Le filarie sono nematodi non bursati trasmessi da artropodi ematofagi (vettori biologici). Nei Paesi tropicali e sub-tropicali, diversi generi (es. Wuchereria, Onchocerca, Brugia, Mansonella, Loa) infestano l’uomo provocando gravi patologie soprattutto a livello sottocutaneo, oculare ed a livello del sistema linfatico.
Le filarie descritte nel cane in Italia sono Dirofilaria immitis, Dirofilaria repens, Dipetalonema (syn. Acanthocheilonema) reconditum, Dipetalonema (syn.Cercopithifilaria) grassii e Dipetalonema (syn. Acanthocheilonema) dracunculoides.
Lo studio di questi parassiti e delle problematiche ad essi correlate hanno da sempre destato e destano vivo interesse da parte di parassitologi, medici e medici veterinari, per le ripercussioni sulla salute animale ed umana.
Le infestioni da D. immitis e D. repens, tipiche del cane (principale reservoir), di altri canidi e felidi, sono antropozoonosi a trasmissione indiretta. L’uomo, come i cani e gli altri ospiti, si infesta a seguito della inoculazione delle larve infestanti di terzo stadio (L3) da parte degli artropodi vettori.
Al genere Dirofilaria (dal latino dirus = cattivo e filum = filo) appartengono le specie D. immitis (dal latino immitis = crudele), responsabile della filariosi cardiopolmonare e D. repens (dal latino repens = improvviso), responsabile della filariosi sottocutanea. I parassiti adulti, definiti anche macrofilarie, sono piuttosto lunghi. Risulta marcato il dimorfismo sessuale, il maschio ha la coda spiraliforme e gli spiculi disuguali. La femmina presenta l’estremità caudale arrotondata e l’apertura vulvare è posta poco dopo l’esofago.
L’adulto di D. immitis presenta corpo filiforme di colore bianco porcellana finemente striato in senso trasversale, l’estremità cefalica è nei due sessi arrotondata, l’orificio buccale, circolare, è privo di labbra ma ornato da papille cefaliche. Il maschio è lungo 12-20 cm, la femmina 25-31 cm.
L’adulto di D. repens presenta corpo filiforme di colore biancastro con striature cuticolari sia in senso trasversale che longitudinale, l’estremità cefalica è nei due sessi arrotondata, l’apertura buccale è piccola, circolare, priva di labbra e con papille cefaliche. Il maschio è lungo 5-7 cm, la femmina 6-17 cm.
Gli adulti di D. immitis si localizzano prevalentemente nel cuore destro e nell’arteria polmonare e sue diramazioni, sebbene siano state segnalate anche localizzazioni erratiche. Il numero di elminti adulti nel cane varia da 3 a 50 con casi eccezionali di oltre 100 parassiti.
Gli adulti di D. repens si localizzano nel tessuto sottocutaneo degli ospiti recettivi generalmente in numero esiguo (2-10). Sia gli elminti adulti che le larve, possono muoversi liberamente e andarsi a localizzare nelle sedi elettive quali il dorso, gli arti, i fianchi o gli spazi intermuscolari.
Il ciclo biologico delle due specie è sovrapponibile.
Dopo fecondazione, la femmina rilascia nel torrente circolatorio larve di primo stadio L1 (microfilarie) che permangono in circolo anche per più di 2 anni.
Per svilupparsi a parassita adulto la microfilaria necessita di una fase di maturazione in un dittero ematofago che funge da vettore biologico. In particolare, sono considerati potenziali vettori di Dirofilaria spp. oltre 70 specie di zanzare della famiglia Culicidae (es. generi Culex, Aedes, Anopheles).
Le femmine del dittero con il pasto di sangue possono ingerire le larve L1 che poi raggiungono i tubuli malpighiani dove evolvono prima a larve di secondo stadio (L2) e poi a larve di terzo stadio (L3) che diventano infestanti quando giungono, attraverso il torace, negli spazi cefalici fino al labium dell’insetto.
Il ciclo continua poi nell’ospite vertebrato quando il dittero, compiendo il pasto di sangue, inocula le L3 nell’ospite definitivo.
Nel derma le larve possono permanere diversi giorni (in questo periodo avviene la muta L3-L4) per poi raggiungere i capillari linfo-ematici (L5) e per quanto riguarda D. immitis, iniziare la migrazione verso il cuore dove i parassiti diventano adulti e sessualmente maturi.
Sia per D. immitis che per D. repens, il periodo di prepatenza (periodo che intercorre dalla infestione da parte del dittero con la larva L3 e la maturità sessuale del parassita) è di circa 6 mesi nel cane.
Dal punto di vista sintomatologico, è possibile distinguere due forme di filariosi nel cane: la filariosi cardiopolmonare causata da D. immitis e la filariosi sottocutanea da D. repens (ed anche Dip. reconditum).
D. repens risulta meno patogena di D. immitis anche per la sua localizzazione. La maggior parte delle infestioni sono asintomatiche e solo sporadicamente diagnosticate durante interventi chirurgici. i soggetti infestati possono presentare lesioni cutanee eczematose, ulcerazioni e noduli sottocutanei, contenenti adulti o microfilarie.
Le esperienze circa la terapia e la profilassi delle filariosi del cane riguardano soprattutto le infestioni da D. immitis. Si differenziano, trattamenti nei confronti delle macrofilarie (terapia macrofilaricida) e trattamenti verso le microfilarie (terapia microfilaricida).
