletro delle pinne è costituito prossimalmente dai radii, medialmente da piccoli segmenti mediani e distalmente da lepidotrichi o raggi.
I raggi possono essere di tipo “soffice” oppure “spinoso”.
In ciascuna pinna vi può essere un solo tipo di raggio, oppure, come spesso avviene in quella dorsale, i raggi anteriori sono spinosi e quelli posteriori soffici.
Le pinne pari, la(e) dorsale(e) e l’anale servono per lo più come “stabilizzatori”. Talora però possono, specie quelle anteriori, fungere da elementi locomotori, come nella triglia.
Le pinnne dorsali e anali presentano i radii che si approfondano nella muscolatura dell’animale e spesso penetrano profondamente tra i processi spinosi delle vertebre. Per lo più vi è una corrispondenza tra radii e processi spinosi, ma in molti Teleostei vi sono più radii che vertebre.
La pinna caudale è la pinna propulsore. E’ di tipo simmetrico (omocerca) nei Teleostei e asimmetrica (eterocerca) negli Acipenseridi.
La pinna omocerca è formata dalle ultime vertebre fortemente modificate in elementi appattiti e allungati (ipurale, epiurale, urostilo) per permettere l’inserzione di tendini e muscoli della coda. Su queste ossa si inseriscono i raggi.
La pinna eterocerca è formata dagli ultimi elementi vertebrali che, riducendosi, formano un ripiegamento con concavità dorsale che funge da asse del lobo dorsale. Il lobo ventrale è sostenuto dai raggi che s’inseriscono sui processi spinosi ventrali delle ultime vertebre.
1. Cenni sistematici e filogenetici delle specie ittiche d'interesse veterinario
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