Le branchie servono per la funzione respiratoria, escretrice e per il bilanciamento salino.
Le branchie dei Condrostei e Teleostei, situate latero-ventralmente alla faringe, sono in numero di quattro per lato. La regione branchiale è protetta da un opercolo. L’acqua entra dalla bocca nella cavità orofaringea, attraversa le branchie e fuoriesce dalla fessura formata dal sollevamento dell’opercolo.
Ciascuna branchia è formata da una doppia serie di filamenti branchiali posizionati su di un arco branchiale. Su ciascun filamento branchiale sono disposte una o due serie di lamelle, estroflessioni soggette a rinnovamento e ad aumento numerico con l’accrescimento dell’animale. Le lamelle si formano all’apice di ciascun filamento e progressivamente si spostano verso l’arco branchiale.
L’epitelio delle lamelle è un epitelio pavimentoso semplice, quello alla base delle lamelle e sugli archi branchiali è un epitelio pavimentoso pluristratificato.
L’epitelio delle branchie è costituito principalmente da cellule epiteliali, mucose e cellule a cloruri.
Le cellule a cloruri hanno il compito di eliminare i sali in eccesso. Sono quindi molto attive nei pesci marini e in quelli dulcacquicoli che talora si ritrovano in acque salmastre o marine. Sono assenti nei pesci dulcacquicoli stenoalini. Nel citoplasma di queste cellule si ritrovano numerosi mitocondri per rispondere alle notevoli richieste energetiche. Esistono numerose sottopopolazione delle cellule a cloruri, le quali si possono alternare nell’animale secondo le esigenze dovute alle variazioni della salinità.
Muscoli che connettono i faringo branchiali con la base del neurocranio e i basibranchiali con gli ipobranchiali permettono piccoli movimenti degli archi branchiali.
Muscoli tra i raggi scheletrici permettono avvicinamento/allontanamento dei filamenti.
Tutti questi movimenti sono utili per disporre in maniera ottimale le lamelle nei confronti del flusso d’acqua
Dall’aorta ventrale si dipartono, per ciascun lato, quattro arterie branchiali afferenti che decorrono lungo ciascun arco branchiale. Dall’a. branchiale afferente, a livello di ogni filamento, si ramifica un’arteriola branchiale afferente. Da questa, che decorre lungo il filamento, si dipartono dei capillari per ciascuna lamella. Il sangue proveniente dai capillari lamellari viene raccolto da un’arteriola branchiale efferente che decorre lungo il filamento, lungo il lato opposto all’arteriola afferente. Per ciascun arco branchiale, le arteriole branchiali efferenti confluiscono in un’arteria branchiale efferente (due nello storione) che decorre lungo l’arco branchiale. Le arterie branchiali efferenti tributano alle due arterie laterali o all’aorta dorsale (v. app. circolatorio).
La direzione del flusso ematico nelle lamelle è opposto alla direzione del flusso dell’acqua. In questo modo si facilita lo scambio controcorrente tra sangue e ambiente acquatico esterno.
Nelle pareti dei capillari delle lamelle branchiali vi sono le “cellule a pilastro”, cellule che, contraendosi, determinano una riduzione del lume del capillare. Quindi, l’entità del flusso ematico a livello lamellare può essere regolato secondo le richieste metaboliche.
I capillari e le cellule epiteliali delle lamelle sono strettamente ravvicinate, con la sola interposizione di una lamina connettivale sottilissima: tutto lo spessore di una lamella oscilla tra i 3 e i 10 µm. Lo scambio di O2 e di CO2 tra sangue e acqua, l’escrezione di ammoniaca o urea e di sali possono quindi avvenire facilmente.
Fibre viscero-sensitive, somato- e viscero motorie del IX e X nervo craniale innervano rispettivamente il primo e i successivi archi branchiali.
La pseudobranchia, presente nella maggior parte dei teleostei, è situata sulla superficie interna dell’opercolo. È più o meno distinguibile a seconda della quantità degli strati cellulari di epitelio e connettivo che la ricoprono.
È una struttura che deriva dalla branchia dello spiracolo (fessura branchiale vestigiale presente in squali e razze), ma che attualmente non ha funzioni respiratorie.
La pseudobranchia riceve sangue ossigenato che rinvia all’occhio.
Il suo ruolo potrebbe essere quello:
1. Cenni sistematici e filogenetici delle specie ittiche d'interesse veterinario
7. Le branchie
Nilsson S: Innervation and pharmacology of the gills. Da Fish phisiology, vol XA, 1984, Academic Press.
Hibiya T: An atlas of fish histology, 1982, Gustav Fisher Verlag.