La farmacodinamica studia gli effetti biochimici e il meccanismo d’azione dei farmaci.
Obiettivi
Azione farmacologica ≠ Effetto farmacologico
Azione farmacologica= alterazione funzionale a livello di un sito di azione, provocata da una sostanza biologicamente attiva.
Effetto farmacologico= effetto finale provocato dall’azione farmacologica o tossicologica, misurabile in un organo effettore o a livello generale
Sito d’azione = parte dell’organismo ove la sostanza biologicamente attiva esplica la sua azione, dando origine a un’alterazione funzionale che origina una catena di reazioni che dà l’effetto misurabile.
Eccesso: idiosincrasia – anafilassi
Idiosincrasia: si ha un eccesso d’azione del farmaco già dalla I° somministrazione per la presenza di determinati anticorpi formatisi durante la vita fetale. Si ripete ad ogni somministrazione e non si trasferisce per via umorale.
Anafilassi: si ha un eccesso d’azione del farmaco che si manifesta sotto forma di shock anafilattico dopo la II somministrazione (scatenante). La I° somministrazione agisce da sensibilizzante per la formazione degli anticorpi. Reazione antigene-anticorpo. Si trasferisce per via umorale.
Difetto: resistenza.
L’attività di un farmaco può essere incrementata o ridotta in seguito all’esposizione contemporanea o consecutiva con un altro farmaco, tale fenomeno è definito interazione farmacologica.
La variazione prodotta da un farmaco (l’azione del farmaco) deriva dall’interazione fra il farmaco e una struttura (di una cellula o di un tessuto) detta recettore.
La classificazione dei recettori dipende dal tipo di farmaco che interagisce con essi e dagli effetti che tali azioni determinano.
Azione del farmaco: interazione farmaco-recettore.
Effetti del farmaco: gli effetti successivi a tale interazione.
L’interazione farmacologica, per antonomasia, è l’interazione di due farmaci che agiscono su recettori comuni, in base ad essa i farmaci vengono definiti agonisti ed antagonisti.
Agonista
Antagonista
Antagonismo competitivo o recettoriale: quando sia l’agonista che l’antagonista agiscono sullo stesso recettore e l’antagonista è in grado, ad opportune concentrazioni, di bloccare o addirittura invertire gli effetti di un agonista. Quindi è un effetto reversibile se viene incrementata la dose dell’agonista.
Esempi
Quando l’antagonista impedisce all’agonista di produrre i suoi effetti su un sito recettoriale, attraverso un’azione non specifica, ossia senza occupazione dello stesso recettore.
Esempi
Antidoto: è un farmaco che interagendo con una sostanza velenosa, dà luogo alla formazione di composti inerti (antagonismo chimico).
Si ha quando l’antagonista interagisce direttamente con l’agonista che perde la sua capacità di essere attivo (antagonismo per neutralizzazione), come avviene nel caso dell’eparina (fortemente acida) con la protamina (fortemente basica) e nel trattamento degli avvelenamenti da metalli pesanti, dove gli antagonisti (agenti chelanti) formano complessi di coordinazione con i metalli pesanti distogliendoli dal legame con alcuni ligandi tissutali (soprattutto gruppi sulfidrilici) quindi forma con gli ioni metalli pesanti composti insolubili, poco tossici e facilmente eliminabili attraverso il rene.
Esempi
L’interazione F-R implica che: F-R si plasmino complementariamente l’uno con l’altro. L’attrazione si commisura con l’instaurarsi di vari tipi di legami chimici, di solito deboli (legami ionici, idrogeno, forze di Van der Waals) reversibili. Se l’interazione fosse irreversibile si avrebbe una durata d’azione lunghissima, che produrrebbe effetti tossici.
Interazione additiva: quando l’effetto combinato dei due farmaci è uguale alla somma dei loro singoli effetti.
Es. Due pesticidi vengono somm. contemporaneamente, l’inibizione della colinesterasi è additiva.
Interazione sinergica: quando l’effetto di una combinazione è maggiore della somma dei singoli effetti indotti dai due farmaci.
Es. Tetracloruro di carbonio ed etanolo a livello epatico.
Il legame farmaco-proteina riduce la possibilità di filtrazione glomerulare del farmaco mentre non interferisce con l’escrezione tubulare dipendente da specifici trasportatori.
Il trasportatore specifico è in grado di eliminare il complesso farmaco-proteina plasmatico, portando però a due effetti collaterali:
Alcuni farmaci agiscono senza combinarsi con recettori specifici, esplicando un’azione che dipende fondamentalmente dalle loro proprietà fisico-chimiche :
Tutti questi farmaci, però, sono efficaci a concentrazioni piuttosto elevate perché la loro azione su particolari sistemi biologici dipende dalla loro reale presenza in quel distretto.
Viene ricavata in base alla dose da somministrare per provocare un effetto di intensità prefissata. Dipende dall’affinità di un farmaco per i suoi specifici siti recettoriali e dai processi che condizionano la concentrazione del farmaco nella biofase (assorbimento, distribuzione, eliminazione).
La potenza varia con proporzionalità inversa alla dose: più bassa sarà la dose necessaria per produrre gli effetti desiderati (una risposta voluta), minore sono gli effetti tossici, maggiore saranno gli effetti farmacologici, più potente è il farmaco.
Più alta è la dose di farmaco somministrata, minore è l’effetto farmacologico, maggiore è l’effetto tossico.
La potenza è minore o maggiore se dobbiamo utilizzare una dose d’attacco o una dose di mantenimento, o se la malattia è nello stato acuto o cronico.
Ogni farmaco deve essere dosato.
Tutte le sostanze sono veleni poiché nessuna sostanza è priva di proprietà nocive. E’ solo la dose che qualifica una data sostanza come veleno.
Indice terapeutico
Ogni farmaco possiede due curve dose-risposta quantali: una riferita al suo effetto terapeutico e una per gli effetti tossici.
La sicurezza di un farmaco può essere accertata instaurando un rapporto tra la dose in grado di produrre effetti tossici e quella necessaria per determinare gli effetti desiderati :
indice terapeutico = (DL 50)/ (DE 50)
Selettività di un farmaco
La selettività di un farmaco è la capacità dello stesso nel produrre un effetto particolare; è dipendente da variabili come: dose, liposolubilità, via di somministrazione.
L’antidotismo e le cure sintomatiche sono usate per combattere gli effetti nocivi.