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Laura Rinaldi » 6.Nematodi: Ancilostomi


Introduzione

I nematodi della famiglia Ancylostomatidae (dal greco ànculos = uncino e stòmatos = bocca) – definiti anche vermi ad uncino (hookworms) – comprendono specie a distribuzione cosmopolita che, tra gli animali domestici, infestano bovini, ovini e caprini (Bunostomum spp.), gatti (Ancylostoma tubaeforme, A. ceylanicum, A. braziliense, Uncinaria stenocephala), cani (Ancylostoma caninum, A. ceylanicum, A. braziliense, Uncinaria stenocephala) ed uomo (Ancylostoma duodenale e Necator americanus).

Nei Paesi tropicali e sub-tropicali, le infestioni da Ancylostoma duodenale e Necator americanus sono soil-transmitted helminthiasis (STH) notevolmente diffuse, con valori di prevalenza molto elevati nelle popolazioni umane. Anche in Europa ed USA vengono riportati casi soprattutto in aree dove le condizioni igienico-sanitarie non sono del tutto soddisfacenti. L’uomo si infesta principalmente attraverso la penetrazione delle L3 per via percutanea oppure per via orale, transplacentare o transmammaria.

Alcune specie di Ancylostoma parassite del cane possono infestare anche l’uomo; sia A. ceylanicum (presente solo in Asia) che A. caninum, elminta diffusissimo nei cani in tutto il mondo, sono agenti di antropozoonosi a trasmissione indiretta.

Morfologia

Ancylostoma caninum è un parassita classificato nel Phylum Nemathelminthes, Classe Nematoda, Ordine Enoplida, Superfamiglia Strongyloidea, Famiglia Ancylostomatidae.

A. caninum è un nematode bursato biancastro munito di capsula buccale imbutiforme sul cui margine esterno ventrale sono inserite 2 placche ciascuna delle quali è fornita di 3 denticoli ricurvi ed appuntiti. Altri denticoli si reperiscono sul fondo della capsula buccale. Il maschio, lungo 9-12 mm, ha borsa caudale triloba e spiculi di 700-900 μm di lunghezza. La femmina, lunga 15-21 mm, ha orificio vulvare che si apre verso il 3º inferiore del corpo. Maschi e femmine, che hanno diffusione geografica cosmopolita, vivono nell’intestino tenue di cani e di vari carnivori selvatici, che sono gli ospiti propri (mentre topi, gatti, scimmie, etc. fungono da ospiti paratenici, recettivi alle sole larve di 3º stadio).

Apertura orale di Ancylostoma caninum. 
Foto: Prof. Salvatore Giannetto, Università di Messina.

Apertura orale di Ancylostoma caninum. Foto: Prof. Salvatore Giannetto, Università di Messina.


Ancilostomi

Ancilostomi – vermi ad uncino.

Ancilostomi – vermi ad uncino.


Ciclo biologico

Il ciclo biologico di A. caninum è diretto ed in condizioni ambientali favorevoli lo sviluppo da uovo a L3 dura 5 giorni.
Nella sede di localizzazione, le femmine depongono uova a guscio sottile, ellissoidali, di 55-74 x 37-43 μm, segmentate, con 4-8 blastomeri. Si calcola che ogni femmina matura possa deporre giornalmente fino a 20.000 uova.

Quando le uova di A. caninum sono emesse dalla femmina, sono già in fase di segmentazione (morula). Il processo di segmentazione richiede ossigeno che è presente in notevole quantità all’interno del parassita grazie al flusso di sangue dell’ospite che costantemente passa attraverso il suo intestino. Una volta nell’ambiente esterno, la morula si trasforma molto velocemente in larva di 1º stadio (L1) rabditoide che fuoriesce e ricerca nelle feci i batteri per alimentarsi; anche le larve di 2º stadio (L2), che si formano dopo la prima muta, si nutrono di batteri. La L2 subisce presto una muta e si trasforma nello stadio infestante L3 strongiloide o filariforme.

Uovo di Ancylostoma caninum.

Uovo di Ancylostoma caninum.


Ciclo biologico (segue)

Le L3 possono penetrare nell’ospite sia attraverso la cute (via percutanea) sia mediante ingestione. Le L3 penetrate per via percutanea, migrano al polmone e mutano in L4 in bronchi e trachea. In seguito, le L4 vengono deglutite, giungono all’intestino tenue e divengono L5 e poi adulti.
Le L3 penetrate per via orale completano la loro muta finale nella parete del piccolo intestino e raggiungono la maturità nel lume di questo.
In determinate situazioni, le larve di A. caninum si arrestano al 3º stadio nei muscoli scheletrici e in altri tessuti (larve ipobiotiche). Le larve che si arrestano possono più tardi attivarsi e migrare nell’intestino per diventare adulti nello stesso cane o, nel caso di femmine che allattano, migrare verso le ghiandole mammarie e passare ai cuccioli. Le larve che si trovano nei tessuti rappresentano il più importante serbatoio di infestione nei confronti del quale non è facile intervenire con misure di profilassi.
Le uova compaiono nelle feci 2-3 settimane dopo l’infestione per via orale e 4-5 settimane dopo l’infestione per via cutanea.

Ancilostomi

Ciclo biologico Ancylostoma caninum (da Pampiglione S., Canestri Trotti G. Guida allo studio della Parassitologia, 4° Edizione Gennaio 1999, Casa Editrice Esculapio, Bologna).

Ciclo biologico Ancylostoma caninum (da Pampiglione S., Canestri Trotti G. Guida allo studio della Parassitologia, 4° Edizione Gennaio 1999, Casa Editrice Esculapio, Bologna).