TERAPIA MACROFILARICIDA
Diversi farmaci (es. tiacetarsamide e melarsomina) sono stati utilizzati e sperimentati per la terapia macrofilaricida nei confronti di D.i mmitis, ma per la scarsa efficacia o per la notevole tossicità, non hanno mai avuto un impiego diffuso. Il principale problema legato alla terapia macrofilaricida è rappresentato dal tromboembolismo conseguente alla morte dei parassiti che, in alcuni casi, può essere addirittura fatale.
TERAPIA MICROFILARICIDA
Attualmente i farmaci microfilaricidi più utilizzati sia per la forma cardiopolmonare che sottocutanea, sono i lattoni macrociclici (ivermectina, moxidectina, selamectina e milbemicina). La chemioprofilassi si basa sul trattamento periodico dei cani dall’inizio alla fine della stagione di attività dei vettori.
La diagnosi di laboratorio nel cane si basa su metodi diretti (ricerca ed identificazione delle microfilarie nel sangue) ed indiretti (ricerca di antigeni/anticorpi nel torrente circolatorio).
Le principali tecniche volte alla ricerca e alla identificazione delle microfilarie sono:
La diagnosi differenziale delle microfilarie di D.immitis da quelle di D.repens e Dip. reconditum viene effettuata mediante tipizzazione delle microfilarie rispetto alle caratteristiche morfometriche (lunghezza, larghezza, morfologia delle estremità cefalica e caudale). Differenziazioni più precise, nei casi dubbi, possono essere effettuate mediante colorazioni istochimiche delle microfilarie per la messa in evidenza della fosfatasi acida (colorazione in rosso) o mediante metodi molecolari (PCR).
Nei casi di infestazione occulta da D. immitis, in cui le microfilarie non sono rilevabili, sono disponibili test immunodiagnostici (ELISA e Immunomigrazione rapida RIM) per evidenziare a livello ematico la presenza di antigeni circolanti liberati dal parassita adulto.
La diagnostica per immagini, esame radiografico del torace ed ecocardiografia possono fornire indicazioni utili sulla base di quadri caratteristici nella filariosi cardiopolmonare da D. immitis.
Distribuzione dell'attività fosfatasica nelle microfilarie di D. immitis, D. repens e Dip. reconditum
Caratteristiche delle microfilarie di D. immitis,D. repens e Dip. reconditum. Da: "Genchi C., Venco L., Genchi M. Guideline for the laboratory diagnosis of canine and feline Dirofilaria infections" . In: Mappe parassitologiche 8 (Edited by Giuseppe Cringoli) . Disponibile su parassitologia unina
Le filariosi del cane sostenute da D. immitis e D. repens sono antropozoonosi a trasmissione indiretta. La distribuzione geografica delle infestioni nell’uomo è sovrapponibile a quella osservata nei cani, con valori di sieroprevalenza che superano il 30% nelle zone in cui la dirofilariosi è endemica nei cani. Casi umani di D. immitis vengono segnalati in varie parti del mondo, mentre quelli di D. repens solo nel Vecchio Mondo, Italia compresa.
Nella nostra penisola (dove si registra un notevole numero di casi) le specie di zanzara Culex pipiens ed Aedes albopictus svolgono un importante ruolo vettoriale nelle zone urbanizzate ed antropizzate, mentre altre specie del genere Aedes ed Anopheles maculipennis sono importanti vettori in ambienti suburbani e rurali.
Solitamente le infestioni da Dirofilaria nell’uomo sono caratterizzate da assenza di microfilariemia e, per tale motivo, l’uomo, a differenza del cane, non rappresenta un serbatoio idoneo per successive infestioni in altri soggetti. Tuttavia, recentemente sono stati riportati casi di microfilariemia in soggetti infestati da D. repens.
A seguito della infestione, nell’uomo la presenza di microfilarie e macrofilarie provoca la formazione di noduli, soprattutto a livello sottocutaneo e polmonare. D. repens viene spesso riportata anche a livello della congiuntiva. Le infestioni sono, nella maggior parte dei casi, asintomatiche e prive di caratteri clinici specifici che le differenzino da tumori, polmoniti, cisti sebacee, etc., e pertanto difficilmente diagnosticate prima di un intervento chirurgico. I noduli presenti a livello sottocutaneo sono di solito dolorosi alla palpazione e spesso associati a pruriti e/o bruciori cutanei; quelli polmonari (di solito presenti nel lobo inferiore del polmone destro) spesso sono associati a febbre e tosse.
La diagnosi nell’uomo si effettua soprattutto mediante esami sierologici (ELISA, western blot ed immunofluorescenza indiretta) per la messa in evidenza degli anticorpi prodotti contro i parassiti o i batteri endosimbionti del genere Wolbachia. Le tecniche molecolari (PCR) sugli esemplari adulti asportati chirurgicamente consentono la differenziazione di specie.
La profilassi si basa essenzialmente sulla protezione dalle punture di zanzare (uso di repellenti, zanzariere, etc.) sia per l’uomo che per gli altri ospiti, in particolare i cani. L’asportazione chirurgica degli esemplari adulti è consigliata solo nei casi di infestioni a livello oculare ed i trattamenti farmacologici non sono considerati indispensabili.
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