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Laura Rinaldi » 7.Nematodi: Trichuridi


Introduzione

I nematodi del genere Trichuris (dal greco trichòs = capello) – definiti anche vermi a frusta – comprendono specie a distribuzione cosmopolita che infestano ovini e caprini (Trichuris ovis e T. skrjabini), bovini (T. globulosa e T. discolor), suini (T. suis), gatti (T. serrata), cani (T. vulpis) ed uomo (T. trichiura).
Nei Paesi tropicali e sub-tropicali, l’infestione da T. trichiura è una soil-transmitted helminthiasis (STH) notevolmente diffusa, con valori di prevalenza che in alcune zone superano il 70% nelle popolazioni umane. Anche in Europa ed USA vengono riportati casi soprattutto in aree dove le condizioni igienico-sanitarie non sono del tutto soddisfacenti. L’uomo si infesta ingerendo alimenti crudi (frutta, verdura, etc.) contaminati dagli elementi infestanti (uova larvate), bevendo acqua contaminata o, soprattutto per quanto riguarda i bambini, attraverso geofagia.
Alcune specie di Trichuris parassite degli animali possono infestare anche l’uomo. Ad esempio, T. suis, parassita dei suini, è stato trasmesso sperimentalmente all’uomo.
Anche T. vulpis elminta diffusissimo nei cani in tutto il mondo, è agente di antropozoonosi a trasmissione indiretta. L’uomo si infesta a seguito della ingestione degli elementi infestanti come si verifica per T. trichiura.

Morfologia

Trichuris vulpis è un parassita classificato nel Phylum Nemathelminthes, Classe Nematoda, Ordine Enoplida, Superfamiglia Trichuroidea, Famiglia Trichuridae.
T. vulpis è un nematode lungo 45-75 mm. La principale caratteristica di questi elminti è rappresentata dalla presenza dello sticostoma, un tubo capillare circondato da cellule ghiandolari (sticociti), che formano una singola colonna continua, dall’estremità posteriore del breve ed esile esofago muscolare all’estremità anteriore dell’intestino. T. vulpis è anche definito “verme a frusta”: la lunga ed esile regione esofagea, che contiene soltanto lo sticostoma, rappresenta la frusta e la breve e robusta porzione terminale, che contiene l’intestino e gli organi della riproduzione, forma il manico della frusta.
L’apparato buccale, privo di labbra, presenta all’apice una struttura allungata, simile ad uno stiletto, che favorisce la penetrazione del parassita nella mucosa del grosso intestino.
La femmina, più lunga del maschio, presenta la vulva a livello della giunzione esofago-intestino ed un singolo apparato riproduttore.
Il maschio presenta l’estremità caudale ricurva ventralmente ed è provvisto di un singolo apparato riproduttore ed un unico spiculo, fornito di guaina, lungo 8-11 mm.

Trichuris

Trichuris vulpis – verme a frusta

Trichuris vulpis - verme a frusta


Ciclo biologico – 1

Il ciclo biologico delle specie appartenenti al genere Trichuris è diretto.
Nelle sedi di localizzazione (cieco e colon), esemplari di entrambi i sessi si ritrovano con la regione esofagea profondamente inserita nella mucosa e il robusto manico fluttuante nel lume. Dopo l’accoppiamento, le femmine depongono le uova, che vengono poi eliminate con le feci nell’ambiente esterno dove possono resistere anche alcuni anni. Le uova di Trichuris vulpis, di colore giallo-brunastro, misurano 70-80 x 30-42 µm, hanno una caratteristica forma a limone con poli bottonuti (tappi mucoidi presenti alle due estremità).

Uova di Trichuris vulpis

Uova di Trichuris vulpis


Ciclo biologico – 2

Sono uova insegmentate munite di una spessa parete che protegge le larve dalle basse temperature: possono infatti resistere per circa sette mesi a temperature di -8°C. All’interno dell’uovo, in condizioni favorevoli di temperatura ed umidità, maturano larve infestanti (L1), in circa 3-4 settimane.
Gli ospiti definitivi si infestano ingerendo con gli alimenti o con l’acqua le uova larvate.
Queste schiudono nel grosso intestino e le larve (L1) penetrano nelle ghiandole della mucosa del cieco dove, in 30-60 giorni, mutano fino ad arrivare allo stadio L5. Una volta raggiunto questo stadio le larve migrano nel lume intestinale divenendo parassiti adulti e si attaccano alla mucosa con la parte anteriore del corpo.
Il periodo di prepatenza è compreso tra 6 e 12 settimane.