Potere patogeno

Le L3 penetrate per via cutanea, nel corso della loro migrazione provocano eritemi pruriginosi e focolai infiammatori a livello del parenchima polmonare.

Dopo circa 2 settimane si manifestano i sintomi provocati dalla presenza dei parassiti adulti nell’intestino: sonnolenza, astenia, inappetenza, dimagrimento, diarrea e, spesso, epistassi intermittente. I parassiti adulti, ematofagi, esercitano un’azione traumatica sulla mucosa intestinale e ciascuno di essi può sottrarre circa 0.8 ml di sangue al giorno, provocando un’anemia marcata con sottrazione di sostanze nutritive e, soprattutto, di ferro (anemia sideropenica).

Il cane rappresenta un importante reservoir per numerose infezioni zoonotiche ad eziologia parassitaria, incluso quelle sostenute da Ancylostoma caninum.

Il cane rappresenta un importante reservoir per numerose infezioni zoonotiche ad eziologia parassitaria, incluso quelle sostenute da Ancylostoma caninum.


Diagnosi

La sintomatologia clinica non è indicativa.

La diagnosi ante-mortem si basa sull’esame copromicroscopico che consente di mettere in evidenza le tipiche uova segmentate nelle feci dei soggetti infetti. La tecnica consigliata è la flottazione, con utilizzo di soluzioni a basso peso specifico (1.200-1.250), saline o zuccherine.

Uovo di  Ancylostoma caninum.

Uovo di Ancylostoma caninum.


Controllo

A. caninum presenta una distribuzione cosmopolita. Sono colpiti soprattutto i cuccioli (frequente la trasmissione trans-mammaria) ed i cani da caccia.
Nei climi temperati, durante le stagioni più calde, il terreno inquinato è la fonte principale di infestione dei cani di tutte le età. Le larve in ipobiosi nei tessuti costituiscono la fonte di “reinfestione” per i cani che non hanno contatto con terreni contaminati e per i cuccioli nati da femmine parassitate.

Gli antiparassitari di maggior utilizzo per il controllo della infestione da ancilostomi nel cane sono antielmintici ad ampio spettro come pyrantel pamoato, dichlorvos, mebendazolo, fenbendazolo ed ivermectina. L’ancilostomosi acuta nei cuccioli in svezzamento ed in quelli di età superiore può essere ancora letale, ma di solito la terapia antielmintica risponde efficacemente. La disidratazione e lo squilibrio elettrolitico dovrebbero essere curati con una corretta terapia reidratante accoppiata al trattamento antielmintico.

Per ulteriori dettagli sugli antiparassitari, vedi Mappe Parassitologiche 10 (Edited by Giuseppe Cringoli) disponibile su www.parassitologia.unina.it

Aspetti zoonosici

Gli ancilostomi dell’uomo, Ancylostoma duodenale e Necator americanus sono geoelminti molto diffusi nell’uomo, soprattutto nei Paesi tropicali e sub-tropicali. Le manifestazioni cliniche dipendono dal numero di adulti presenti, dalla specie (A. duodenale è più patogeno) e dallo stato nutrizionale dell’ospite. Esse nell’uomo comprendono prurito (causato dalla penetrazione delle L3), inappetenza, perdita di peso, dolore addominale, diarrea, etc. La presenza degli elminti adulti, ematofagi, a livello intestinale determina anemia sideropenica. I derivati benzimidazolici (mebendazolo ed albendazolo) e pyrantel pamoato sono considerati efficaci per il controllo su larga scala.

L’infestione da Ancylostoma caninum è una antropozoonosi a trasmissione indiretta. Le larve infestanti (L3) degli ancilostomi dei cani penetrano per via cutanea, compiono nella cute dell’uomo una migrazione abortiva e provocano una reazione intensamente pruriginosa che prende il nome di larva migrans cutanea o “Creeping eruption (= dermatite serpiginosa)”. Sono stati segnalati anche casi di enteriti eosinofiliche.

La diffusione è cosmopolita (recentemente sono stati segnalati 6 casi umani di infestione da A. caninum nella città di Napoli) ed il principale fattore di rischio per la popolazione umana è la frequentazione, soprattutto a piedi nudi, di aree contaminate dalle larve dei parassiti quali spiagge o aree coperte da vegetazione dove i cani possono vagare liberi o aree per i giochi dei bambini frequentate dai cani. La migrazione delle larve nel connettivo sottocutaneo causa lesioni di varia entità caratterizzate da tragitti con andamento serpiginoso e reazioni eritematoso-vescicolari nella parte dove la larva è attiva e man mano marcati nelle porzioni più vecchie. La diagnosi si basa essenzialmente sulla presentazione clinica; la terapia dovrebbe essere instaurata il più precocemente possibile per contenere il prurito e accorciare l’evoluzione naturale della malattia.

I materiali di supporto della lezione

Testi consigliati

Urquart, G.M., Armour, J., Duncan, J.L., Dunn, A.M., Jennings, F.W., 1998. Parassitologia Veterinaria. Edizione italiana a cura di Claudio Genchi. UTET.

Pampiglione S., Canestri Trotti G. Guida allo studio della Parassitologia, 4° Edizione Gennaio 1999, Casa Editrice Esculapio, Bologna.

Ivo de Carneri. Parassitologia Generale e Umana. Tredicesima edizione a cura di Claudio Genchi ed Edoardo Pozio. Casa Editrice Ambrosiana, Milano.

Gabriella Cancrini. Parassitologia medica illustrata. Lombardo Editore, Roma.

thelancet.com

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