Trichuris

Esemplari adulti di Trichuris in sede di localizzazione

Esemplari adulti di Trichuris in sede di localizzazione


Trichuris dei ruminanti

Ciclo biologico delle specie di Trichuris dei ruminanti, sovrapponibile a quello delle specie di Trichuris del cane e dell’uomo

Ciclo biologico delle specie di Trichuris dei ruminanti, sovrapponibile a quello delle specie di Trichuris del cane e dell'uomo


Potere patogeno

Generalmente le infestioni da Trichuris vulpis nel cane sono asintomatiche e la diagnosi si ottiene soltanto con l’esame copromicroscopico. Tuttavia le infestioni piuttosto gravi possono provocare periodici episodi di diarrea. L’aumento del muco è associato sia a feci liquide che a feci formate; talvolta sono presenti strie di sangue. Una peritiflite, con aderenze del cieco al peritoneo parietale del fianco destro, può essere sospettata se l’animale lambisce frequentemente la parte colpita; i cani che hanno questo comportamento sono definiti dagli anglosassoni side suckers (letteralmente “succhiatori del fianco”).

Diagnosi

La sintomatologia clinica non è indicativa.
La diagnosi ante-mortem si basa sull’esame copromicroscopico che consente di mettere in evidenza le tipiche uova “a limone” nelle feci dei soggetti infetti. La tecnica consigliata è la flottazione, con utilizzo di soluzioni a basso peso specifico (1.200-1.250), saline o zuccherine.

Uovo di Trichuris vulpis

Uovo di Trichuris vulpis


Controllo

T. vulpis presenta una distribuzione cosmopolita. I cani di 6 mesi o più sono la fonte principale di uova preinfestanti. Nell’infestione da T. vulpis, infatti, l’immunità non è correlata all’età e il terreno costituisce la riserva di uova infestanti. Le uova di T. vulpis sono più sensibili all’essiccamento delle uova di ascaridi ma, in condizioni di umidità favorevoli, possono restare vive e infestanti per un lungo periodo. Pertanto, il grado di esposizione nell’ambiente contaminato determina, nel complesso, il grado di infestione dei cani.
Gli antiparassitari di maggior utilizzo per il controllo della infestione da Trichuris nel cane sono l’oxantel pamoato, il febantel e la milbemicina ossima.
Per ulteriori dettagli sugli antiparassitari, vedi Mappe Parassitologiche 10 (Edited by Giuseppe Cringoli) disponibile su parassitologia.unina.it

Aspetti zoonosici

Trichuris trichiura è un geoelminta molto diffuso nell’uomo soprattutto nei Paesi tropicali e sub-tropicali. Le manifestazioni cliniche nell’uomo comprendono inappetenza, nausea, vomito, diareea, anemia, etc. I derivati benzimidazolici (mebendazolo ed albendazolo) sono considerati efficaci per il controllo su larga scala.
L’uomo è ospite definitivo anche di alcune specie di Trichuris degli animali.
L’infestione da Trichuris vulpis è una antropozoonosi a trasmissione indiretta; il potere patogeno e le manifestazioni cliniche sono simili a quelle esercitate da T. trichiura.
Le uova di Trichuris vulpis (70-80 x 30-42 µm) presentano dimensioni maggiori rispetto a quelle di Trichuris trichura (50-58 x 26-30 µm) con tappi laterali prominenti ma più piccoli.
Le uova del parassita immesse nell’ambiente attraverso le feci umane ed animali, possono contaminare alimenti (frutta, verdure, etc.), utensili, acque, facilitando così le possibilità di infezione per i vari ospiti definitivi, uomo compreso. Le uova di Trichuris possono essere anche trasportate passivamente dalle mosche che rappresentano, quindi, vettori meccanici del parassita.

Aspetti zoonosici (segue)

Numerosi elminti e protozoi, come i trichuridi, gli ascaridi, gli ancilostomi, i cestodi ed i coccidi vivono nel tratto gastro-intestinale dei cani eliminando i loro elementi (uova, larve, oocisti etc.) nelle feci (copros in greco) dei cani in modo che nell’ambiente diventano disponibili per un nuovo ospite.
La quantità di copros depositata nelle proprietà pubbliche e private delle città di tutto il mondo è un significativo problema di salute pubblica, che facilita la trasmissione dei parassiti da cane a cane e da cane a uomo. I luoghi pubblici come aree gioco, parchi, giardini, piazze e sabbiere sono un’importante fonte d’infezione. Numerose indagini eseguite in Italia e in tutto il mondo hanno dimostrato la presenza di elementi parassitari, – molti dei quali patogeni per l’uomo (ad es. uova di Trichuris vulpis, Ancylostoma caninum e Toxocara canis) – all’interno del materiale fecale canino presente nelle aree pubbliche urbane.

I materiali di supporto della lezione

Urquart, G.M., Armour, J., Duncan, J.L., Dunn, A.M., Jennings, F.W., 1998. Parassitologia Veterinaria. dizione italiana a cura di Claudio Genchi. UTET.

Pampiglione S., Canestri Trotti G. Guida allo studio della Parassitologia, 4° Edizione Gennaio 1999, Casa Editrice Esculapio, Bologna.

Ivo de Carneri. Parassitologia Generale e Umana. Tredicesima edizione a cura di Claudio Genchi ed Edoardo Pozio. Casa Editrice Ambrosiana, Milano.

Gabriella Cancrini. Parassitologia medica illustrata. Lombardo Editore, Roma.

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